DELIRIO ALL’ULTIMA PALLOTTOLA – TUTTO IL CINEMA DI MICHELE SOAVI 07

L’Ultimo capitano del Soavi televisivo

Nel 1999 Michele Soavi va a sostituire Stefano Reali nella regia televisiva della fiction del capitano Ultimo. La miniserie in due puntate Ultimo 2 – La sfida di Soavi, prodotta da Camilla Nesbitt con i marchi Mediatrade e Taodue, segue l’episodio Ultimo di Reali, girato l’anno prima. Il nuovo episodio, che è andato in onda il 9 e l’11 novembre 1999 su Canale Cinque, racconta lo smembramento del gruppo dei Crimor, protagonista già in Ultimo della cattura del pericoloso boss mafioso Partanna. I Crimor sono un gruppo scelto di Carabinieri, sognato dal magistrato martire Giovanni Falcone, per catturare i latitanti, che nel gennaio 1993 arrestò il feroce boss mafioso Totò Riina, ispiratore nella fiction di Reali della figura stessa del Partanna. I Crimor erano diretti dal giovane capitano dei carabinieri Roberto di Stefano, interpretato in entrambi gli episodi dal taciturno ma deciso capitano Ultimo, il bel tenebroso Raoul Bova, 27 anni, attore con molti successi alle spalle, come Palermo – Milano solo andata e La frontiera. Come nella prima fiction, andata in onda su Canale Cinque il 17 e il 19 novembre 1998, in prima serata, riscuotendo un buon successo di pubblico, nel secondo episodio rivediamo la figura dell’antidivo Raoul Bova.

Il capitano Ultimo, umile, tenace e orgoglioso, agisce nell’ombra con il suo gruppo fidato di Carabinieri, gli “ultimi”, cioè gli scarti dell’Arma Benemerita, nei panni degli attori Ricky Memphis, Simone Corrente, Beppe Fiorello, Giorgio Tirabassi, Paolo Seganti e Francesco Benigno. Il capitano Ultimo “come gli indiani americani che da sempre vivono nella terra di nessuno, sa che niente è suo” e, come dice lo stesso Bova all’intervistatrice Fioretta Metz, egli rientra nella categoria degli eroi veri e oscuri che conservano un proprio codice d’onore, pronti sempre “a sacrificare ogni cosa in cambio di niente”. Anche Ultimo 2 – La sfida vede all’opera, in un buon film di azione, i tormentati carabinieri Ricky Memphis (Solo), Simone Corrente (Pirata), Giorgio Tirabassi (Ombra) e Francesco Benigno (Aspide). Assenti invece Beppe Fiorello, deceduto nella prima fiction, e Paolo Seganti, mentre i Crimor fanno un nuovo acquisto nel cinese Lu Hsun (interpretato da Taiyo Yamanouchi), che prende il nome di battaglia di Veleno.

L’episodio si apre su un ristorante, luogo di un summit mafioso in piena notte. Dieci uomini si incontrano a cena per discutere e programmare lo spaccio di ben cinquemila chilogrammi di eroina. I criminali non si accorgono che sulla strada, presso il ristorante, staziona un furgone operativo dei Crimor che funge da base mobile di intercettazione. A bordo del mezzo vediamo Ultimo, Ombra e Solo. All’improvviso due sconosciuti irrompono nella sala e come, nuova replica della strage di San Valentino, assistiamo al massacro dei mafiosi, mentre la squadra dei Crimor, bloccata nel proprio furgone, non ha il tempo di intervenire per fermarli.

“Il solo modo che conosco per difendermi dalla mafia è attaccarla” recita il capitano Ultimo al suo generale Trani (interpretato da Mariano Rigillo), che gli annuncia il “rompete le righe!”. Tuttavia, davanti alla risoluzione del difficile caso (cattura degli assassini e confisca dei cinquemila chilogrammi di eroina), al coraggioso manipolo del capitano Ultimo, l’Arma concede una proroga di operatività di trenta giorni, prima di essere sciolto. L’analisi della registrazione delle conversazioni del summit mafioso finito nel sangue rivela che tra i delinquenti c’è un superstite. Si tratta del contrabbandiere Michele Pagano (interpretato da Paolo Maria Scalondro) che, sottoposto a controllo, cederà e finirà per offrirsi di collaborare in cambio di protezione, rivelando agli investigatori che gli artefici del massacro sono i fratelli Rocco e Pasquale Catalano (rispettivamente gli attori Fabio Camilli e Giovanni Mauriello), complici di Gaetano Licheri (interpretato da Roberto Nobile) in un colossale traffico di eroina. Il Licheri viene pedinato, ma a un certo punto il bandolo della matassa del caso sfugge a Raoul Bova perché Licheri viene arrestato e Pagano è rinvenuto ucciso nella sua auto dalla medesima arma usata per compiere la strage nel summit del ristorante. Questo mitra è poi individuato dentro un maneggio in cui si sono nascosti i due fratelli Catalano, ma l’operazione di recupero fallisce e il tempo per risolvere il caso scorre sempre più veloce.

Siamo oramai al conto alla rovescia: questo countdown assume l’efficace aspetto di un vero e proprio “espediente narrativo” (così per il noto critico Aldo Grasso, che tra l’altro lamenta la pessima immagine data all’Italia dalle fiction sulla mafia, a cominciare dalla serie della Piovra), diventa un “calendario della suspense”, messo in atto dall’abile e serrata regia di Michele Soavi per vedere se l’eroico e tragico gruppo dei Crimor riesce a battere definitivamente gli spietati narcotrafficanti. Il tempo a disposizione della squadra del capitano Ultimo sta per scadere ormai: serviranno molti colpi di scena e un’appassionante lotta contro il tempo per arrivare all’insperato esito finale. Mirabile, infatti, la scena finale in cui il capitano Ultimo si tuffa in mare per scoprire la droga nascosta sotto la chiglia del natante dei banditi arrestati sul molo.

Ennio e Andrea Morricone compongono una bella colonna sonora, mentre alla sceneggiatura hanno lavorato Pino Corrias, Renato Pezzini, Paolo Rossi e Nicola Lusuardi, la fotografia è di Gianni Mammolotti, i costumi di Francesco Panni, la scenografia di Lorenzo D’Ambrosio, al montaggio c’è Alfredo Muschietti e al suono in presa diretta Mario Iaquone.

(7 – continua)

Gordiano Lupi, Maurizio Maggioni e Fabio Marangoni