PIRATI DEI CARAIBI: LA MALEDIZIONE DEL FORZIERE FANTASMA

SCHEDA TECNICA

Titolo originale: Pirates of the Caribbeans: Dead Man’s Chest

Anno: 2006

Regia: Gore Werbinski

Soggetto: Ted Elliott, Terry Rossio, Stuart Beattie e Jay Wolpert

Sceneggiatura: Ted Elliott e Terry Rossio

Direttore della fotografia: Dariusz Wolski

Montaggio: Stephen E. Rivkin e Craig Wood

Musica: Hans Zimmer

Effetti speciali: Industrial Light & Magic

Produzione: Jerry Bruckheimer

Origine: Stati Uniti

Durata: 2 h e 30′

CAST

Johnny Depp, Orlando Bloom, Keira Knightley, Geoffrey Rush, Jack Davenport, Jonathan Pryce, Bil Nighy, Stellan Skarsgård, Naomie Harris

TRAMA

Le strade di William, Elizabeth e Jack Sparrow sono destinate a incontrarsi di nuovo, dopo che i due promessi sposi sono accusati di complicità nella fuga del pirata e per ottenere il perdono Will deve ritrovare la bussola magica di Jack.
Iniziano quindi nuove avventure, mentre Jack incontra il padre di William, Bill, condannato a una non vita sulla nave dell’Olandese Volante, il temibile Davy Jones, essere per metà polipo, che vuole  anche Sparrow per un antico debito, pena il dover affrontare il mostruoso Kraken. Per contro, il cuore di Davy Jones è stato rinchiuso dalla sacerdotessa vudù Tia in un forziere su cui in molti vogliono mettere le mani. Alla fine Jack sembra spacciato e prigioniero della maledizione dell’Olandese Volante ma non sarà lasciato solo da amici e antagonisti.

NOTE

Tre anni dopo il primo capitolo di grande successo, arriva il secondo Pirati dei Caraibi, con più o meno la stessa squadra e una storia che inizia dove la prima si concludeva, aprendo nuovi orizzonti a quella che sembrava una storia che poteva vivere e funzionare a se stante.

Nel secondo capitolo diventa ancora più preponderante l’elemento fantastico, con richiami a leggende del mare, anche se in parte lontane dai Caraibi, come quella dell’Olandese Volante, presente nella cultura nordica e germanica tanto da essere ripresa anche da Richard Wagner in una sua celebre opera. Anche il Kraken, piovra gigantesca, deriva dal folklore norvegese, e torna periodicamente in varie storie, da Jules Verne ai B-Movies degli anni Cinquanta, a rappresentare qualcosa di spaventoso e di mai veramente esistito, anche se non mancano calamari giganti nelle profondità del mare.

Ci sono anche riferimenti alla cultura vudù della santeria degli schiavi africani, con un nuovo personaggio in bilico tra bene e male, la sacerdotessa e schiava Tia, e le isole dei Caraibi svelano nuovi pericoli, come le tribù di antropofagi, storicamente non presenti in quell’area ma che funzionano ai fini narrativi.

Johnny Depp si conferma il grande mattatore della saga, Orlando Bloom e Keira Knightley sono perfetti come coppia romantica anche se a tratti un po’ leziosi, ottime le new entry Bill Nighy, irriconoscibile sotto il trucco di Davy Jones, e Stellan Skarsgård, attore scandinavo diventato famoso a livello internazionale non più giovanissimo dopo una carriera folgorante tra cinema e teatro nel suo paese, padre anche di due interpreti promettenti di vari film e serie TV. Naomie Harris è una nemica affascinante, pronta a svelare poi un’identità segreta e ancora più inquietante nel film successivo.

Il secondo capitolo della saga di Pirati dei Caraibi, non autoconclusivo e con un finale aperto che rende necessari nuovi sviluppi, soffre però di alcune eccessive lungaggini che appesantiscono la storia, con reiterazione di situazioni che strizzano l’occhio a videogiochi come Monkey Island ma che non sempre funzionano sul grande schermo.

Mentre il primo film filava liscio tra omaggi agli archetipi del genere e elementi fantastici, il secondo si arena spesso e perde ritmo, riprendendo fiato solo verso la fine, con la comparsata di Barbossa, dato per morto e invece vivo e vegeto. Il successo premia anche questo film, gli appassionati si dividono perché malgrado ci siano personaggi e atmosfere del capitolo precedente, qui c’è qualcosa che stona.

Elena Romanello