UN CANNIBALE DI NOME DEODATO: IL CINEMA THRILLER – HORROR DI UN REGISTA AMERICANO 12

Capitolo Dodicesimo

The Barbarians e il ritorno al peplum

The Barbarians & Co. esce nel 1987 ma viene girato poco prima di Camping del terrore. La sceneggiatura è di James R. Silkie, i dialoghi di Ricky Sacco, la fotografia di Gian Lorenzo Battaglia, le musiche di Pino Donaggio, il montaggio di Eugenio Alabiso, la scenografia di Giuseppe Mangano, i costumi di Francesca Panicali e Michela Gisotti, il trucco di Francesco e Gaetano Paolucci. Il film gode di produzione americana (Menahem Golam e Yoram Globus per Cannon Productions), distribuito niente meno che da Warner Bros.  Interpreti principali: Peter Paul e David Paul (due culturisti che interpretano i gemelloni barbari), Eva La Rue, Richard Lynch, Virginia Bryant, Sheeba Ala Hani, Marilda Donà, Michael Berryman, Franco Pistoni, Raffaella Baracchi, Jane Keller, Paolo Risi, Luigi Montefiori (more solito si fa chiamare George Eastman), Franco Daddi.

Confesso di non amare molto il peplum, quindi il mio entusiasmo per questo genere di pellicola non può che essere moderato. Ma i miei gusti personali niente devono togliere alla grandezza di quello che può essere considerato uno dei migliori lavori di Deodato. Tra l’altro la produzione americana gli consente di sbizzarrirsi ancora di più, senza dover fare i conti con la cronica ristrettezza di mezzi del cinema italiano. Per il cinema peplum di Deodato rimando all’appendice curata da Maurizio Maggioni che approfondisce la trattazione di Ursus il terrore dei Kirghisi e The Barbarians & Co..

Deodato arriva a film già iniziato per sostituire un non bene identificato regista nordamericano allontanato dalla produzione. Quando Deodato arriva sul set modifica tutto, perché ritiene la storia troppo vecchio stampo, e trasforma il film in un suo lavoro personale. Il prodotto che viene fuori è una pellicola gustosa e divertente che costa poco meno di cinque miliardi di vecchie lire. Deodato s’inventa due gemelloni dai muscoli incredibili che litigano tra loro e menano di santa ragione. Ma tutta la pellicola è piacevole: dalla storia che si pone sulla scia dei vari film con protagonista Conan, all’ambientazione curata, alle scenografie suggestive. La musica di Pino Donaggio è in perfetta sintonia con il film. Gli esterni vengono girati vicino Roma, a Torcaldara, le comparse sono tutte italiane, così come buona parte del cast, soprattutto femminile, in ogni caso sempre all’altezza. Un lavoro girato con un taglio molto pubblicitario, ricco di costumi colorati, di luci, ben riuscito. Deodato finisce per convincere tutti.

La trama è molto semplice, quasi convenzionale. La storia è ambientata in un mondo fantastico, tanti secoli fa, in una terra popolata da animali mostruosi, coraggiosi paladini e streghe. Un magico rubino racchiude il segreto della felicità e il perfido Kadar vuole rubarlo alla tribù dei Ragnicks. Ci penseranno i due gemelli Gore e Kutchek a contrastarlo a dovere.  Pregi non da poco: il ritmo sostenuto, all’americana come dice lo stesso Deodato, la scenografia e una fotografia eccellente. Nonostante tutto il trascurabile Mereghetti lo definisce una roboante e ingenua ostentazione di muscoloni all’italiana, con qualche bella barbara discinta.

Dice lo stesso Deodato a proposito di The Barbarians & Co.: “È un film all’americana, di fantasia, molto spettacolare, proprio come piacciono a me. C’era una bella produzione dietro e mi sono potuto sbizzarrire. Certo mai come nei veri film statunitensi, noi si doveva fare un po’ di economia, stringere il campo per far apparire che c’erano più comparse, usare un po’ di accorgimenti tecnici. I due personaggi dei gemelloni sono fantastici: litigavano davvero anche nella realtà durante le riprese. E allora ho deciso di inserirci un po’ di elementi comici che servono a stemperare le scene più avventurose. Sono contento perché la gente ha riso tanto in questo film e la sua comicità è internazionale. Si ride in Italia come in America. Rivedendolo oggi direi che se potessi girarlo di nuovo ci metterei ancora più comicità”.

A proposito dei gemelli culturisti pare che la muscolatura esibita nel corso della pellicola fosse soltanto dono di estrogeni anabolizzanti. “Dovevamo fermare le riprese ogni mezz’ora per aspettare che si rigonfiassero a forza di siringhe” dice Deodato.

The Barbarians & Co. rappresenta un ritorno episodico al peplum all’italiana, un tentativo di rinverdire i fasti di un genere che aveva già visto all’opera anche un giovane Deodato con Ursus il terrore dei Kirghisi. Abbiamo già parlato di questo film attribuito a Margheriti e in tale sede abbiamo cercato di fare un po’ di storia del peplum italiano. The Barbarians & Co. - a nostro modesto parere – è più un tributo a certe opere fantasy all’americana stile Conan. Il peplum classico italiano si basa su figure mitologiche e storiche (Ercole, Ursus, Maciste …) e non inventa mai personaggi di pura fantasia.

Solo un rapido accenno merita il film avventuroso Per un pugno di diamanti,  meglio noto come Lone Runner o Lo scrigno dei mille diamanti. La pellicola viene girata nel 1988 con un cast di attori americani, tra i quali spiccano Milees O’ Keeffe, John Steiner, Savina Gersak e Donald Hodson. Produttore è il famoso Ovidio G. Assonitis che Deodato non ricorda con piacere per la sua caratteristica di padre padrone del set. Tristemente famoso per aver cacciato via registi come Cameron e averli sostituiti in corsa con semplici assistenti, spesso finendo per dirigere lui in prima persona. A Deodato va meglio, ma se la deve vedere con un film privo di una vera sceneggiatura. Oltre tutto il budget è molto povero e la distribuzione carente. In sintesi la trama. Siamo nel deserto del Sahara, dove una bella fanciulla viene rapita da alcuni banditi. Il fidanzato fa l’impossibile per liberarla e riportarla a casa sana e salva. Un film dimenticabile.

(12 – continua)

Gordiano Lupi