UN FANTASTICO FOGLIO LETTERARIO INVERNALE

Le Edizioni Il Foglio Letterario, per questo inverno lungo e freddo, ci propongono tre nuovi interessanti volumi per tutti gli amanti della buona lettura, che spaziano dalla narrativa alla saggistica strizzando sempre l’occhio ai nostri generi preferiti.

Cominciamo con METROPOLI (85 pagine; 8 euro) di Raffaello Mori Pometti, un racconto che non può non definirsi onirico e che è in grado di far venire in mente il Buzzati del Deserto dei Tartari; ma, allo stesso tempo, lascia spirare il profumo delizioso di tempi passati, quasi che gozzaniamente volesse evocare il mitico salotto di Nonna Speranza mentre talvolta è capace di evocare, come attraverso un cannocchiale, in trasparenza e amaramente, i tempi nostri. Ancora una volta Raffaello Mori Pometti si cimenta con la narrativa e ci regala un mondo fantastico, in un continente sconosciuto, dove però si agitano – viste come attraverso un cristallo – passioni e difficoltà, lotte politiche e stragi efferate, le stesse ben conosciute anche nel nostro mondo reale. Come ha ben colto il professor Giovanni Grottanelli de’ Santi, nella sua delicatissima prefazione che accompagna questo volume, “Mori Pometti cavalca il confine tra il reale e l’irreale con consumata maestria e riesce a tenere insieme, senza stridore, la fantasia, l’ironia, il senso tragico della vita e… l’attenzione del lettore

Raffaello (Lello) Mori Pometti è nato a Siena il 16 settembre 1931, dove ha esercitato per ben sessanta anni la professione di avvocato penalista, intervenendo anche in molti altri Fori sparsi sul territorio nazionale, da Ivrea a Palermo. Ha costituito un circolo ristretto, chiamato “Cenacolo Penale Toscano”, che raggruppava un penalista di ogni Foro della regione: una associazione che, autogovernandosi, consentiva un proficuo scambio di esperienze tra i partecipanti. Da senese verace, si è occupato con entusiasmo del Palio e ha portato la sua Contrada, quale Capitano, a trionfare sul Campo per ben due volte, divenendone poi Priore. È stato un grande amante della caccia ed ha curato con impegno gli interessi familiari, fronteggiando anche la riforma agraria e le sue immaginabili conseguenze. Vive a Siena, nutrendosi di molti teneri ricordi, senza mai dimenticare la fondamentale “passione” che ha riempito la sua vita. Con le Edizioni Il Foglio ha recentemente dato alle stampe i romanzi brevi “Passione”, “Lo Storpio e il Solitario”, “L’Equivoco”, “Il grappolo”.

Per la collana “La cineteca di Caino” vi segnaliamo invece il volume LA PAURA CAMMINA CON I TACCHI ALTI – IL GIALLO ALL’ITALIANA RACCONTATO DALLE PROTAGONISTE E DAI PROTAGONISTI DEL CINEMA DEGLI ANNI SETTANTA (290 pagine; 18 euro) di Stefano Iachetti.

Fu l’avvento del genere thriller a imporre la presenza di attrici dalla bellezza assoluta, vittime o carnefici, in storie molto spesso ubicate in città estere e ambientate in contesti alto borghesi. La narrazione alternava intrecci morbosi tra lui, lei e l’altra/o, ovvero ricerche spasmodiche di eredità o di premi assicurativi in caso di morte (procurata). Le protagoniste dei film thriller (successivamente anche delle commedie), così come le eroine dei fumetti erotici, pur esposte senza veli e destinate soprattutto al piacere maschile, in realtà si muovevano in contesti narrativi dove l’uomo veniva ridicolizzato…

Leggiamo un estratto: “…Negli anni ’70 ero troppo piccolo per entrare in un cinema a vedere quei film (sempre “orgogliosamente” v.m. 18) con titoli dal fascino evocativo e conturbante (solo ad esempio: Che cosa avete fatto a Solange?, Perché quelle strane gocce di sangue sul corpo di Jennifer?). Ero ammaliato dalle immagini dei manifesti e dalle bellissime locandine, con quei volti meravigliosi, contratti in un’espressione di terrore. I miei sogni erano frequentati dalle mitiche attrici dai nomi esotici e dalla bellezza magnetica: Dominique, Erika, Femi, Malisa, Nieves… A quei sogni dedico questo libro, ricco di suggestioni e di racconti delle protagoniste, di alcuni registi e dei loro collaboratori. E anche un desiderio di riaccendere le luci sul quel cinema nostrano popolare, spesso liquidato come mero fatto commerciale, invece ricco di intuizioni e di tocchi geniali, di autentiche invenzioni, sia stilistiche che narrative”.

Stefano Iachetti nasce e vive a Roma, dove lavora presso il Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale, è anche fotografo e autore. Nel 2008 ha curato (con Alfredo Baldi) il libro Esercizi sulla bellezza, edito da Electa Mondadori e Centro Sperimentale, dedicato ai seminari del Maestro Piero Tosi; nel 2014 ha realizzato il volume Asia Argento: la strega rossa, edito da Edizioni Sabinae e Centro Sperimentale, presentato, insieme all’omonima mostra fotografica, al “Festival del film di Roma 2014”. Questo è il suo terzo libro.

Infine non potete perdere DI LEO CALIBRO 9 – EROTISMO E NOIR NEL CINEMA DI FERNANDO DI LEO (330 pagine; 15 euro) di Gordiano Lupi e Davide Magnisi.

Quentin Tarantino ha rivalutato molti artigiani del nostro cinema vituperati e distrutti dalla critica italiana. Tra questi soprattutto Fernando di Leo, regista simbolo del noir alla Scerbanenco, di un poliziottesco atipico e originale, di un erotismo intriso di violenza e perversione. “Nei film girati da di Leo c’è sempre un’ironia di fondo, anche nelle pellicole più truci. I miei debiti di passione e cinematografici con questo regista sono tanti…” afferma Tarantino. Gordiano Lupi e Davide Magnisi affrontano con spirito critico e molte testimonianze dirette l’analisi del percorso cinematografico del cineasta pugliese in un libro fondamentale per conoscere a fondo e senza pregiudizi l’opera di Fernando di Leo.

Gordiano Lupi (Piombino, 1960). Tra i suoi lavori di argomento cinematografico ricordiamo: Filmare la morte – Il cinema horror e thriller di Lucio Fulci (Il Foglio, 2006), Fernando di Leo e il suo cinema nero e perverso (Profondo Rosso, 2009), Fellini – A cinema greatmaster (Mediane, 2009), Cozzi stellari – Il cinema di Lewis Coates (Profondo Rosso, 2009 – edizione USA, 2011), Tinto Brass – poeta dell’erotismo (Profondo Rosso, 2010), Storia del cinema Horror Italiano – vol.1/5 (Il Foglio, 2011 – 2015), Bruno Mattei – L’ultimo artigiano (Il Foglio, 2013). Il suo romanzo più recente è Calcio e acciaio – Dimenticare Piombino (Acar, 2014).

Davide Magnisi, docente e critico cinematografico, ha collaborato con quotidiani, riviste, siti internet e rassegne cinematografiche. Ha pubblicato un volume su Stanley Kubrick (Gli orizzonti del cinema di Stanley Kubrick, 2003) e preso parte a numerosi libri collettanei (Cineasti di Puglia, 2006-2007; 10 – Il cinema di Sergio Rubini, 2011; Riccardo Cucciolla, 2012; Il cinema di Giorgio Pastina, 2014; Il cinema di Domenico Paolella, 2014). Membro del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani e della Fipresci, è stato più volte giurato in festival del cinema internazionali.

Buona lettura.

A cura della redazione