ADDIO AL SIGNOR SPOCK

Forse in molti erano preparati, ma quando succede è sempre un dispiacere: se ne è andato, a 83 anni, per complicazioni di una lunga malattia polmonare Leonard Nimoy, noto per sempre come il signor Spock, il vulcaniano di Star Trek, un personaggio che ha fatto epoca e che è diventato un’icona non solo della fantascienza, ma del fantastico, della tv e di un certo modo di intendere fandom e passioni.

Nimoy era nato nel 1931 a Boston, da una famiglia di immigrati ucraini di cultura ebraica, e iniziò fin da ragazzino a recitare. Il ruolo che l’ha reso famoso è quello di Spock, che accettò per caso, in una serie che rivoluzionò la cultura pop, parlando di razzismo, apertura verso il diverso, viaggi nello spazio e avventura.

Oltre a Spock, Nimoy è comparso in varie altre serie tv, come Mission Impossible, Colombo e da anziano in Fringe, ha diretto episodi e film come Tre scapoli e un bebé, ha scritto libri, fatto mostre fotografiche, l’altra sua grande passione, curato documentari su vari argomenti culturali, molti inerenti la cultura yiddish, scritto libri, abbracciato cause umanitarie, come la lotta alla dipendenza da alcool, che era toccata anche a lui e che aveva portato via prematuramente la moglie all’amico e collega William Shatner (noto come il capitano Kirk).

Però Spock è stato il ruolo della sua vita: meditativo, simbolo della diversità degli alieni da non temere, saggio, pronto a dare una sua visione del mondo non uguale a quella dei terrestri, e per una corrente di fan anche icona gay, il vulcaniano dell’Enterprise è comparso nelle tre stagioni della serie classica, in tutti i film per il grande schermo fino a Generazioni, con un’importante storyline a lui legata, e poi di nuovo nel reboot di Star Trek di Abrams, in cui incontra la sua controparte giovane, interpretata da Zachary Quinto.

Un grande comunque, amatissimo dai fan con cui ha sempre mantenuto un contatto costante e affettuoso, sia partecipando per anni alle convention sia comunicando con i social network, non ultimo Twitter, a cui ha affidato il suo testamento per i fan, scrivendo un paio di giorni prima di volare anche lui nelle stelle: La vita è come un giardino, ci sono momenti perfetti ma non puoi conservarli, solo ricordarli.

Mancherà comunque, alle varie generazioni di fan di Star Trek che si incontrano a fiere e convention per continuare a viaggiare là dove nessuno è mai giunto prima.

Elena Romanello