UNA LUCERTOLA CON LA PELLE DI DONNA

SCHEDA TECNICA

Titolo originale: Una lucertola con la pelle di donna

Anno: 1971

Regia: Lucio Fulci

Soggetto: Lucio Fulci e Roberto Gianviti

Sceneggiatura: Lucio Fulci, Roberto Gianviti, José Luis Martinez Molla e André Tranché

Direttore della fotografia: Luigi Kuveiller

Montaggio: Jorge Serralonga

Musica: Ennio Morricone

Effetti speciali: Carlo Rambaldi

Produzione: Edmondo Amati

Origine: Italia / Spagna / Francia

Durata: 1h e 39’

CAST

Florinda Bolkan, Stanley Baker, Jean Sorel, Leo Genn, Anita Strindberg, Alberto de Mendoza, Ely Galleani (come Edy Gall), Silvia Monti, Georges Rigaud, Mike Kennedy

TRAMA

Carol, figlia di un nobile uomo politico e moglie di Frank un brillante principe del foro, racconta al suo psicanalista il terribile incubo nel quale uccide, nottetempo, a coltellate Julie Durrer, la vicina di casa, dopo aver avuto un rapporto sessuale con lei.

Inaspettatamente, a distanza di poco dalla seduta psicoanalitica di Carol, viene ritrovato il corpo senza vita di Julie con accanto alcuni suoi indumenti. L’influente padre di Carol inizia a indagare per proprio conto, convinto dell’innocenza della figlia. Non fa lo stesso Frank, il marito, intento a teorizzare l’infermità mentale della moglie per essere scagionato dall’accusa di omicidio. Intanto, ricoverata in una clinica per malattie mentali, Carol sembra essere innocente anche per lo sconvolgente suicido del padre. L’uomo ha compiuto l’insano gesto perché convinto della colpevolezza di Frank e, resosi conto dell’impossibilità della sua tesi, decide di lasciare una lettera nella quale si accusa dell’omicidio, per salvare il buon nome della famiglia. Ma l’ultima parola spetterà all’ispettore Corvin. Lui scoprirà che l’omicida è proprio Carol che, ricattata dalla sua amante, si è fatta giustizia da sé per evitare uno scandalo sulla sua omosessualità.

NOTE

Dopo Una sull’ Altra, Fulci decide di continuare a dirigere thriller. Già dal titolo ci rendiamo conto di come fosse influente, nel 1971, la moda argentiana del thriller animalesco, anche se Una Lucertola con la Pelle di Donna vuole mettere in risalto la capacità degli assassini di  mimetizzarsi con la realtà circostante, di apparire normali e di agire a sangue freddo. Si nota sia dal titolo che da una splendida seconda versione della locandina dove il particolare dell’occhio della Bolkan è sostituito con quello di una lucertola. Si tratta pure di un film di contestazione dove si parla di hippie e omosessualità e si critica, senza mai perdere il contatto con il plot thrilling di un film di genere, il periodo dei primi anni Settanta. La protagonista, la splendida e androgina Florinda Bolkan, emblema della contestazione hippie in Indagine su un Cittadino al di Sopra di Ogni Sospetto (1970), qui passa all’altra sponda nei panni di una ricca e nobile signora che si scopre lesbica, fragile e omicida. Nelle prime opere filmiche di Fulci c’è tutto il materiale per teorizzare non solo una vena di contestazione ma anche una pesante e voluta misoginia del regista che già in un recente passato, con le sceneggiature di A Doppia Faccia (diretto da Riccardo Freda) e Una sull’Altra, era stata sottolineata.

La donna come elemento scatenante, come essere votato a torbidi pensieri e atti impuri, era già un leitmotiv tipico del nostro horror gotico. Mario Bava (si veda per tutti: La Frusta e il Corpo), Antonio Margheriti (Contronatura) e Riccardo Freda (tra i tanti: L’Orribile Segreto del Dott. Hichcock) avevano già portato avanti un discorso misogino che spesso trascendeva nel sadico, cercando un appiglio o una giustificazione nella presunta indole traditrice e saffica della donna. Tutto questo sia per un’estrema forma di estetizzazione del modello principale, l’horror gotico in stile Hammer, sia per motivi di mercato. Fulci non è insensibile, da amico, sceneggiatore o assistente dei migliori registi del nostro gotico, a questo luogo comune. A lui va il grande merito di aver inserito, almeno in questo Una Lucertola con la Pelle di Donna, un elemento legato alla contestazione della fine degli anni Sessanta ma anche qualcosa di esistenziale, un discorso che arriva alla critica della famiglia come istituzione. Il padre di Carol si suicida per salvare la famiglia da una scandalo ma lei, in clinica, appena apprende la notizia non versa neppure una lacrima.

A un cast di ottimi attori e all’ottima colonna sonora di Ennio Morricone si contrappone la regia salda, ma non particolarmente ispirata, di un Fulci alla sua seconda prova nel genere.

Il film nelle sue ambizioni sociologiche non esclude la psicoanalisi, l’onirico, tematiche frutto della lunga collaborazione con Roberto Gianviti, sceneggiatore che accompagnerà l’esordio del thriller e tutta la prima parte della carriera del regista. Nel film intravediamo pure un trait d’union con gli psicotici gialli di Riccardo Freda, rappresentato dall’utilizzo dello sceneggiatore francese André Tranché (che ha firmato i dialoghi del film di Freda L’Iguana dalla Lingua di Fuoco). Per la psicologia che abbonda e per i temi trattati, sorge spontaneo un paragone con Repulsion (1965) di Roman Polanski, anche se la lenta discesa di Catherine Deneuve verso la dissociazione psichica è di natura diversa rispetto a quella della Carol del film fulciano. In Repulsion c’era il trauma dell’incesto o della sindrome di Edipo, mentre in Una Lucertola con la Pelle di Donna troviamo “solo” un’omosessualità latente che serve al regista per condannare una società e una categoria. Il film di Polanski è uno splendido psicodramma alla maniera del più raffinato Hitchcock mentre, con altri limiti ma anche con altre ambizioni, la pellicola di Fulci si attesta in una categoria medio – alta dove trova spazio la contestazione e l’underground. Ci pare appropriato il paragone con quella piccola chicca del cinema “sotterraneo” che è stato Wonderwall (uscito da noi come Onyricon).

Da ricordare la sequenza shock in un ospedale dove si mostrano alcuni cani sventrati, una scena costata ore di lavoro a Carlo Rambaldi, il geniale effettista creatore di ET, e pure una denuncia per maltrattamento agli animali. Rambaldi dovette spiegare che si trattava di finzione e fu obbligato a ripetere l’effetto speciale in un’aula di tribunale per evitare guai con la giustizia.

Una Lucertola con la Pelle di Donna è un film che tiene molto alla decorazione degli ambienti. Gli arredamenti e i costumi sono suggestivi e d’epoca. Potrebbe essere un affresco contestatorio di un epoca, un documento che in ogni caso è soprattutto puro cinema di genere, di quello che il regista sapeva fare come pochi.

Per finire, una puntualizzazione: Fulci si ostinerà ad ambientare i suoi thriller all’estero… Sembra che prediliga l’Inghilterra (sin dalla sceneggiatura di A Doppia Faccia, ambientato nella swinging London) una peculiarità che significa un pesante distacco (almeno nelle location) dalla moda argentiana, ma anche un massimalismo ostentato e compiaciuto che porterà Dario Argento a dire: “Fulci? Quando esagera mi fa sorridere!” (Roberto Pugliese, Dario Argento; Il Castoro).

Gordiano Lupi & As Chianese

(tratto dal libro Filmare la morte – Il cinema horror  e thriller di Lucio Fulci - Edizioni Il Foglio, 2007)