FRANCESCO VERSO & FRANCESCO MANTOVANI

Scrittore pluripremiato e tra i più prolifici e interessanti in Italia, Francesco Verso torna, insieme all’amico Francesco Mantovani, con una novità di cui già vi abbiamo parlato, ovvero il progetto “Future Fiction”. Per farci raccontare di cosa si tratta, siamo andati a pescarli tutti e due.

COMINCIAMO CON CHI CONOSCIAMO MEGLIO… CIAO FRANCESCO (VERSO) E BEN RITROVATO SULLA ZONA MORTA. L’ULTIMA VOLTA CHE CI SIAMO SENTITI, PARLAVAMO DELL’USCITA DI “LIVIDO”, IL TUO ROMANZO VINCITORE DEL “PREMIO ODISSEA 2013”: COME E’ ANDATA POI?

È andata bene: Livido, oltre a essere pubblicato in Italia dalla Delos Books, è stato venduto all’editore australiano Xoum e uscirà in inglese sia in formato cartaceo che in ebook nei prossimi mesi sulla collana Fantastica SF.

E DA ALLORA A OGGI COSA E’ CAMBIATO PER FRANCESCO VERSO?

Il mio mestiere è raccontare il futuro e quindi continuo a farlo, sempre di più per il mercato estero che non per quello italiano. Ho due romanzi inediti BloodBusters – una storia grottesca di esattori ematoriali che prelevano le tasse direttamente dal sangue dei contribuenti – e un’altra, I Camminatori, che tratta della scomparsa del cibo e della nascita di una nuova società – anche se per certi versi antica – una società solare, creativa e nomade, fondata sulla nanotecnologia, il cloud computing e il 3D printing.

RECENTEMENTE HAI DATO IL VIA A UN NUOVO PROGETTO CHE SI CHIAMA “FUTURE FICTION”. CE NE VUOI PARLARE?

Sì, insieme al mio socio madrileno Francesco Mantovani, abbiamo aperto una collana di narrativa dal nome Future Fiction per l’editore Deleyva. Si tratta di un progetto che ha due obiettivi: il primo è lo scouting dei migliori racconti di genere futuribile provenienti principalmente da paesi non anglofoni. Tra qualche settimana uscirà il greco Michalis Manolios con due racconti (Aethra – Premio Aeon 2010 – e L’altra mamma), il rumeno Cristian Teodorescu (uno dei maggiori scrittori di fantascienza del suo paese con Big Bang Larissa) e la riedizione del canadese Robert J. Sawyer con il racconto La mano servita. Il secondo obiettivo è la transmedialità: l’adattamento cioè delle migliori di queste storie in forme diverse dalla narrazione scritta, e quindi webseries, installazioni dal vivo, performance teatrali, video-mapping e oggetti stampanti in 3D.

QUALI SONO GLI OBIETTIVI CHE VI PREFIGGETE?

Francesco Mantovani: Creare, nel giro di due o tre anni, una comunità di appassionati; vorrei che queste persone agissero come evangelisti del futuro, capaci di risvegliare la curiosità degli altri nel domani e nelle implicazioni sociali che il mutare delle tecnologie ci regalerà. Volendo essere più pragmatici, tra ventiquattro mesi, dopo una ventina di pubblicazioni, tre o quattro spettacoli teatrali e almeno una webserie, credo che potremo sederci intorno a un tavolino e capire se il primo stadio di questa missione ci ha soddisfatti o meno. Ma sarà solo l’inizio.

QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA CREAZIONE DI QUESTA INIZIATIVA?

Francesco Mantovani: Ci sono scrittori geniali e generosi, quindi trovare le storie non è stato un problema. Ci sono grafici di grande sensibilità, quindi ideare la veste di FF è stato divertente. Ci sono performer teatrali, artisti multimediali e creativi con enorme passione e capacità, quindi creare modi diversi per raccontare le storie è stata una scoperta. Infine, quando Francesco Verso ha messo sul tavolo Deleyva Editore come partner, c’è stato anche qualcuno che ha saputo ascoltare un’idea e aiutarci a darle forma. Il problema più frustrante, alla fine, sono stati i vincoli burocratici: in Italia è difficile creare dal nulla un’officina creativa come FF, il rischio di farsi scoraggiare dai limiti della burocrazia e della legislazione, sono altissimi. Ma non ci siamo lasciati scoraggiare: l’opportunità andava colta.

QUANTO E’ IMPORTANTE LA MULTIMEDIALITA’ PER “FUTURE FICTION” E COME AVETE INTENZIONE DI METTERLA IN PRATICA?

Francesco Mantovani: perché limitarsi a descrivere una storia, quando possiamo rappresentarla e farla vivere, anzi, quando possiamo dare al lettore la possibilità di immergersi in essa? Francesco (Verso) è un precursore, ha capito che la letteratura tornerà a essere opera di talentuosi menestrelli. Future Fiction sarà, è già, la trasposizione di questa idea: una storia vivrà tante volte, moltiplicando il suo potenziale di affascinare e conquistare il lettore, l’ascoltatore, il giocatore…

Francesco Verso: Se puntassimo sul futuro senza considerare l’evoluzione delle forme di espressione e di comunicazione verrebbe meno il presupposto principale del concetto stesso di Future Fiction, per questo ci pare naturale esplorare i nuovi media senza pregiudizi: la narrazione orale e corporea del teatro, quella scritta in formato elettronico, quella per immagini di una serie web e quella emotiva di un’installazione dal vivo ci paiono tutte assolutamente degne. Per raggiungere questo scopo, stiamo rodando una squadra di professionisti provenienti da settori diversi per costruire una Future Fiction Factory, un laboratorio sperimentale dove a un input qualunque (storia scritta, canzone, oggetto stampato in 3D) possa corrispondere una narrazione diversa (illustrazione, performance teatrale, e-book).

VISTO CHE IL PROGETTO PUNTA SUGLI E-BOOK E DAL MOMENTO CHE ULTIMAMENTE E’ CAPITATO SPESSO DI POTERTI LEGGERE ANCHE IN FORMATO DIGITALE, SECONDO TE QUALE SARA’ IL FUTURO DELL’EDITORIA? VEDREMO PIAN PIANO SCOMPARIRE IL CARTACEO A FAVORE DEGLI E-BOOK O PENSI CHE QUESTE DUE REALTA’ POSSANO CONVIVERE ANCORA PER LUNGO TEMPO?

Francesco Mantovani: I libri cartacei sono sempre stati elitari, solo in tempi recenti hanno conquistato le masse. Secondo me i libri torneranno a essere pochi, quei pochi che noi lettori vorremo stampare. E sarà un ulteriore passo in avanti dell’umanità che, nel contempo, potrà leggere di più, a prezzo più basso e con la possibilità di godere della multimedialità offerta dagli e-book. Non ci affezioniamo al mezzo: è la storia che conta.

Francesco Verso: Credo che il futuro sia digitale, anzi il presente. Il nostro paese, per congiunture storico-sociali, è indietro ma all’estero il digitale è arrivato a coprire quasi il 50% del mercato editoriale. E credo che la quota resterà all’circa questa. Non prevedo che la carta scompaia, solo che diventerà la forma preferita per la valorizzazione dei libri che lo meritano. Guardando la vetrina di una libreria (ovviamente esistono eccezioni) non credo che se ci privassimo del 50% di quanto esposto perderemmo granché dal punto di vista culturale. La carta diventerà quindi un premio a cui potranno aspirare solo i libri migliori.

COSA DOBBIAMO ASPETTARCI DAL FUTURO DI “FUTURE FICTION”?

Future Fiction è un progetto fondato sulla passione di chi ci lavora e molto dipenderà dal supporto che riusciremo a raccogliere. Dal lato editoriale ad aprile pubblicheremo il romanzo di Clelia Farris, ambientato in un Egitto alternativo e biotecnologico dal titolo “La pesatura dell’anima, in una versione rieditata dall’autrice stessa e arricchita di nuovi contenuti. Dal lato transmediale invece, insieme alle performer Katiuscia Magliarisi e Chiara Condrò, e la regia multimediale di Luca Biada, stiamo per mettere in scena al Teatro Tor di Nona di Roma l’adattamento teatrale del racconto di James Patrick Kelly  intitolato “La casa di Bernardo”. Inoltre continuiamo ad arricchire lo spettacolo open-source di fantascienza The Milky Way che ha avuto già numerose repliche durante la scorsa stagione teatrale. Infine sto adattando insieme allo sceneggiatore Antonio Cardia, un mio racconto, Flush, in forma di webserie in inglese finanziata su Kickstarter insieme allo studio Grapevine e alla New Media Agency BCAA.

E DA QUELLO DI FRANCESCO VERSO?

Se riesco a portare avanti tutte queste attività, il mio futuro è già abbastanza pieno. Comunque conto di finire il secondo libro de I Camminatori, dal titolo provvisorio di No/mad/land, entro il 2015. Ho già in mente un altro romanzo, insieme a Francesco Mantovani, che potrebbe chiamarsi Manà di cui però non vorrei dire nulla essendo ancora troppo prematuro. Una cosa però posso dirla, mi troverete di sicuro nel futuro.

E NEL FUTURO NOI VI ASPETTEREMO!

Davide Longoni