CLELIA FARRIS

In un panorama letterario italiano ricco di firme femminili specializzate soprattutto nel genere fantasy, Clelia Farris è un caso a sé perché ha optato invece per la fantascienza, con ottimi risultati tra l’altro. Dopo la pubblicazione del suo ultimo romanzo “La pesatura dell’anima”, siamo quindi lieti di ospitarla sulle pagine della Zona Morta.

COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È CLELIA FARRIS?

Una persona come tante, forse un poco più asociale della media.

VUOI PARLARCI DELLE TUE PRODUZIONI PRECEDENTI?

Nel 2004 ho vinto il concorso “Fantascienza.com” con “Rupes Recta”. Era il mio secondo romanzo e vincere è stata una sorpresa. L’anno seguente ho scritto “La pesatura dell’anima”, che mi ha richiesto diverse revisioni. Trama complicata e molti personaggi. Mi sono presa una pausa scrivendo “Nessun uomo è mio fratello”, che ha un’idea di base semplice e una storia che ruota attorno a un solo personaggio. “Nessun uomo è mio fratello” ha vinto il premio “Odissea 2010” ed è stato pubblicato dalla Delos.

RECENTEMENTE È USCITO IL TUO ULTIMO ROMANZO INTITOLATO “LA PESATURA DELL’ANIMA”. VUOI PARLARCENE?

Come ti ho detto, ho iniziato a scrivere “La pesatura dell’anima” nell’estate del 2005. Ho buttato giù duecento pagine in breve tempo, poi le ho rilette e le ho gettate nella spazzatura. Ho ricominciato da capo. Il secondo tentativo è andato meglio, ma la storia si è gonfiata e allargata mentre procedevo, ho dovuto tagliarla ferocemente per darle una struttura un poco più lineare. E già così com’è nella versione edita la trama gialla è rimasta intricata.

COME È NATA L’IDEA DI FONDO DEL ROMANZO, CHE MESCOLA COSÌ SAPIENTEMENTE FANTASY E FANTASCIENZA CONDITE CON UNO SPRUZZO DI FANTA-RELIGIONE?

Ho iniziato chiedendomi se la pena di morte potesse avere un valido motivo a sostegno, che non fosse la banale legge del taglione. Per esempio, se l’uccisione di un assassino consentisse di riavere la sua vittima, viva e vegeta. In questo caso ci sembrerebbe più giusto condannare a morte? Questa è stata la base. Mi piaceva l’idea della resurrezione come risarcimento della vittima. Poi ho pensato all’antico Egitto, che possedeva la prima religione mediterranea che parlasse di resurrezione. È vero che anche l’Attis frigio rinasce ogni primavera, ma gli egizi avevano un pantheon e una simbologia più interessanti.

QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA CREAZIONE DEI PERSONAGGI?

Trovo difficili i personaggi femminili. Mi parlano poco, sono introversi, misteriosi, complicati. Come le donne reali. Naïma, la protagonista del romanzo, mi ha dato molto filo da torcere.

IN QUESTI ANNI DI ATTIVITÀ HAI SEMPRE AVUTO UNA PREDILEZIONE PER IL FANTASTICO. CHE SIGNIFICATO HA PER TE QUESTA TEMATICA?

La scrittura non è mai una semplice riproduzione della realtà, ma evidentemente a me non basta il filtro letterario, ho bisogno di trasformare il quotidiano in qualcosa di più avvincente. E poi la fantascienza permette di portare all’estremo le ipotesi su grandi temi: il futuro del pianeta, l’immortalità, la trasformazione della società, i mutamenti del corpo umano.

VENIAMO A UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER TUTTE LE TUE STORIE?

Bevo, fumo, mi inietto ogni sorta di droga. Sto scherzando. Sono una che osserva molto e rimugina molto. Certo, l’ispirazione è qualcosa di indefinibile, non so mai cosa mi farà scattare la molla che poi mi spinge a inventare una storia.

QUALI SONO I TUOI SCRITTORI PREFERITI?

È difficile fare una scelta. Forse per la fantascienza direi Lem. In senso più generale Bulgakov, Jane Austen, Pavese. Di recente ho scoperto Lansdale e mi ha entusiasmata.

E PER QUANTO RIGUARDA I FILM, CHE CI DICI?

Al primo posto l’horror. Però è difficile trovare un buon horror, sono molto selettiva. Il mio mito cinematografico però è Hitchcock, e quest’anno ho avuto la fortuna di poter vedere “Psycho” al cinema.

ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?

Spero di continuare a scrivere e di scrivere finalmente un romanzo con un buon personaggio femminile! Il mio sogno nel cassetto è il cinema: mi sarebbe piaciuto scrivere sceneggiature.

IN BOCCA AL LUPO ALLORA E… A PRESTO!

Davide Longoni