LOREDANA LA PUMA

E’ l’autrice del romanzo “Il cerchio si è chiuso”, il primo libro pubblicato dalla giovane ma agguerrita casa editrice “La Penna Blu”: si chiama Loredana La Puma e l’abbiamo raggiunta nella sua Sicilia per farci raccontare un po’ di lei. Sentiamo cosa ci ha detto.
COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È LOREDANA LA PUMA?
Una persona che ama inventare storie e metterle nero su bianco, una scrittrice se vogliamo, anche se prima di potermi fregiare di questo titolo credo che dovrò farne ancora molta di strada! Sono nata e cresciuta a Palermo, letteralmente a pane e libri. L’anno scorso mi sono laureata in Scienze e Tecnologie dello Spettacolo e alla fine del 2008 ho finalmente potuto coronare il mio sogno: pubblicare il mio primo romanzo.
VUOI PARLARCI DELLE TUE PRODUZIONI PRECEDENTI?
Se parliamo di pubblicazioni, in realtà non ce ne sono state altre. “Il cerchio si è chiuso” è il mio romanzo d’esordio. Non è ovviamente il mio primo lavoro in senso assoluto, visto che imbratto fogli fin da quando ero bambina, ma niente di particolare o che fosse meritevole di essere mostrato in pubblico. Fino all’adolescenza la scrittura era solo un hobby insieme a tanti altri, per giunta quasi del tutto abbandonato dopo il liceo. Solo da qualche anno questa attività è diventata il cardine della mia esistenza, quello di cui voglio davvero occuparmi e che mi fa sentire veramente viva.
DA QUALCHE TEMPO HAI PUBBLICATO IL ROMANZO “IL CERCHIO SI È CHIUSO”. VUOI PARLARCENE?
Come ho accennato nella risposta precedente, questo romanzo ha rappresentato per me un vero e proprio punto di svolta. E’ iniziato come i miei tanti precedenti esperimenti di scrittura, quasi come un gioco. Tuttavia man mano che andavo avanti è diventato qualcosa di completamente diverso. La stesura già di suo è stata un’esperienza stranissima, mai provata prima: mentre scrivevo, la storia e i personaggi hanno quasi preso il sopravvento su di me, prendendomi per mano e conducendomi dove volevano loro piuttosto che dove volevo io. Nella mia mente e sulla carta (o meglio, sullo schermo del pc) le vicende si intersecavano e si sviluppavano a una velocità incredibile, e quando ogni tanto la trama stava per giungere a uno snodo problematico quasi per magia la soluzione sembrava arrivare da sola. A volte avevo la sensazione di essere solo uno strumento attraverso cui la storia si raccontava ed è stato proprio questo a convincermi a tentare una strada che fino a quel momento non avrei mai neppure immaginato: quella della pubblicazione. Quello che ne è venuto fuori alla fine (a prescindere dalle mie intenzioni iniziali) è stato un singolare real fantasy ambientato a Palermo, la mia amata città, che si snoda principalmente nella sua parte più antica e affascinante. Non mancano un’eroina, il mio alter-ego Elli, la guerra fra il Bene e il Male (che in questo caso finisce per configurarsi come una lotta fra la Libertà e il Controllo), dei cattivi abbastanza inquietanti e un oggetto magico attorno a cui ruota non solo questo romanzo, ma anche i due successivi episodi della saga: il misterioso Averon, che potete ammirare nella copertina del libro magistralmente realizzata da Vlad Sandrini.
IL ROMANZO AVRÀ UN SEGUITO? E SE SÌ, COSA DOVREMO ASPETTARCI IN FUTURO?
Come dicevo prima, il romanzo avrà due seguiti: “La Città di Pietra” (già al vaglio della casa editrice) e “Il Mondo di Atlan” (ancora in fase di stesura). Sicuramente quello che il lettore dovrà aspettarsi è un progressivo cammino dal realismo al fantasy. Le situazioni dei due libri successivi saranno più “fantasiose”, più svincolate dal realismo presente nella prima metà de “Il cerchio si è chiuso”. Personalmente sono molto soddisfatta del secondo libro e spero davvero che in tanti potranno leggerlo.
TI SEI AFFIDATA PER LA PUBBLICAZIONE DEL TUO ROMANZO ALLA NEONATA CASA EDITRICE “LA PENNA BLU”. VUOI RACCONTARCI COME È ANDATA E QUALI SONO STATI I RAPPORTI CON LORO IN FASE DI EDITING? IN PRATICA, COSA CI SIAMO PERSI?
Innanzitutto, bisogna dire che il percorso per giungere alla tanto sospirata pubblicazione non è stato affatto semplice o lineare. La prima stesura risale infatti alla primavera del 2005, e da quel momento in poi le ho tentate tutte: inizialmente ho bussato alla porta di un’agenzia letteraria (con scarsi risultati) e poi a quella di moltissime case editrici, grandi, medie e piccole (con risultati ancora più scarsi). Ho evitato con cura soltanto quelle “a contributo”, perché a mio parere si tratta di un sistema che offre ben poche garanzie all’autore.
Sono approdata a “La Penna Blu Edizioni” nel 2008, proprio quando stavo seriamente pensando di gettare la spugna: una casa editrice nuova, giovane, che rifiutava per principio la pratica del contributo (anche sotto forma di copie acquistate) e che intendeva fare del fantasy il suo cavallo di battaglia. Non potevo chiedere niente di meglio, così ho tentato ancora una volta (probabilmente per l’ultima) e ho spedito il mio manoscritto. Nel giro di qualche settimana il libro è passato dalla prima alla seconda valutazione e infine, in una sera di giugno, ho ricevuto una delle e-mail più gradite della mia vita: la casa editrice era interessata a pubblicare il mio romanzo. Da quel momento in poi è iniziato il lunghissimo lavoro di editing, svolto in stretta collaborazione dall’intera redazione e da me. Come detto in altra sede, la filosofia di editing de “La Penna Blu” è molto peculiare: l’editing non deve stravolgere lo stile e la storia, ma solo migliorarne i punti di forza. In altre parole, non vi siete persi praticamente nulla di quello che c’era nel manoscritto iniziale. Il primo aspetto curato è stato quello linguistico. Da questo punto di vista si è intervenuto soprattutto per correggere alcuni miei “difettucci”. Per dirne una, senza essermene mai accorta, facevo un uso veramente smodato del punto e virgola. Ce n’era uno un rigo sì e uno no e toglierli tutti è stata un’impresa. Anche i due punti erano ampiamente impiegati… un pò troppo, così come alcune soluzioni, soprattutto nei dialoghi diretti, che alla lunga risultavano pesanti. Qui e lì erano presenti alcuni periodi piuttosto ingarbugliati e anche in quel caso io e la redazione, a suon di batti e ribatti, abbiamo cercato di modificarli per renderli più scorrevoli. Infine in un paio di scene c’erano dei particolari stonati o che potevano generare incongruenze, così abbiamo cercato e trovato di comune accordo delle soluzioni alternative. A conti fatti non sono state tolte o aggiunte scene, né modificati capitoli. Tutto è rimasto esattamente com’era quando è uscito dalla mia testa, solo in versione più elegante, grammaticalmente corretta e scorrevole. Penso che l’editing in effetti dovrebbe mirare proprio a questo: presentare un romanzo nella sua forma più smagliante, ma senza cercare di stravolgerne la trama o lo stile, che di quel romanzo dovrebbero rappresentare le peculiarità. Non so quante case editrici si attengano a questo principio e secondo me è un vero peccato: di questo passo si rischia di andare verso un vero e proprio livellamento contenutistico e stilistico.
PARTE DEI PROVENTI DEL LIBRO ANDRANNO IN BENEFICENZA. VUOI RACCONTARCI COME E CHI HAI DECISO DI AIUTARE?
Diamo a Cesare quel che è di Cesare: questa splendida iniziativa non è partita da me. E’ stata tutta un’idea de “La Penna Blu Edizioni”. Io stessa ne sono venuta a conoscenza soltanto quando il romanzo è stato presentato sul forum della casa editrice. Devo dire che quando ho appreso la notizia ne sono rimasta piacevolmente colpita. In un mondo come il nostro, dove vige l’imperativo: “arraffa tutto ciò che puoi”, è davvero straordinario che una piccola impresa, nata da poco per giunta, decida di rinunciare a parte dei suoi proventi per aiutare il prossimo. Qualcosa di veramente impensabile e quindi di tanto più lodevole. Per quanto riguarda i beneficiari di questo progetto, credo che “La Penna Blu” stia ancora vagliando le varie alternative.
IN QUESTI ANNI DI ATTIVITÀ HAI SEMPRE AVUTO UNA PREDILEZIONE PER IL GENERE FANTASY E PER IL MISTERO IN GENERALE. CHE SIGNIFICATO HANNO PER TE QUESTE TEMATICHE?
Anche prima di appassionarmi al fantasy come genere letterario (che ho scoperto, in maniera indiretta, grazie al film “La Compagnia dell’Anello” di Peter Jackson), sono sempre stata fortemente attratta dalle storie che possedessero un pizzico di magia e di mistero. Forse fa parte del bagaglio di noi sognatori: la realtà nuda e cruda non ci basta, vogliamo di più. La fantasia ha un ruolo preponderante nella vita dell’uomo, checché se ne dica. Non è la semplice voglia di evadere che ci spinge, quanto piuttosto il desiderio di guardare il mondo con altri occhi, di andare al di là delle apparenze e di quello che si può semplicemente percepire con i nostri sensi. Non bisogna mai dimenticare la realtà, ma occorre anche ricordare che la nostra esistenza, la vita dell’essere umano inteso come entità materiale e spirituale, non si esaurisce qui. Per questo, penso, in ogni storia che scriverò in futuro gli elementi fantastici avranno sempre un loro spazio, che si tratti di romanzi fantasy o meno.
VENIAMO A UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER TUTTE LE TUE STORIE?
Ovunque! Tutto quello che mi accade ormai lo rielaboro in chiave fantasy, mi viene naturale! E’ ovvio che l’ispirazione nasce prima di tutto dal mio vissuto personale e non potrebbe essere altrimenti. Quando si scrive un romanzo, inevitabilmente si finisce per riversare in esso una parte di noi stessi, delle nostre esperienze, delle persone che incontriamo. Scrivere non avrebbe senso altrimenti. In particolare, per quanto riguarda “Il cerchio si è chiuso”, una grandissima fonte di ispirazione (quella principale probabilmente) è stata rappresentata dalla mia città: la sua storia, le sue leggende, i suoi vicoli… questo romanzo non esisterebbe senza di essi.
E infine ci sono tutte quelle storie che ho amato e che mi hanno particolarmente colpita nel corso della mia esistenza, raccontate attraverso i mezzi più disparati: libri, film, serie televisive, cartoni animati, fumetti… Stilare un elenco sarebbe un’operazione infinita, così come sarebbe impossibile individuare gli elementi che ho assorbito dall’una o dall’altra, ma esse in qualche modo sono entrate a far parte del mio background personale, donandomi suggestioni imprescindibili che poi, inconsciamente o meno, sono confluite nelle vicende che io stessa ho inventato.
QUALI SONO STATI GLI SCRITTORI CHE PIÙ HANNO ISPIRATO IL TUO MODO DI SCRIVERE?
Il primo posto spetta a J.K. Rowling. Quando ho scritto “Il cerchio si è chiuso” ero affetta da una gravissima forma di “potter-mania” (in quel periodo avrò riletto i primi romanzi della saga almeno una decina di volte!), e quello che desideravo nel profondo era creare un mondo mio che possedesse la stessa perfezione narrativa e la stessa capacità di risucchiarti al suo interno. Ai posteri l’ardua sentenza! ;)
Noi scrittori fantasy poi siamo un pò tutti nipotini di Tolkien e quindi non possiamo prescindere dalla sua opera e dai suoi insegnamenti, primo fra tutti la necessità di creare un “Mondo Secondario” coerente e verosimile, in cui il lettore possa immergersi pienamente quasi dimenticandosi della finzione in atto.
E QUALI I FILM CHE HANNO AVUTO UN SIGNIFICATO PER TE?
Visto quello che ha scatenato in me, direi che fra tutti scelgo la trilogia di Peter Jackson “Il Signore degli Anelli”. Mi ha catapultato in un mondo che sconoscevo e che adesso considero il mio mondo, permettendomi di scoprire l’esistenza della letteratura fantasy, con tutto quello che ne è seguito. Fra l’altro è stato anche l’argomento della mia tesi di laurea in Storia del Cinema, dove analizzavo nel dettaglio il processo di trasposizione che in generale conduce da un romanzo a un film, cercando di comprendere il modo migliore per operarlo senza perdere l’essenza del libro, ma al tempo stesso non tradire le caratteristiche del mezzo cinematografico, operazione che Jackson e le sue co-sceneggiatrici hanno condotto a mio parere in modo magistrale.
Se devo dirne un altro, scelgo “La storia infinita” di W. Petersen. Se “Il Signore degli Anelli”, come film, ha avuto il merito di farmi scoprire il fantasy come genere letterario, “La storia infinita”, molti anni prima, ha avuto il merito di farmi scoprire i libri. Il motivo fondamentale per cui da piccola sono diventata una divoratrice di romanzi, è stato infatti il desiderio di emulare il piccolo Bastian, chiuso nella soffitta della scuola a vivere le avventure di Atreiu e compagni. Volevo scoprire se davvero i libri posseggono il potere di trasportarti in un altro mondo, e ne ho avuto la conferma…
ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?
Direi che al momento quasi tutti i miei progetti riguardano l’ambito letterario: la promozione del primo libro della trilogia e in seguito l’eventuale pubblicazione del secondo e del terzo. Per il resto, attualmente il mio cassetto dei sogni è vuoto, perché il più grande che avevo si è già realizzato: vedere “Il cerchio si è chiuso” pubblicato. Quello che desidero davvero, per il futuro, è poter continuare a scrivere e soprattutto riuscire a far sognare le persone nello stesso modo in cui i miei autori preferiti hanno fatto sognare me. E’ questo il mio desiderio più grande.
IN BOCCA AL LUPO, ALLORA!
05/04/2009, Davide Longoni