GASPARE PERO

Appassionato lettore e appassionante scrittore, Gaspare Pero, da anni nella Rete grazie a una serie di siti che trattano una miriade di argomenti, si propone in questo periodo con un’antologia horror-fantastica veramente interessante di cui già abbiamo parlato, “Racconti fantastici e dell’orrore”… e soprattutto si propone su La Zona Morta per raccontarsi.
COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È GASPARE PERO?
Gaspare Pero è un giovane ometto che rispecchia perfettamente alcune sfaccettature del proprio segno zodiacale, Pesci: persona creativa e sognatrice. La prima caratteristica mi ha accompagnato abbastanza nel corso dei miei studi, rendendomi prima Geometra e poi Dottore in Ingegneria; tuttavia entrambi i titoli mi hanno sempre impedito di sfruttare utilmente la vena sognatrice, costringendomi a trasformare il cosiddetto “cassetto” in un “salvadanaio”, dove ho riposto negli anni i vari racconti e poesie che ho scritto, inutili per diplomarmi e laurearmi.
PERCHÉ ALLORA NON HAI INTRAPRESO DEGLI STUDI FORMATIVI PER LE TUE PASSIONI DI AUTORE?
Perché il mio segno zodiacale è anche contraddistinto da una notevole dose di sfortuna! Non sono un fissato con oroscopi e dintorni, tuttavia devo dichiarare che buona parte delle idee mi sono sempre arrivate quando ero pesantemente impegnato in qualcosa d’altro… Ad esempio l’idea per un buon racconto mentre dovevo preparare un’interrogazione decisiva per il quadrimestre oppure, successivamente, un esame universitario… Del resto la scelta di un certo cammino di studi è stata dettata soprattutto dalle prospettive professionali che avevo all’epoca, mentre se avessi intrapreso degli studi formativi, mi sarei senz’altro trovato di fronte a materie di studio che ho sempre scansato; quindi, per lo meno, con gli studi tecnico-scientifici che ho intrapreso, ho studiato argomenti interessanti e trovato risposte a misteri che, chissà, sono stati poi tradotti in qualche racconto…
VUOI RACCONTARCI LE TUE PRODUZIONI LETTERARIE E FUMETTISTICHE PRECEDENTI?
Prima di “Racconti fantastici e dell’orrore”, intendi? Diciamo che le opere precedenti sono piuttosto disordinate, in ogni caso si tratta di storie e novelle dal contenuto prettamente comico e satirico, mirate soprattutto ad ironizzare su personaggi locali (politici del paese, professori di scuola,…) mescolati a caricature di gente dello spettacolo. Mi limito a citare “Storia di Cagioni” e “I Sette Big”: il primo è una sorta di diario di bordo (rimasto incompleto), nel quale immagino di viaggiare nel tempo assieme a quattro compagni alla ricerca di notizie storiche inerenti una stazione ferroviaria che, all’epoca, era realmente esistente sulla tratta Taranto-Metaponto, ma del tutto inutile per i passeggeri, trattandosi di una autentica “casa nella prateria”; ci si ritrova quindi a vivere vicende storiche importanti come la scoperta dell’America o la Rivoluzione Francese, o di fantasia come l’Inferno di Dante e I Promessi Sposi, tutte accomunate da un misterioso legame con la stazione di Cagioni. “I Sette Big”, invece, sono una squadra di eroi che agisce in un paese immaginario un po’ fuori dal tempo, dove affrontano parodie o sequel di fiabe famose (la prima avventura si intitola “Biancaneve e i Sette Big”); caratteristica di questa serie di avventure è l’alternarsi continuo dei componenti della squadra. Attualmente ho scritto quattro storie de “I Sette Big”, oltre ad un “Episodio Zero” che racconta la fondazione della squadra. Come produzioni fumettistiche, ho partecipato, fresco di Laurea, a “Comics Wave 2006” come sceneggiatore, proponendo la storia “Il Demone del Silenzio”; per puro tirocinio personale, ho poi sceneggiato alcuni mie racconti dell’orrore ed anche una storiella erotica per un’idea nata in chat con un disegnatore dilettante e della quale non s’è poi fatto nulla…
E’ USCITA DA POCO, PER IL CIRCUITO BOOPEN, LA TUA ANTOLOGIA “RACCONTI FANTASTICI E DELL’ORRORE”. CE NE VUOI PARLARE?
Ho cominciato a rivolgere la mia attenzione ai racconti dell’orrore durante la preparazione del mio secondo esame universitario… Da alcuni anni avevo preso a leggere dei libri tascabili durante il viaggio in treno, divorando di tutto, dai classici della narrativa europea dal Settecento al Novecento, ai romanzi fantastici, finché è giunto il turno di una raccolta di racconti di Edgar Allan Poe, mai letto prima (era il 1994, avevo 19 anni). Notai da subito il particolare stile narrativo del Maestro, e tentai di applicare la mia voglia di scrivere a questo nuovo genere di storie, realizzando “Al tredicesimo mese”, che apre “Racconti fantastici e dell’orrore”. Da lì in poi, i racconti vennero fuori dalla mia penna con una certa regolarità, e mi divertivo a proporli in lettura ai miei amici appassionati del genere horror, riscuotendo unanimi consensi, in particolare con il racconto “Caino”, sebbene quelli cui sia maggiormente legato siano “La baita” e “L’incubo”, quest’ultimo scritto in un’unica stesura durante una sera accompagnato dal mal di pancia non indifferente! Ciò che accomuna i miei racconti è il fatto di avere impressionato me stesso mentre li scrivevo: non guardo mai film dell’orrore, ritengo che l’immagine inquietante debba provenire “da dentro”, e se magari la vicenda parte da una storia di tutti i giorni, diventa anche possibile, per il lettore, pensare che possa capitare davvero…
COME MAI LA TUA SCELTA È CADUTA PROPRIO SULL’AUTOPUBBLICAZIONE E CHE FUTURO VEDI PER QUESTO NUOVO MODO DI FARE EDITORIA?
Diciamolo sinceramente: è una questione di praticità e di modesta somma da investire! Per un esordiente, farsi notare da una Casa Editrice “importante” è utopia: innanzitutto occorre spedire l’opera in copia cartacea, attendere che l’opera venga letta, eventualmente approvata con alcune correzioni da apportare, quindi dopo alcuni mesi ci si ritrova in libreria col proprio titolo accanto al best seller di turno… Beh, in tal caso io sono il primo a scegliere il best seller anziché l’autore esordiente! Con Boopen, così come con i vari editori online, è sufficiente spedire il file PDF contenente l’opera, la gestione della veste editoriale è tutta a cura dell’autore, il cui unico dovere è dichiarare che l’opera è esente da contenuti vietati dalle norme contrattuali; è inoltre fornito un servizio telefonico e via e-mail per ricevere assistenza e le ricevute di ogni transazione. Non da ultimo, il codice ISBN che altre Case Editrici “offrono” anche a 190 €, Boopen lo offre gratuitamente! L’unica spesa consiste in un bonifico da 30 € per la registrazione dell’Opera presso il Ministero dei Beni Culturali, operazione che effettua l’editore. Insomma, per un esordiente, credo che l’editoria online sia la via più sicura e tranquilla per poter mettere nel curriculum la pubblicazione di un valido libro.
DA MOLTISSIMI ANNI GESTISCI UN SITO INTERNET DEDICATO ALLE TUE MOLTEPLICI ATTIVITÀ, DALLE CUI COSTOLE SONO NATI POI MOLTISSIMI ALTRI SPAZI WEB. VUOI RACCONTARCI ANCHE DI QUESTI TUOI IMPEGNI CHE TRA L’ALTRO SONO COMPLEMENTARI A QUELLO CHE GIÀ FAI?
Qui la storia sarebbe lunga… Quando sono approdato su Internet, nel 1999, ho capito ben presto che i computer non sono ciò che si vede in film e telefilm, dove cerchi un nome, ed in pochi minuti hai vita, morte, miracoli e fotografie di qualsiasi Pincopallino che abbia mai calpestato il pianeta Terra! Su Internet esistono informazioni se qualcuno le divulga! Per cui, dopo aver gestito il sito personale “Occhi Verdi”, ho iniziato ad occuparmi di condividere qualcosa che potesse interessare anche altri… Ora ci sono i blog, quindi chiunque può mettere su una pagina dedicata a qualcuno o qualcosa, ma all’epoca (oddio, parliamo solo di 5-7 anni fa!) se non conoscevi l’html, di divulgazione ne potevi fare pochina… Ovviamente, ciascuno divulga qualcosa che segue per passione, specie se lo fa senza lucro, quindi ho iniziato a curare una sezione di “Occhi Verdi” dedicata a “Dampyr” (secondo me il miglior fumetto italiano in circolazione), cresciuto a tal punto da richiedere un proprio spazio web; ho aperto “Casa Usher” per dare modo a scrittori emergenti (me compreso) di farsi conoscere senza dover stare spalla a spalla (o meglio, “copertina a copertina”) con autori molto più celebri di loro; ho “portato in Italia” il nome di Katia Corriveau, modella ed attrice canadese del tutto sconosciuta in tv mentre su Internet imperversavano foto su di lei, sebbene mancasse ancora un sito in italiano… Più recenti i siti “Jeeg Italia” e “D.R.O.D. Italia”, dedicati ad un anime robotico del quale condivido la trama dettagliata del manga realizzata personalmente e ad un videogioco open source del quale offro gratuitamente alcune avventure che ho realizzato.
IN QUESTI ANNI DI ATTIVITÀ HAI SEMPRE AVUTO UNA PREDILEZIONE PER IL GENERE HORROR E PER IL MISTERO IN GENERALE. CHE SIGNIFICATO HANNO PER TE QUESTE TEMATICHE?
Bella domanda! Per rispondere, devo mettermi nei panni del lettore, prima che dell’autore, e chiedermi: perché si leggono racconti dell’orrore? È la ricerca di qualcosa di disgustoso, di macabro, d’impossibile, o forse è una fuga dalle cattiverie del mondo attraverso qualcosa che, profanando i normali canoni rispettati dalla maggior parte degli altri generi letterari, esplori il genere “fantastico”? Può sembrarci di leggere una storia orripilante, che tratti di un esperimento sui cadaveri, di una resurrezione di vampiri o di un maniaco che prende in ostaggio gli impiegati di una banca armato di motosega, ma in realtà stiamo assimilando la voglia dell’autore di evadere dalla realtà, dall’angoscia dei problemi di tutti i giorni (i suoi, ma anche i nostri) inventandosi una storia necessariamente più forte della sua triste esistenza, riferendosi magari ad un sogno, ispirandosi ad un cruento fatto di cronaca, o riflettendo su carta la propria angoscia. Esagero? Hai mai letto le biografie di Robert Ervin Howard, Guy de Maupassant, Edgar Allan Poe? Il primo s’è suicidato nel deserto alla morte dell’amata madre, il secondo si è spento in preda alla pazzia, mentre l’ultimo morì, dopo una vita prevalentemente infelice per delirium tremens lasciando un enigma tutt’ora irrisolto sui suoi ultimi giorni! Che significano, quindi per me, horror e mistero? Il racconto qualsiasi è un uovo di Pasqua, e ti gusti il cioccolato; quello d’orrore oltre al cioccolato ha anche… la sorpresa!
SE NON VADO ERRATO, TRA TUTTI GLI AUTORI HAI UNA CERTA PREDILEZIONE PER EDGAR ALLAN POE. COME TI RAPPORTI CON IL GRANDE SCRITTORE?
Poe è senza dubbio lo scrittore dell’orrore più famoso tra quelli che apprezzo: ho deciso di tentare di scrivere un racconto dell’orrore dopo aver letto un paio di suoi racconti. Da lui ho preso l’abitudine di scrivere in prima persona (dettaglio che reputo fondamentale per la riuscita di un buon horror, sennò non si spiegherebbero le scene in soggettiva nei film del genere…); quindi “se ora mi trovo qui” è grazie a lui. Credo comunque che molti siano debitori del suo talento: senza il suo Auguste Dupin non ci sarebbero stati sicuramente Sherlock Holmes (creato da Arthur Conan Doyle) e Joseph Rouletabille (creato da Gaston Leroux); senza “Lo scarabeo d’oro” e “Il pozzo e il pendolo” molti film d’avventura probabilmente avrebbero avuto enigmi meno affascinanti da risolvere e marchingegni meno letali! Ma il genio di Poe non è soltanto quello di creare paura ed orrore, quanto atmosfera, il tutto in un numero relativamente limitato di righe, per essere essenziale e colpire il lettore con una dose concentrata di emozioni che, al limite, si traduce in una sola frase che non farà dormire il lettore!
VENIAMO A UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER TUTTE LE TUE STORIE?
Invoco le Muse… Scherzi a parte, in linea generale i miei periodi più prolifici sono quelli nei quali sento meno la solitudine: perché non si scrive mai per se stessi… L’ispirazione quindi arriva da una semplice idea o situazione, che magari ho tempo e modo di tradurre in un racconto. Talvolta l’ispirazione nasce anche da un volto: ad esempio, il nome Maria Cocuzza probabilmente non ti dice molto, eppure vedendola in tv anni fa mi permise di scrivere “L’ultimo risveglio”, presente nell’antologia appena pubblicata.
ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?
Tra i progetti c’è l’intenzione di pubblicare una seconda antologia di racconti dell’orrore, tra l’altro già pronta, ed un romanzo basato su due miei anni di vita universitaria: prima però vediamo come va “Racconti fantastici e dell’orrore”… Tra i sogni, quello d’essere autore di una serie a fumetti, e di trovare una compagna, almeno risolvo il problema dell’invocazione delle Muse… ;-) Grazie dello spazio concessomi, un saluto a tutti i lettori de “La Zona Morta!”.
Grazie a te di tutto e… in bocca al lupo!
10/10/2008, Davide Longoni