GORDIANO LUPI

Autore di moltissimi romanzi di narrativa e di saggi di genere fantastico, con una particolare predilezione per il thriller e l’horror, Gordiano Lupi è sicuramente una delle figure più emblematiche del panorama indipendente letterario italiano. Da pochisimi giorni ha pubblicato il suo nuovo romanzo "Avana killing" una storia ambientata a Cuba che mescola proprio tutti i suoi argomenti preferiti. Ora abbiamo il piacere di ospitarlo sulle pagine de La Zona Morta.
COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È GORDIANO LUPI?
Non è facile rispondere a una domanda come questa, perché conoscere se stessi è la cosa più difficile. Gordiano Lupi è uno che scrive su tanti argomenti, si occupa di un sacco di cose e per questo motivo presta il fianco ai detrattori. Mando avanti una piccola casa editrice, scrivo narrativa fantastica – soprattutto horror – saggi di criminalistica e sul cinema degli ani Settanta, ma soprattutto scrivo su Cuba, sia fiction che saggistica. Il mio ultimo lavoro è quello di traduttore ufficiale della blogger cubana Yoani Sánchez che presto pubblicherà in Italia con Rizzoli (sarò il traduttore del libro). Nel mio sito ci si può fare un’idea più precisa.
VUOI PARLARCI DELLE TUE PRODUZIONI LETTERARIE PRECEDENTI?
Rischio di annoiare perché sono troppe, anche se di successo e diffusione limitata. Sintetizzo al massimo e mi limito alle cose più importanti. Ho tradotto i romanzi del cubano Alejandro Torreguitart Ruiz: “Machi di carta” (Stampa Alternativa, 2003), “La Marina del mio passato” (Nonsoloparole, 2003), “Vita da jinetera” (Il Foglio, 2005), “Cuba particular – Sesso all’Avana” (Stampa Alternativa, 2007) e “Adiós Fidel” (A.Car., 2008). I miei lavori più recenti di argomento cubano sono: “Nero Tropicale” (Terzo Millennio, 2003), “Cuba Magica – conversazioni con un santéro” (Mursia, 2003), “Un’isola a passo di son – viaggio nel mondo della musica cubana” (Bastogi, 2004), “Orrori tropicali – storie di vudu, santeria e palo mayombe” (Il Foglio, 2006), “Almeno il pane Fidel – Cuba quotidiana” (Stampa Alternativa, 2006), “Mi Cuba” (Mediane, 2008). Extra Cuba ho pubblicato (tra gli altri): “Serial killer italiani” (Olimpia, 2005), “Coppie diaboliche” (Olimpia, 2007) e molti saggi sul cinema italiano degli anni Settanta – Ottanta (“Le dive nude”, “Sexy made in Italy”…). Ho pubblicato anche due libretti velenosi sul mondo editoriale italiano per Stampa Alternativa (“Quasi quasi faccio anch’io un corso di scrittura” e “Nemici miei”).
RECENTEMENTE HAI PUBBLICATO “AVANA KILLING”, UN THRILLER CHE SFOCIA NEL NOIR CON QUALCHE SPRUZZATA HORROR, AMBIENTATO A CUBA. INSOMMA, TANTI ELEMENTI TUTTI INSIEME: CE NE VUOI PARLARE?
Il romanzo nasce come un horror intitolato “Scambio di teste” che vede alla base del mistero un rituale magico cubano legato alla santeria (una sorta di vudù). Nella nuova versione le suggestioni magiche restano, una spruzzata di soprannaturale insaporisce la pietanza, ma il cuore della vicenda è un giallo classico. Un serial killer imprendibile uccide donne sul lungomare dell’Avana, un ispettore gli dà la caccia e si sente inadeguato, i sospettati sono molti e ognuno avrebbe un valido motivo per essere il colpevole… il finale a sorpresa è assicurato!
IL LIBRO È USCITO NON PER IL MERCATO LIBRARIO, BENSÌ IN EDICOLA. COME MAI QUESTA SCELTA E CHE SBOCCO PENSI POSSA AVERE LA LETTERATURA IN QUESTO AMBITO?
Non è una mia scelta, ma dell’editore che ha ottima distribuzione in edicola. Sered Edizioni nasce da una costola della Sprea, un colosso editoriale che ha deciso di aprire una linea di narrativa per esperimentare il mercato. A mio parere l’edicola rappresenta la sede naturale della narrativa di genere. Harmony, il Giallo Mondadori, Urania, Segretissimo e molte altre pubblicazioni lo dimostrano.
IN QUESTI ANNI DI ATTIVITÀ HAI SEMPRE AVUTO UNA PREDILEZIONE PER IL GENERE HORROR E PER IL MISTERO IN GENERALE. CHE SIGNIFICATO HANNO PER TE QUESTE TEMATICHE?
Sono reminiscenze adolescenziali, credo. Amavo Lovecraft, Poe, Landolfi, Calvino, Buzzati… leggevo fumetti horror sul “Corriere della Paura” e sugli albi Marvel, guardavo tanto cinema horror italiano (Bava, Fulci, Argento, Margheriti, Avati, Lenzi…). Come potevo non restare affascinato dal mistero e dal fantastico? L’horror è liberatorio, ha un effetto rilassante, calma le tensioni interiori e le pulsioni negative, ci permette di scaricare tutta la violenza che abbiamo dentro…
SE NON VADO ERRATO, MOLTE TUE ATTIVITÀ SONO LEGATE A CUBA E AI SUOI ARTISTI. CHE RAPPORTO HAI CON QUEST’ISOLA DALLE MILLE SFACCETTATURE?
Cuba resta per me un luogo dell’anima, un posto dove tornare per ricordare il passato e programmare il futuro, una pausa alla convulsa e frenetica vita italiana, un momento di sosta per tirare il fiato. Ho scritto molto su Cuba e ho ambientato tante mie storie tra questa gente che adesso posso dire di capire, pure se sono italiano. Cuba è per me un tuffo nel passato, un punto e a capo, un momento di riflessione, una pausa dovuta, un mojito ghiacciato da sorseggiare con calma come faceva il vecchio Hemingway. Cuba è un panorama di palme, banani e gigantesche ceibas affacciate sul mare che si piegano sotto la forza d’un uragano tropicale. Cuba è anche i suoi problemi irrisolti che appena metto piede sull’isola diventano parte di me, non posso fare a meno di vedere. Non ho mai visitato l’Isola passando dalle segrete stanze del Comandante en jefe, uno dei pochi luoghi dove va tutto bene e non manca niente, neppure il superfluo. Non sono neppure un politico che rende visita all’apparato del regime. Per fortuna nessuno mi dice cosa devo riferire una volta tornato in Italia. Non è un vantaggio da poco…
SAGGISTA, GIORNALISTA, SCRITTORE, TRADUTTORE, EDITORE… MILLE VOLTI LEGATI A UNA SOLA PERSONA: COME RIESCI A CONCILIARE OGNI COSA E QUALE PREFERISCI?
Non lo so neppure io. Quasi ogni giorno mi dico che dovrei smettere di fare qualcosa, ma non ci riesco. Forse vuol dire che non esiste una cosa che preferisco, ma che Gordiano Lupi è un cocktail di tutto questo. Aggiungi che sono padre di un bambino di undici anni e di una bambina di venti mesi. Non è un impegno da poco…
VENIAMO A UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER TUTTE LE TUE STORIE?
L’ispirazione proviene sempre dalla realtà, ma anche da una leggenda, da una storia che mi hanno raccontato, da un sogno di mia moglie o da un suo ricordo…
ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?
Il futuro è già oggi perché a novembre dovrebbe uscire “Sangue all’Avana” (ma il titolo non è definitivo), un altro thriller cubano, questa volta per un editore da libreria (Eumeswill). Non solo. E’ quasi pronto “Mi Cuba”, un libro fotografico con apparato storico – sociale, che Mediane pubblicherà in italiano e in inglese. Il sogno nel cassetto, come puoi immaginare, è quello di tutti gli autori non affermati che lottano per ottenere maggiore visibilità. Non fa niente se resterà solo un sogno. Ho la libertà e la possibilità di esprimermi. Non è poco.
06/10/2008, Davide Longoni