CHIUNQUE IO SIA

Biagio Proietti (Roma, 1940) è un nome che tutti gli appassionati del cinema di genere conoscono, unito a quello della compagna di vita Diana Crispo, da sempre collaboratrice anche nel mondo del lavoro. Proietti & Crispo hanno inventato sceneggiati televisivi di culto come “Coralba”, “Un certo Harry Brent”, “Come un uragano”, “Lungo il fiume e sull’acqua”, “Ho incontrato un’ombra”, “Philo Vance” (interpretato da Giorgio Albertazzi), “Un uomo curioso”, “Dov’è Anna”, “La mia vita con Daniela”, “L’ultimo aereo per Venezia” e “Doppia indagine”. Erano i tempi della televisione in bianco e nero, gli originali televisivi non si chiamavano ancora fiction, il cinema di genere italiano faceva scuola e le grandi sale erano affollate di ragazzini urlanti. Proietti è noto agli appassionati anche come regista per aver girato alcuni telefilm (“L’armadio”, “La mezzatinta”, “Miriam”, “La casa della follia”, “Uno più uno”) e due film televisivi (“Storia senza parole”, 1979 e “Sound”, 1988, interpretato da Peter Fonda). Al cinema ricordiamo “Chewingum” (1984), una commedia giovanilistica di buon successo popolare e “Puro cachemire” (1986), ma non va dimenticato che è suo il soggetto di “Black Cat” (1981) di Lucio Fulci.

Biagio Proietti è meno attivo nel campo della narrativa pura, ma recentemente – forse per la crisi della televisione che manda in onda solo reality e talent show e di un cinema italiano in affanno tra commedie paradossali e gay-movies – ha scritto alcuni romanzi dove dimostra tutto il suo mestiere di sceneggiatore di storie del mistero: “Una vita sprecata” (2005) e “Io sono la prova” (2007), entrambi editi da Dario Flaccovio. Adesso torna alla ribalta in coppia con la compagna Diana Crispo, ispirandosi al cinema di Hitchcock (“Vertigo”, “Io ti salverò”, “Marnie”), come aveva fatto Lucio Fulci nel film “Una sull’altra” (1969), cercando di dipanare il mistero di una donna che sembra aver vissuto due volte.

Protagonista del giallo “Chiunque io sia” è l’avvocato Morelli che un bel giorno si trova davanti Bianca Rizzi, una ragazza identica alla moglie Daniela, scomparsa otto mesi prima. Non solo Bianca è simile a Daniela, sembra proprio lei, una serie di indizi inequivocabili lo dimostrano. Non è possibile dire altro sulla trama senza togliere il piacere della lettura, aggiungiamo che ricorda molto il già citato “Una sull’altra”, giallo – thriller di Lucio Fulci scritto con la collaborazione di Roberto Gianviti, una rivisitazione de “La Donna che Visse Due Volte” (“Vertigo”, 1958) di Alfred Hitchcock, vicenda inquietante e morbosa. Proietti & Crispo si ispirano a un loro vecchio soggetto televisivo: “La mia vita con Daniela” (andato in onda nel 1976) e realizzano un giallo sofisticato che ricorda molto da vicino le atmosfere del thriller all’italiana degli anni Settanta. Profumo di nostalgia, madeleines di Scerbanenco, Fulci, Lenzi, Bava, Hitchcock e chi più ne ha più ne metta. Da leggere, per ricordare come eravamo e quel che siamo diventati. Una letteratura popolare e un cinema consegnato nelle mani degli statunitensi come se fossero una truppa di occupazione. Che peccato! Grazie Proietti per continuare a esserci e per far tornare alla memoria un passato che profuma di cinema popolare.

Un appunto devo farlo all’editore. Se vogliamo far leggere gli italiani, la narrativa popolare non può costare più di 12 euro per 200 – 250 pagine. Il prezzo (16,50 per una carta scadente uso mano e una copertina cartonata) è troppo alto per un editore di grandi dimensioni e dotato di un’ottima distribuzione come Hobby & Work.

Gordiano Lupi