SOLOMON TROY CASSINI

Solomon Troy Cassini è lo pseudonimo fantasy sotto il cui mantello si cela l’anima fantascientifica di Luca Granzotto: autore a tutto campo del genere fantastico, poliedrico ed eclettico, lo scrittore ha deciso di presentarsi sulla Zona Morta per farci conoscere un po’ di se stesso, ma soprattutto per parlarci delle sue innumerevoli produzioni letterarie.
COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È SOLOMON TROY CASSINI?
Un eterno bambino. Un uomo di quarant’anni che si sforza di restare lontano dalle varie consolle di videogame con la stessa caparbietà con cui ha smesso di fumare: sono entrambi vizi che mi porterebbero alla tomba! Una parte di me non è mai cresciuta e, francamente, mi auguro non lo faccia mai. Le persone più divertenti che ho conosciuto in vita mia sono stati ragazzi di ottant’anni e non barbosi trentacinquenni che credono di reggere il mondo con il loro lavoro. Tze! Come se fossero gli unici a sudare…
VUOI PARLARCI DELLE TUE PRODUZIONI PRECEDENTI, IN PARTICOLAR MODO DELLA TRILOGIA DI “SOLAR MAXIMUM”?
Credo che fosse destino che, prima o poi, mi mettessi davanti a una pagina bianca per cercare di riempirla con quello che avevo in mente. La fantasia (almeno così dicono quelli che mi conoscono) non mi è mai mancata, la voglia di cimentarsi in un libro neppure: il resto è venuto da sé. Ho cominciato con la fantascienza, il mio primo amore (ho letto tutto Asimov, e dico tutto, almeno tre volte). Non è stato facile cimentarsi subito con una trilogia, ma credo che sia una questione di come si è fatti: per me è più semplice scrivere un libro di trecento pagine che un racconto di tre. “Solar Maximum” è un’avventura che si svolge in un universo a noi attualmente ignoto, che ci circonda ma che ci evita in quanto popolo arretrato e non “contattabile” secondo le loro leggi. E’ un cosmo dominato dalla scoperta di alcuni metalli particolari, le leghe mutevoli, elementi tecnomorfi che hanno consentito un progresso altrimenti inimmaginabile. E quando si scopre che la lega più rara e preziosa di tutte è celata nel sottosuolo della Terra, saltano un po’ tutti gli schemi e comincia una caccia senza quartiere che coinvolgerà molti personaggi e luoghi fra i più difformi e singolari. In sintesi è questa la storia che si dipana ne “Il metallo degli dei” (il primo volume) e “Il guardiano dei mondi” (il secondo, con la chicca della prefazione – niente meno che – dell’astronauta Umberto Guidoni!).
QUANDO USCIRÀ IL TERZO VOLUME E COSA DOVREMO ASPETTARCI DALLA CONCLUSIONE DELLA SAGA?
“Il trono dei tempi” è pronto da un pezzo. Sono sorti problemi con la casa editrice e mi auguro che vengano risolti al più presto. In caso contrario contatterò qualcuno (anche voi della Zona Morta, se siete disponibili) per metterlo free on line. Almeno quei pochi tapini che hanno comprato le prime due copie leggeranno la fine. Credo se lo siano meritato, no?
SAREMO PIÙ CHE LIETI DI OSPITARTI NATURALMENTE… QUANDO VORRAI, È UNA PROMESSA! MA PASSIAMO AD ALTRO. NEL 2008 HAI PUBBLICATO BEN DUE LIBRI. COMINCIAMO CON IL PRIMO, “JUPITER DECIMUS”, UN ALTRO LIBRO DI FANTASCIENZA. CE NE VUOI PARLARE?
“Jupiter decimus” è un’opera molto diversa dai libri di “Solar Maximum”. E’ più corto, veloce, scritto per catturare l’attenzione e volgere rapidamente alla fine: non è un’avventura in senso stretto, ma più una sorta di mistery, dove il protagonista, un burbero iperfisico dal carattere peggio che impossibile, si trova ad affrontare ciò che mai avrebbe ritenuto possibile. Ho utilizzato molto la tecnica del flashback per inframmezzare la narrazione del tempo corrente con quello passato e rendere la storia ancora più intrigante. Con solo tre personaggi ho voluto affrontare il tema della deriva della nostra società, dove il “potere tecnologico” è in mano a una cerchia sempre più ristretta di potenti e il resto del mondo è diviso fra burattini e gente che muore di fame. Ciò che succede al protagonista, infatti, è solo una metafora delle scelte che, purtroppo per noi, l’uomo comune non potrà mai fare, in quanto ci sono altri che decidono per lui. E bada bene che fra i burattini mi ci metto anch’io, tanto per esser chiari.
DOVREMO ASPETTARCI UN SEGUITO OPPURE QUESTO È UN LIBRO AUTONOMO?
Non è nato per avere un seguito, anche se scrivendo (lo ammetto) mi è saltato in mente e due appunti li ho messi giù. Ma credo che resteranno ciò che sono: appunti su un notes e nulla più.
IL SECONDO VOLUME CHE TI HA VISTO PROTAGONISTA DI QUESTO 2008 È INVECE “LE ALI DEL DRAGO CADUTO”. CE NE VUOI PARLARE?
Le ali del drago caduto”, invece, è stata la mia prima uscita fantasy. Una storia diversa dalle solite, credo, ambientata in parte nel nostro mondo e in parte in uno fantastico, uniti da un sottile filo che il lettore scoprirà di pagina in pagina. Ai classici cliché del fantasy (elfi e nani su tutti) ho preferito le atmosfere cupe di un’abbazia e la solida base della leggenda più famosa del nostro cristianesimo, ovvero la battaglia di San Giorgio con il drago. Ritengo che possa soddisfare i palati tanto dell’amante del genere quanto del neofita. Per farla breve, non è l’ennesimo clone del “Signore degli anelli”: quella è stata l’unica cosa che mi sono imposto in fase di stesura. Ci siamo capiti, eh?
IL LIBRO FA PARTE DELLA SAGA “DARK TALES OF LIGHT”. COSA DOVREMO ASPETTARCI IN FUTURO?
Alle “Ali” faranno seguito (editore permettendo!) altri due volumi, forse tre, a comporre “Dark Tales of Light”, la saga del drago Yerwinbaldus. Sì, perché il protagonista dell’intera storia è un drago. Una creatura nata per essere il paladino delle Tenebre che si troverà ad essere l’ago della bilancia nella Guerra Perpetua fra Luce e Oscurità. Il suo sarà un percorso di redenzione e sofferenza, di crescita e dolore, dove sarà costretto a lottare per affermarsi ed emanciparsi. In “Dark Tales of Light” i draghi, e Yerwinbaldus su tutti, non sono semplice cavalleria bellica volante o poco più di mostri. Hanno una coscienza, un’anima, una volontà propria e di razza. E un destino che, però, non è detto che venga rispettato per forza…
STAVOLTA HAI CAMBIATO REGISTRO E SEI PASSATO AL FANTASY. COME MAI?
Non ho mai creduto alla bufala che la sf sia letteratura progressista (alias, di sinistra) e il fantasy, invece, conservatore (e destrorso). Le tematiche affrontate sono diverse perché sono diversi i contesti. Insomma, io vedo fantasy e fantascienza come le due facce della stessa medaglia. In una domina la sfera scientifica e nell’altra quella magica, per il resto le differenze sono solo di ambito. “Il signore degli anelli” potrebbe essere trasposto in una space-opera alla “Star wars” così come vale il contrario. I personaggi resterebbero immutati, cambierebbero solo gli scenari, gli sfondi, che diventerebbero spaziali per Frodo e cavallereschi per Luke Skywalker.
IN QUESTI ANNI DI ATTIVITÀ HAI SEMPRE AVUTO UNA PREDILEZIONE PER IL GENERE FANTASTICO IN GENERALE. CHE SIGNIFICATO HA PER TE QUESTA TEMATICA?
Un’evasione intelligente. Una valvola di sfogo per uscire dalla routine quotidiana, spesso alienante, e viaggiare in mondi diversi, lontani, magici. Dove però, a ben vedere, si trovano le stesse problematiche della nostra vita: i conflitti con gli altri, la difficoltà delle scelte da compiere, l’amore, la guerra, la solitudine e l’amicizia. Sono storie che si possono leggere come semplice svago: le più incantevoli, tuttavia, hanno una morale, come ci si aspetta da una fiaba degna di essere tale. Fra le righe c’è un significato che va oltre la semplice storia nuda e cruda, e può essere diverso per ciascuno di noi. E’ qualcosa che colpisce singolarmente, e fa sì che i lettori apprezzino lo stesso libro per motivi totalmente differenti. Un’evasione, ho detto, ma anche intelligente, appunto. E profonda, a volte. Molto più di quanto non dicano le copertine.
VENIAMO A UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER TUTTE LE TUE STORIE?
Se ti dico che non lo so, mi credi? Da ciò che mi circonda, da una parola, a volte da un suono o da una canzone. Ogni cosa può essere il seme che mi fa crescere una storia nella testa. Diciamo che appartengo alla schiera di quelli che erano definiti “bambini dalla fervida immaginazione”: forse non l’ho persa negli anni, tutto qua.
ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?
Sto ultimando il seguito alle “Ali del drago caduto”, poi mi concederò un po’ di riposo e mi dedicherò a qualcosa di diverso. Mi sta frullando in mente un thriller e credo che mi ci butterò a pesce già nei prossimi mesi. Un sogno nel cassetto? Non essere sempre messo sotto la lente d’ingrandimento (quando non il microscopio!) solo perché sono un italiano che scrive di fantastico. Ci sono stranieri idolatrati che hanno scritto di quelle boiate, spesso scopiazzate e noiose alla morte, che avrebbero meritato il tritadocumenti, credetemi!
Un saluto a voi della Zona Morta e a tutti i visitatori del sito. Continuate così, che di gente come voi ce ne sarà sempre troppo poca.
GRAZIE E TU CONTINUA A REGALARCI SOGNI DA SFOGLIARE, CHE NON SONO MAI ABBASTANZA!
06/02/2009, Davide Longoni