MAX GOBBO… E LA SUA EVA DEI SETTE MONDI

Recentemente la rubrica “Achab Libri” del TG2 ha dedicato un ampio spazio nel quale veniva messa in evidenza la particolarità del nuovo romanzo di Max Gobbo, dal titolo “Eva dei sette mondi” pubblicato dalla prestigiosa Collana Narratori Europei di SF della Casa Editrice Elara, diretta da Armando Corridore. Nel servizio, ben curato dal giornalista Adriano Monti-Buzzetti, veniva evidenziato come il testo di Gobbo, insegnante e scrittore di Patrica in provincia di Frosinone, noto e stimato nel mondo del fantastico italiano, si inserisce nella cosiddetta fantascienza avventurosa, che in un certo modo si aggancia al filone della tradizione degli anni Sessanta e Settanta, ovviamente rapportandolo a quelle che sono le aspettative del lettore di oggi.

MAX, IL TUO ULTIMO ROMANZO HA PER PROTAGONISTA UN’EROINA, EVA, CHE VA ALLA RICERCA, IN VARI MONDI, DI UN UOMO CHE POSSA FAR GENERARE UN EREDE ALLA REGINA DI HERA. SI TRATTA DI UNA STORIA AL FEMMINILE?

Anzitutto vorrei ringraziarti per quest’intervista. È un vero piacere essere ospitato su La Zona Morta. Ma suppongo che sarebbe d’accordo anche Stephen King. Mi chiedi di Eva, che poi è la protagonista del mio ultimo libro uscito per Elara, Eva dei sette mondi, appunto.

Dunque Eva è una giovane donna, anzi una giovane aliena, per dirla tutta. Una tipa tosta, ma che farebbe girare la testa a qualsiasi uomo di questo e altri mondi.

La storia parte quando alla nostra eroina, che ricopre il ruolo di comandante della guardia reale, viene affidata una missione super segreta: trovare il maschio ideale per impalmare la regina di Hera, Durgana. Una missione, lo si capisce subito, che poco ha da spartire con quelle tipiche degli eroi della fantascienza che tutti conosciamo. Ma andiamo per gradi.

Mi domandi se il mio è un romanzo al femminile. Direi piuttosto che si tratta d’un romanzo con una donna come protagonista, che è una cosa un po’ diversa…

Chi mi conosce sa bene che nei miei libri il gentil sesso ha spesso un ruolo di primo piano. A partire dalla suffragetta impenitente Vera Merlin, la giornalista d’assalto in forza al Secolo XIX (una sorta di Lois Lane di fine Ottocento), che affianca il supereroe dal piglio retrofuturista Capitan Acciaio. A proposito di Vera, voglio ricordarne il ruolo di coprotagonista accanto a Emilio Salgari e Gabriele d’Annunzio (sì, proprio lui, il Vate) nel prequel di Capitan Acciaio Supereroe d’Italia, ovvero LOcchio di Krishna. Dopo di lei, è toccato ad Alasia, La Vergine di Ferro salire sul palcoscenico del mio mondo narrativo. Alasia è una vera ammazzasette in salsa Spada e Stregoneria, che nella sua lotta contro un’armata di demoni nell’Italia della Controriforma, può, di primo acchito, rammentare una sorta di Solomon Kane in gonnella, ma che invece è una miscela fra la salgariana Capitan Tempesta e l’intrepida Pulzella d’Orléans.

Come si può notare la cifra di questi lavori è sempre avventurosa, il tono, non di rado, ironico e i loro personaggi femminili si caratterizzano per bellezza e fascino, e al netto delle reciproche differenze, per un carattere al fulmicotone e una spiccata tendenza alla temerarietà. Non poteva andare diversamente con Eva che, in quanto ad avvenenza e audacia, non teme confronti.

A QUESTO PUNTO TI CHIEDO: QUAL E’ LA RAGIONE PER LA QUALE RICORRI COSI’ SPESSO A SCRIVERE DI FIGURE FEMMINILI?

È presto detto. Prima di tutto perché, a mio modo di vedere, l’universo femminile è molto più interessante di quello maschile. Sta di fatto che è così pieno di contraddizioni e sfumature da fornire allo scrittore un numero pressoché infinito di spunti.

E poi, c’è la questione dell’originalità. Si sa, la narrativa fantastica e non solo quella, abbonda d’individui dal petto villoso e i bicipiti prominenti che sembrano nati apposta per ricoprire il ruolo del protagonista. È la vecchia e abusata storia dell’eroe senza macchia e senza paura di fiabesca ascendenza. In effetti quando si tratta di vicende dal crisma fantastico-avventuroso, le donne, in genere, rivestono ruoli convenzionali, in linea con l’ideale della fanciulla bisognosa di protezione; e qui entra in scena il forzuto di cui sopra. Si tratta, in tutta evidenza, di stereotipi, ma tant’è. Naturalmente vi sono delle lodevoli eccezioni, ma questo è un altro discorso.

UNA CURIOSITA’. RIPORTANDO LA TUA STORIA ALL’ATTUALITA’, MI CHIEDEVO SE TU FOSSI STATO INFLUENZATO DAL DIBATTITO SUL RAPPORTO UOMO-DONNA DI CUI SI PARLA SEMPRE PIU’ SPESSO SUI GIORNALI E IN TV A SEGUITO DELLE VIOLENZE DI GENERE?

Direi di no. Il tema della violenza pur presente nel libro, soprattutto nelle numerose scene d’azione, non prende mai la forma della sopraffazione dell’uomo sulla donna. E poi, considerando le “qualità” e il caratterino di Eva, vorrei vedere il folle che si provasse a farle torto o peggio ancora a mancarle di rispetto. Del resto su Hera, il suo pianeta, il rapporto tra i sessi è in generale improntato sul rispetto e la collaborazione. Pertanto da questo punto di vista non vi sono particolari criticità. In fin dei conti la sua è una civiltà avanzatissima sotto ogni profilo. Semmai è l’indifferenza reciproca fra maschi e femmine dovuta al tipo di società asessuata e anaffettiva, a rappresentare un serio problema.

RACCONTACI LA GENESI DEL ROMANZO…

Tutto ha avuto inizio nel pieno della pandemia. Ricordo, come adesso, la telefonata con cui Armando Corridore mi proponeva di scrivere un romanzo per Elara. Devo dire che la cosa mi lusingò alquanto. La Collana Narratori è nota a tutti gli appassionati, e ha una storia di tutto rispetto nel quadro della fantascienza europea. Armando mi disse d’essere interessato a storie che facessero dell’originalità la loro caratteristica principale. Non voleva, in buona sostanza, avere a che fare con le tematiche trite e i cliché tipici del genere. Come dargli torto: oggidì, parte della fantascienza pubblicata sembra fatta in serie; plasmata sui soliti motivi, le solite tematiche, le solite atmosfere irrespirabili.

Pertanto, dopo averci pensato sopra, mi venne in mente che dopotutto, nell’era del postmodernismo, in cui tutto ciò che si scrive altro non è che una rielaborazione di quanto  prodotto in passato, paradossalmente l’unica vera novità può essere costituita dalla tradizione.

La decisione era presa: avrei raccontato una storia dall’impianto apparentemente classico con un’estetica tipica degli anni Sessanta-Settanta, ma attualizzandone i caratteri fondamentali per renderla godibile al lettore moderno.

Quindi tanta avventura condita da una buona dose d’ironia e, fattore da non sottovalutare, il ritorno al cosiddetto sense of wonder. Topoi questi colpevolmente trascurati dalla fantascienza cupa e nichilista che va per la maggiore di questi tempi.

PARLACI ANCHE DELLE CARATTERISTICHE DI EVA, QUESTA DONNA GUERRIERA FUORI DAL COMUNE…

Per quanto concerne la scelta del protagonista non ho avuto esitazioni di sorta: doveva trattarsi d’una donna. Sarebbe stata naturalmente bella e dotata d’una personalità variegata in modo d’apparire il più reale possibile. Ma soprattutto la volevo antisistema e ribelle, in un mondo retto da una monarchia assoluta, in cui il sentimento amoroso e l’attrazione fisica per l’altro sesso fossero proibiti a favore d’un efficientismo ipertecnologico in cui i bambini venissero concepiti in laboratorio. In vista di ciò si può affermare che Eva rappresenta l’emblema d’un femminismo che non rinnega assolutamente la femminilità, e anzi ne fa, con sfrontato orgoglio, una bandiera.

QUAL E’ IL TEMA DI FONDO CHE TI HA ISPIRATO?

Il tema di fondo è senza dubbio la libertà, il rifiuto di ogni condizionamento imposto da una società evoluta ma priva d’umanità. Su Hera, ma qui il lettore attento può intravedere le fosche possibilità offerte nel nostro pianeta dall’eugenetica, dalla clonazione e dalle avveniristiche tecniche di procreazione in cui non è più necessario l’intervento dell’uomo o della donna, sesso e amore vengono considerati pericolosi, antisociali e inutilmente dispendiosi. Per tali ragioni sono stati banditi dalla Rivoluzione Sentimentale. Però esiste un problema: per tradizione, l’erede al trono deve essere concepito in maniera naturale. Ma dopo secoli di astinenza e, a causa dell’uso prolungato della “pillola della castità”, gli uomini del pianeta hanno perduto la virilità. Resta solo una cosa da fare: inviare un emissario presso i mille mondi conosciuti alla ricerca del candidato ideale per l’alcova di sua Maestà Durgana. Be’, come avrete già capito, la prescelta sarà proprio lei, Eva. Pur non amando in modo particolare le classificazioni, ed essendo questo un romanzo abbastanza atipico per i canoni della narrativa fantascientifica contemporanea, sia per la struttura assimilabile al fixup, che per il suo carattere deliberatamente pop basato su un particolare meccanismo ipertestuale che però non desidero anticipare per non rovinare la sorpresa ai lettori, ritengo abbia ragione Antonino Fazio nella sua bella postfazione al volume. Egli inquadra, con notevole arguzia, il mio lavoro nell’ambito del romanzo “fanta-satirico alla Sheckley”. Inoltre, mette in evidenza la sua vicinanza con il mondo del fumetto. Ciò è tanto più vero quanto più si considerano le somiglianze fra Eva e alcune fra le sue più illustri antenate scaturite dall’universo dei balloon tra cui Valentina, Jolanda e Barbarella.

UNA BELLA AVVENTURA FANTASCIENTIFICA QUINDI CHE CONSIGLIAMO A TUTTI, A PARTIRE DA COLORO, CHE COME NOI, AMANO IL SENSE OF WONDER!

Filippo Radogna