MAX GOBBO… E LA LETTERATURA FANTASTICA IN LIBERO DE LIBERO

La poesia di Libero De Libero (1903 – 1981) non è solo riconducibile all’ermetismo ma anche al surrealismo e al gotico.

E’ quanto sostenuto da Max Gobbo, scrittore e saggista del fantastico, durante la conferenza dal titolo “Avanguardie poetiche e altre meraviglie: la poesia fantastica di Libero De Libero”.  L’incontro si è svolto nello scorso maggio a Chianciano Terme (Siena), nel corso della “Italcon”, ossia la sezione della “Starcon Italia” dedicata agli scrittori.

Gli accademici ritengono che il linguaggio lirico del grande poeta e narratore nato a Fondi (Latina) sia legato al suo mondo, la Ciociaria, e rientra nella cosiddetta linea meridionale dell’ermetismo tra cui troviamo Salvatore Quasimodo, Vittorio Bodini, Alfonso Gatto e Leonardo Sinisgalli per citare solo alcuni tra i più importanti esponenti. La lettura di Max Gobbo amplia quelle che sono le interpretazioni dogmatiche degli intellettuali in merito. Infatti, Max in alcune opere di De Libero trova tematiche fantastiche. Da studioso del genere egli ritiene che De Libero possa essere inserito anche nel filone del fantastico legato al sogno, in quanto il grande autore era interessato ai miti orfici, alle credenze, ai misteri e alle leggende. Tra l’altro De Libero fu amico ed ebbe modo di frequentare lo scrittore Tommaso Landolfi, il quale era di Pico (Frosinone), che fu un interprete del realismo magico.

“Su Libero De Libero che ammiro come intellettuale e del quale sono felice di essere conterraneo – ha fatto presente Gobbo – ho recentemente tenuto una relazione all’Istituto Lorenzo de’ Medici a Tuscania (Viterbo, ndr). Il contesto era internazionale, infatti vi hanno preso parte letterati, scrittori e docenti universitari provenienti da varie nazioni europee ed extraeuropee. In tale circostanza ho parlato della vena surrealista di De Libero illustrando e commentando alcune sue opere.  Chiaramente l’ho letto con la lente deformante dell’autore del fantastico e questa forse è stata la carta vincente del mio intervento perché numerosi studiosi hanno apprezzato la mia riflessione. C’è comunque da evidenziare che Gianfranco Contini, uno dei maggiori critici letterari italiani, già nel 1964 aveva parlato di surrealismo nel De Libero. Penso – ha concluso il Nostro – che noi autori del fantastico siamo più divergenti rispetto agli autori o agli studiosi mainstream, pertanto abbiamo una capacità di dare una lettura ampia perché conosciamo sia il mainstream sia la letteratura di genere, cosa che invece spesso i critici non conoscono, oppure conoscono poco”. E a testimoniare l’apprezzamento della relazione di Max Gobbo, Frank Zangrilli, professore d’italiano e di letteratura comparata alla City University di New York, uno degli organizzatori della giornata di studio (nella quale si è parlato anche di Leonardo Sciascia e di Tommaso Landolfi) ha deciso di pubblicare nel volume degli atti del convegno di Tuscania la relazione di Max Gobbo, che addirittura apre il testo. Beh, pensiamo che queste siano piccole-grandi soddisfazioni; anzi l’appagamento è doppio se ragioniamo sul fatto che si tratta di un autore importante del Novecento italiano del quale si è sempre essenzialmente parlato come ermetico. Complimenti Max, hai fatto un lavoro… fantastico, per cui onore al merito!

Filippo Radogna