ANNA GIRALDO

Autrice del romanzo “436”, Anna Giraldo si è affacciata da poco sulla scena letteraria fantastica italiana e già sta riscuotendo grandi consensi di pubblico e di critica. Andiamo a conoscerla meglio.

COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È ANNA GIRALDO?

Sono nata nel 1972 nella provincia di Mantova. Dopo l’Università e un Master e dopo aver lavorato per qualche anno nel settore commerciale, ho cominciato a occuparmi di consulenza informatica, cosa che faccio tuttora. Per mia natura sono distratta e disordinata, non sopporto la routine. Mi piace viaggiare, vedere le città italiane ed europee, mi incanto dinnanzi al mare d’inverno, adoro i felini. Mi piace mangiare bene, degustare vini, in genere “trattarmi bene”. Sono pigra e non esiste uno sport che faccia per me, d’altro canto, quando sono in viaggio, sono una camminatrice instancabile. Da sempre ho cercato un modo per convogliare agli altri la mia creatività e proprio quando pensavo che in ultima analisi non ci fossero sbocchi possibili ai miei sogni a occhi aperti… ho cominciato a scrivere.

VUOI PARLARCI DELLE TUE PRODUZIONI PRECEDENTI?

Scrivo dal 2008, da maggio per la precisione. Prima di allora non c’è nulla. Ovvero, ci sono pezzi di carta scarabocchiati raccolti (e nascosti) in una scatola, che ogni tanto consulto, ma non c’è nulla di organico o finito. La prima cosa in assoluto che ho scritto è stato il mio romanzo ”436”, poi, a seguire, come se fossero un tutt’uno “Thunder + Lightning”, il suo sequel. A dicembre del 2009 ho iniziato a scrivere racconti, molti dei quali sono in qualche modo correlati a “436”, perché sviluppano situazioni e personaggi collaterali. Il primo è “Zoélie”, scritto per un concorso indetto dalla casa editrice Historica e selezionato subito per la pubblicazione. Incoraggiata da questo piccolo successo, ho scritto molti altri racconti e ho partecipato ad altri concorsi durante il 2010. Dal 2011, invece ho ripreso con testi di respiro più ampio e sto lavorando a un paio di “cose” che potrebbero diventare romanzi brevi.

RECENTEMENTE È USCITO IL TUO ROMANZO INTITOLATO “436”. VUOI PARLARCENE?

“436” è stato una sorpresa per me come per tutte le persone che mi conoscono. Non avrei mai immaginato di cominciare a scrivere e tantomeno di scrivere un romanzo. Ho iniziato per gioco, sviluppando per iscritto qualche idea, in un momento di abulia verso la lettura. Dentro “436” ci sono un mondo di personaggi e una storia che a lungo avevano soggiornato nella mia mente e dei quali io non avevo mai saputo cosa fare, se non pensare che in qualche modo si trattasse di “anomalie” da scacciare. Non avevo idea che invece si potessero scrivere. La sua lavorazione è stata intensa anche se è durata relativamente poco: da maggio ad agosto io ho dedicato alla scrittura ogni istante del mio tempo libero e molte nottate (tutte quelle che riuscivo considerando che il lavoro non andava trascurato). In seguito ho revisionato molto il testo che inizialmente risentiva della mia “improvvisazione” iniziale e della mia immaturità, ma l’intreccio rimane quello della prima stesura.

COME È NATA L’IDEA DI FONDO DELLA STORIA?

“436” oltre a essere stata una sorpresa è stata anche una vera e propria magia. Desideravo scrivere una storia fantastica e una storia d’amore assieme. Avevo qualche idea, sulla caratterizzazione dei protagonisti, sull’ambientazione e sullo svolgimento di alcune situazioni. Quando, dopo qualche pagina scritta di getto, mi sono resa conto che se desideravo dare un seguito alla mia storia, mi serviva un vero e proprio impianto narrativo, ho cominciato a collegare i personaggi e la loro natura soprannaturale a eventi storici e citazioni letterarie che mi piacevano e a inquadrarli in un contesto geografico. Parlo di magia, quando mi riferisco a questo momento della stesura di “436” perché tutto quanto si è combinato subito alla perfezione in un intreccio abbastanza complesso e articolato.

QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA CREAZIONE DEI PERSONAGGI?

Forse a causa della mia inesperienza ho costruito una vera orda di personaggi. Non mi è stato particolarmente difficile caratterizzarli, perché erano già ben chiari nella mia mente quando ho cominciato a scrivere, piuttosto… gestirli. Le scene corali sono state molto complesse da scrivere: era necessario muovere tutti gli “attori”, far capire con chiarezza di chi si trattava, ma allo stesso tempo mantenere un certo stile nel linguaggio e dare ritmo ai dialoghi. Una notte, nei giorni in cui stavo ideando una scena di gruppo del finale, ho persino sognato i miei personaggi seduti a tavola: parlavano tutti contemporaneamente e io non riuscivo a zittirli! Un vero incubo.

IN QUESTI ANNI DI ATTIVITÀ HAI SEMPRE AVUTO UNA PREDILEZIONE PER IL FANTASTICO. CHE SIGNIFICATO HA PER TE QUESTA TEMATICA?

Al cinema, alla tv (quando la vedevo… ora è spenta da un po’), nei libri, persino a teatro, io ho sempre cercato storie fantastiche. Tra i miei autori preferiti ci sono Jorge Luis Borges e Gabriel Garcia Marquez e sono anche una lettrice appassionata di Harry Potter. Il fantastico letterario mi ha regalato spesso livelli di lettura molto profondi, il fantastico cinematografico è svago allo stato puro. Non so se sarei in grado di scrivere una storia completamente realista.

VENIAMO A UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER TUTTE LE TUE STORIE?

Mi ispiro a tutto e a nulla in particolare. C’è molto della mia esperienza di viaggio nelle mie storie, dei miei gusti, dei miei sogni. Ci sono persone e situazioni che ho conosciuto, così come, a volte, ci sono riferimenti a eventi storici, anche se tutto è trasfigurato dalla chiave magica che immancabilmente assumono i miei intrecci. C’è il mio bagaglio culturale, ci sono le mie letture, i miei poeti preferiti, la musica, il cinema, il teatro, i quadri, le sculture… Mi capita spesso di riprendere in mano i libri di scuola, oppure di rivolgermi al più scontato, ma sicuramente più esaustivo mezzo della ricerca su internet, inseguendo la traccia di un pensiero, nel tentativo di trovare un filo logico che lo trasformi in una storia.

QUALI SONO I TUOI SCRITTORI PREFERITI?

Mi ripeto: Jorge Luis Borges, Gabriel Garcia Marquez, ma anche Milan Kundera, forse uno dei pochi autori non fantastici che abbia amato alla follia. Per quanto riguarda il fantastico contemporaneo c’è un posto speciale nel mio cuore per J.K. Rowling, ma leggo volentieri Jonathan Stroud e adoro le storie appena permeate di fantastico di David Almond. Tra gli italiani emergenti leggo sempre con il batticuore Maurizio Cometto, a mio avviso un grande autore da scoprire.

E PER QUANTO RIGUARDA I FILM, CHE CI DICI?

Mi piacciono in generale i film movimentati, possibilmente con spargimento di sangue anche se non sono mai riuscita a vedere un horror per intero. Mi piace Tarantino, quello di “Kill Bill” e de “Le iene”. Del resto, vedo volentieri le produzioni di Woody Allen, ma non conosco molti altri registi: mi baso perlopiù sul trailer o sulle recensioni. Non vedo quasi mai cinema italiano, così come non mi attirano storie d’amore e i film comici. Un film che mi ha affascinato, fatto piangere e ridere ed emozionare, è stato “Underground” di Emir Kusturica. Un altro film che ricordo per la recitazione magistrale dei due protagonisti è “Sleuth, gli insospettabili” con un Jude Law  e Donald Sutherland. Poi “Leon”, di Luc Besson… poi, che dire, io sono una che si commuove sul finale di “Terminator salvation”, forse i miei gusti in fatto di cinema non sono molto attendibili…

ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?

Sto continuando a scrivere e mi piacerebbe veder pubblicate altre delle mie cose. Già pubblicare “436” è stata la realizzazione di un grande sogno per me, così come lo è il fatto di incontrare persone che apprezzano ciò che scrivo e mi considerano una “scrittrice”, titolo del quale io non mi sento così sicura di potermi vantare. Poi a ogni passo avanti si apre un mondo di ambizioni e di eventualità nelle quali non oso sperare. So solo che se avessi più tempo da dedicare a ciò che scrivo mi sentirei di sicuro molto meglio.

IN BOCCA AL LUPO ALLORA E A PRESTO!

Davide Longoni