CHAPUNGO

Con CHAPUNGO (64 pagine; 16,90 euro), Nicola Pesce Editore torna a pubblicare un cartonato firmato da Sergio Toppi contenete tre racconti.

Con l’arrivo dei conquistadores gli antichi dèi aztechi muoiono nel sangue. Ancora una volta, con Toppi, la storia si immerge nel fantastico…

Tzoa Cotlan 1521. In questa storia Toppi ci racconta l’arrivo dei conquistadores in Messico. Quematzin invocherà gli dèi per quello che sembra essere il suo ultimo combattimento.

San Isidro Maxtlacingo 1850. In un Messico già cristianizzato, gli antichi dèi si nascondono dietro la tonaca dei preti. Intanto il villaggio abbandonato di San Isidro nasconderà più di un mistero.

Chapungo. Nella storia che dà il titolo al volume, il giovane Chapungo è ossessionato da ciò che gli ha rivelato suo padre: un velivolo che pare trasportasse oro si schianterà contro la montagna. Ma non sarà la sete d’oro a far girare la testa a Chapungo.

«Gli dèi stavano veramente morendo e non si importuna chi sta per morire».

Leggiamo dalla prefazione al volume di Andrea Mazzotta: «In Chapungo (pubblicata la prima volta su «Corto Maltese» n.1 e 2 in uscita nel gennaio e febbraio del 1985), in Tzoa Cotlan 1521 (apparsa originariamente su «Linus» n. 136 nel luglio 1976) e in San Isidro Maxtlacingo 1850 (ospitata su «Alter Alter – Alterlinus» n. 49 del gennaio 1978) Toppi cesella il racconto di uomini sconfitti dal tempo, dalla storia, dalla propria presunzione, sottolineando l’effimerità della finta gloria e come questa sia ciò che di più temporaneo esiste.

Perché?

Perché un autore dal tratto potente, evocativo, epico come Toppi sceglie di soffermarsi su piccoli uomini, sulle loro miserie, sulle loro presunzioni, sulle loro sconfitte?

Perché il suo Messico è quello in cui il Tonatiuh, il dio azteco del sole, della fertilità e del sacrificio ha voltato le spalle ai suoi seguaci?

La risposta, questa volta, è semplice, nascosta in piena luce nei volti dei personaggi che state per incontrare. Soffermatevi sui loro occhi, sulle rughe che li circondano, sui sorrisi che non spiegano mai le proprie ali. 
In quei volti sono custoditi quegli istanti che l’autore ama collezionare in tutte le sue opere e che raccontano ciò che è stato, ciò che è, ma soprattutto ciò che avrebbe potuto essere e che non sarà mai.»

La storia artistica di Sergio Toppi (Milano, 1932 – 2012) rappresenta certamente una tappa imprescindibile per la nascita del fumetto d’autore in Italia. Insieme a Dino Battaglia e Hugo Pratt è uno dei personaggi-chiave della Nona Arte italiana.

Il suo stile inconfondibile, che insieme a quello di Battaglia influenzerà generazioni intere di fumettisti, culminerà nel riconoscimento come miglior disegnatore italiano con il Premio Yellow Kid, vinto nel 1975 durante il Salone del fumetto di Lucca.

Nonostante le sue numerose collaborazioni con i più noti editori dell’epoca (fra tutte quella con Sergio Bonelli nella collana «Un uomo, un’avventura») e con le più prestigiose riviste di fumetto d’autore («L’Eternauta», «Comic Art», «Orient Express» e «Corto Maltese» su tutte) il suo tratto si esprimerà al meglio nelle storie realizzate completamente da solo, che assumeranno negli anni sempre di più ambientazioni oniriche e tematiche fantastiche (era nota, ad esempio, la sua grande passione per lo scrittore Dino Buzzati), dopo i primi passaggi in storie di ambientazione storica e avventurosa.

La libertà nell’impaginazione, l’accentuata verticalità delle vignette, l’uso personalissimo dei colori e l’equilibrio fra verosimiglianza storica ed elaborazione fantastica, sono gli elementi che rendono la sua produzione più vicina alla sfera dell’arte che a quella del fumetto in senso lato.

Con il suo uso rivoluzionario della tavola “verticale”, la pagina di Toppi diventa spazio unitario, in cui le immagini si distendono appieno, superando la rigidità della “griglia”. Famoso anche per un uso anticonvenzionale dei colori, dalle tonalità spesso elettriche, e dall’uso del bianco e del nero, predominanti nella sua opera, che assumono una valenza non solo stilistica ma anche simbolica, come contrapposizione tra pieno e vuoto.

Sharaz-de”, “Blues”, “Bestiario”, “La Sacra Bibbia”, “Naugatuck 1757”, “Chapungo”, “Ogoniok”, “Il dossier Kokombo”, “Il Dio minatore”, “Krull”, “Il collezionista”, “Colt Frontier”: sono solo alcuni dei titoli che verranno riproposti nella collana di Edizioni NPE a lui dedicata.

A cura della redazione