ENRICO LUCERI… IL COMMISSARIO BUONOCORE E “LINEA RETTA”

“Sotto il lenzuolo bianco steso in messo alla strada c’è il cadavere di Roberto Salazar. Titolare di un’importante agenzia letteraria, l’uomo è stato investito e ucciso da un’auto mentre attraversava la strada…”. E’ uno stralcio della quarta di copertina dell’ultimo romanzo poliziesco “Linea retta” di Enrico Luceri, tra i maestri della narrativa gialla italiana, presente in edicola questo mese nel numero 3200 del Giallo Mondadori, collana curata da Franco Forte. Chi ha investito Salazar? Perché il pirata della strada è fuggito dissolvendosi nella nebbia? Un incidente o un assassinio premeditato? Al Commissario Buonocore, detective dal grande fiuto, qualcosa non torna, malgrado potrebbe sembrare soltanto una circostanza sfortunata e così comincia a indagare.

ENRICO, “LINEA RETTA” E’ UN TITOLO CHE INCURIOSISCE, IN APPARENZA TUTTO SEMBRA SEMPLICE MA POI…

Poi si scopre che la linea retta è un inganno! Perché a guardarla bene, da vicino, o in filigrana se volete, si rivela l’unione di tante curve. La linea retta è quella più breve per unire due punti. Se dei personaggi hanno il movente per desiderare la morte di una vittima, e anche modo e occasione per ucciderla, la linea retta li accusa. Ma la vita, e i romanzi gialli, non sono un assioma di geometria, e la verità è nascosta in una curva della memoria (come canterebbe De Gregori). Il commissario Buonocore lo sa, diffida delle apparenze, intuisce omicidi dove appaiono incidenti stradali, scava nei ricordi, e scopre finalmente l’identità di chi ha ucciso più volte.

E COSA PORTA IL COMMISSARIO BUONOCORE AD AVVIARE LE SUE INDAGINI?

La morte di un potente (e dunque tanto temuto quanto odiato) agente letterario sembra essere un incidente stradale, ma il commissario Buonocore dubita delle coincidenze. Un lampione rotto, un cassonetto bruciato, un uomo che attraversa al buio la strada, una macchina che la imbocca senza rallentare, lo schianto, un corpo che giace sul selciato. E se non fosse stato un incidente, ma un omicidio premeditato, chi poteva desiderare di uccidere Roberto Salazar? Una moglie molto più giovane e un socio molto sensibile al suo fascino latino? Un figlio trascurato e deluso o una segretaria affezionata e ambedue alla ricerca di un affetto che Salazar non riusciva o voleva dare? Oppure la radice del delitto va cercata nell’attività dell’agenzia editoriale, e nel lontano suicidio di una giovane autrice di romanzi sentimentali, scaricata senza pietà dal cinico Salazar? Il commissario Buonocore dovrà ricorrere alla sua proverbiale pazienza e attenzione per unire le curve che formano una linea retta dal cadavere della vittima (e di altre) a qualcuno nascosto nell’ombra, che colpisce veloce e inafferrabile come uno spettro.

SI TRATTA DI UN GIALLO CLASSICO ALLA AGATHA CHRISTIE OPPURE PRENDE ALTRE STRADE E MODALITA’?

Ho cercato ancora una volta di coniugare la struttura narrativa del giallo classico con le atmosfere e le situazioni del giallo thrilling all’italiana: infatti in questo romanzo le citazioni cinematografiche hanno un’importanza particolare. Per esempio le scene in cui l’assassino uccide sono raccontate secondo la sua prospettiva e quella della vittima, come se il lettore le vedesse in campo e controcampo. Ovviamente, quella dell’assassino è una soggettiva, dove si intuisce solo parte della sua figura. Le mani, gli occhi, la sua ombra che scivola furtiva, e svanisce nel buio, gira l’angolo di un palazzo e scompare. Per poi tornare a uccidere ancora.

IN APPENDICE DEL ROMANZO HAI ANCHE SCRITTO UNA TESTIMONIANZA SUL TUO RAPPORTO CON BUONOCORE. QUANTO C’E’ DI TE IN LUI E COSA VI DIFFERENZIA?

Siamo entrambi meridionali, di mezza età, apprezziamo la calma, pratichiamo l’attenzione, siamo prudenti e riflessivi. Quando ci frequentiamo (ovvero quando scrivo un romanzo con lui), apprezziamo la reciproca compagnia, perché siamo entrambi di poche parole e preferiamo parlarci con degli sguardi che per noi sono eloquenti, in silenzio. Il commissario Buonocore probabilmente ama il suo lavoro molto più di quanto io ami il mio (mi riferisco alla mia attività professionale, non alla scrittura).

SEI DI ORIGINI PUGLIESI, VIVI A ROMA E IL COMMISSARIO BUONOCORE LAVORA A NAPOLI. HAI PENSATO A UNA SUA INDAGINE, MAGARI NEL SALENTO? CI ANDREBBE?

Buonocore si allontana controvoglia da Napoli. Ma accade. Anni fa ha trascorso una breve vacanza in montagna, per una convalescenza (raccontata nel romanzo breve “Lacrime di donne tradite”, pubblicato da Delos), e in seguito è salito addirittura a bordo dell’Orient Express (nel racconto “Il giorno non deve sapere”, pubblicato nell’antologia “Assassinii sull’Orient Express” della Mondadori): in entrambi i casi, è inciampato in qualche cadavere e ha dovuto risolvere dei misteri. Se ci è riuscito anche lì, credo proprio che potrebbe farlo anche in Salento. L’unica difficoltà sarà convincerlo a lasciare Napoli per qualche giorno!

CHISSÀ SE PROSPETTANDOGLI UNA BELLA VACANZA SULL’AFFASCINANTE COSTA SALENTINA BUONOCORE POTREBBE CONVINCERSI. NEL MENTRE, NOI CI IMMERGEREMO NEI SEGRETI DI ”LINEA RETTA”!

Filippo Radogna