STRIA

Se ne parlava già da quasi un anno, e la notizia rimbalzava da un blog di “fumettari” a un altro alimentato dal tam-tam del web. Ora, l’annuncio ufficiale che tutti stavamo aspettando: dal 9 giugno uscirà nelle edicole e nelle librerie specializzate di tutta Italia il nuovo romanzo grafico di Gigi Simeoni, “Stria”, edito da Sergio Bonelli Editore (320 pagine; 9 euro).

La graphic-novel arriva a quasi quattro anni di distanza dalla precedente fatica di Simeoni, “Gli occhi e il buio”, noir ambientato in una tetra Milano d’inizio Novecento,  che all’epoca della sua uscita aveva raccolto il plauso del pubblico, della critica e degli addetti ai lavori, nonché alcuni dei più prestigiosi riconoscimenti del settore.

Il titolo di questa nuova opera a fumetti, che nel dialetto della Val Trompia significa “strega”, rimanda alle tematiche horror che caratterizzano una vicenda tesa e cupa, raccontata con i toni drammatici di un tratto in bianco e nero netto e graffiante, per oltre trecento tavole. Due anni e mezzo di lavoro, rivela l’autore, tra la stesura della sceneggiatura e la realizzazione dei disegni.

La storia è ambientata nelle valli della provincia bresciana e affonda le radici in un passato recente, i primi anni Ottanta del secolo scorso, quando i due protagonisti, un reporter di guerra e una hostess, all’epoca adolescenti, condividevano le loro vacanze estive a Marmentino, una località montana tranquilla e gelosa delle sue antiche tradizioni.

I giochi, i primi sentimenti d’amore, l’incontro con uno strano bambino. E infine, l’esperienza di una tragedia vissuta tra le ombre opprimenti di un bosco e la leggenda di una strega che sembra vi si aggiri nelle notti di luna piena. Un incubo che per oltre tre decenni ha calato un velo di tenebra sui ricordi dei due protagonisti, e che infine li spinge a tornare indietro con la memoria e nei luoghi dell’infanzia per affrontare, ancora una volta, la “stria”.

Se volete saperne di più, leggetevi gli approfondimenti di Sime e l’anteprima della casa editrice.

Buona lettura.

Davide Longoni