FANTASCIENZA STORY: APPENDICE 07 – PARTE 06

RITORNO AL PIANETA ROSSO (2000) – PARTE 06

PITCH BLACK (Pitch black)

In Pitch Black (Pitch Black) di David Twohy una nave spaziale è costretta ad effettuare un atterraggio d’emergenza su un pianeta sconosciuto e illuminato da tre soli e per questo arido e deserto, almeno all’apparenza, perché i superstiti scopriranno loro malgrado, che la vita si anima, si agita e uccide su quel mondo lontano durante il buio provocato da un allineamento di pianeti ogni 22 anni.

I protagonisti sono tre: Riddick (Vin Diesel), un criminale prigioniero e tenuto in ibernazione che si risveglia dopo lo schianto; Johns (Cole Hauser), il cacciatore di taglie che lo ha catturato; e Fry (Radha Mitchell), la donna che pilota la nave e assume il comando del gruppo di superstiti.

La prima stesura del copione, scritta da Ken e Jim Wheat, si intitolava “Nightfall”, il detenuto catturato era una donna, Tara, membro di una tribù di guerriere, aveva un numero inferiore di personaggi, e il gruppo è assalito da fantasmi invece che da bestie carnivore.

Il regista David Twohy ricorda che la casa di produzione Interscope lo contattò per una riscrittura aggiungendo: “Se riesci a farlo funzionare puoi anche dirigerlo”. Twohy accettò, a condizione che fosse un film “d’azione, paura e personaggi in evoluzione”. Così Twohy impostò i tre protagonisti, partendo dall’intuizione che il film doveva essere costruito non solo su aspetti thriller ma anche psicologici, evitando la divisione in buoni e cattivi, ma evidenziando le loro ambiguità e la maturazione che gli eventi esercitano su di loro. Lo conferma Radha Mitchell: “Il regista ha inscenato questo ambiguo triangolo tra i tre protagonisti. Non sappiamo mai davvero chi è buono e chi è cattivo, se si piacciano o se si odiano, o cosa dicono alle spalle l’uno dell’altro”. E Vin Diesel aggiunge: “Ho visto grandi livelli in Riddick, ha un grande sviluppo. Questo ragazzo lo temi e disprezzi, ma alla fine non hai alternativa e ti fidi di lui. E’ molto più profondo della media dei film di sf”. Twohy scelse attori capaci ma sconosciuti, in parte per mantenere bassi i costi, in parte perché il pubblico restasse incerto sulle loro sorti fino all’ultimo: i divi di solito non muoiono.

Il film fu girato in 70 giorni nel deserto australiano, a Coober Pedy. L’Australia fu scelta sia per motivi di budget che per i suoi paesaggi dalla vista a perdita d’occhio, che acuiscono lo smarrimento dei personaggi. Ai paesaggi naturali si aggiungono delle elaborazioni digitali. “Recitare verso il nulla fu divertente”, ricorda Mitchell, “è come nei provini, devi generare la tua rappresentazione. Quando hai a che fare con una palla o un pezzo di nastro adesivo, diventa una tua invenzione”.

Il film segnò il lancio del massiccio Vin Diesel, che divenne così un divo del cinema d’azione hollywoodiano. Fra gli emuli di Schwarzenegger usciti negli ultimi 20 anni, Diesel è sicuramente quello dotato di maggiori capacità recitative: non sorprende, se si considera che arrivò a Hollywood dopo una lunga gavetta nel teatro d’avanguardia e nel cinema indipendente, anche come regista.

Nel copione inizialmente Riddick moriva alla fine, ma all’ultimo momento la produzione considerò il suo personaggio come quello più appetibile per eventuali seguiti, così questa sorte toccò a Fry. Questo cambio in corsa spiega l’ambiguità del finale: non è chiaro se Fry si immoli per salvare Riddick o se venga vilmente usata da Riddick come esca per distrarre i predatori. La produzione ci vide giusto comunque: Vin Diesel interpretò Riddick in altri due film: Le cronache di Riddick (The chronicles of Riddick – 2004) e Riddick (Riddick – 2013). Lo stesso Diesel fu buon profeta, dal momento che prima dell’uscita di Pitch Black dichiarò: “Gente che ha visto il film dice che Riddick gli piace e vorrebbero rivederlo. (…) Mi immagino che potrebbero mettere Riddick su un altro pianeta, inseguito dai cacciatori di taglie…”.

(6 – continua)

Giovanni Mongini & Mario Luca Moretti