BUFFY NON DEVE MORIRE

Giordano Giannini e Nicoletta Gruppi escono in questi giorni con il volume BUFFY NON DEVE MORIRE (432 pagine; 24 euro), un saggio dedicato ad adolescenti, mito e fantastico nei nuovi media, pubblicato da Città del Sole Edizioni nella collana “Lo specchio Scuro / Cinema Controluce”.

Dopo tre anni di lavoro, finalmente vede la luce quest’opera che con precisione e, insieme, grande divertimento, vi offrirà un ulteriore strumento di comprensione del genere fantastico, nello specifico della capacità di alcune serie televisive – collocabili dalla fine degli anni Novanta ad oggi – di rinnovarne la fascinazione presso il pubblico più giovane.

Lungo il percorso fanno capolino noti casi mediatici (ad esempio “Westworld”, “Il racconto dell’ancella” e, ovviamente, la bionda ammazzavampiri che ispira il titolo del volume) che gli autori investono di inattese suggestioni letterarie, mitopoietiche e sociologiche.

Non mancano alcune digressioni su serie epocali come “Ai confini della realtà” o “Il segno del comando”, né approfondimenti sull’odierna contaminazione, sempre più evidente, tra generi e forme espressive diversi (cinema, TV, piattaforme social), che trova nelle tetralogie di “Scream” e “Twilight” validi esempi.

Il volume contiene anche un breve saggio di Riccardo Rosati.

Giordano Giannini è nato alla Spezia nel 1987 e ha conseguito con lode la laurea magistrale in SAVS (Storia e Forme delle Arti Visive, dello Spettacolo e dei Nuovi Media) presso l’Università di Pisa. Per undici anni ha curato corsi di lettura filmica presso istituti scolastici di vario ordine e grado, sale d’essai, centri sociali e culturali, organizzazioni non lucrative e di educazione degli adulti: attività, queste, affettuosamente omaggiate dalla scrittrice Chiara Bodrato nel racconto breve “Il cineforum di Giordano”, incluso nell’antologia “I nuovi racconti spezzini. Vol. 1” (Edizioni Cinque Terre, 2013). Sue pubblicazioni sono: “Cinema e giardini – Una lettura iconologica” (Pontecorboli; Vincitore del Premio Speciale Cinema al Concorso “Città di Pontremoli”, VIII Edizione, 2019); “Les espion – Il gioco funesto, saggio breve compreso nello studio collettaneo – Il cinema di Henri Georges Clouzot” (Il Foglio, 2014) curato dal critico Stefano Giorgi; schede didattiche per “Epica, Narrativa, Poesia-Teatro” (Gruppo Editoriale Principato, 2013), antologia in tre volumi destinata agli alunni del primo biennio del Liceo Scientifico, redatta dalla professoressa Franca Gavino Olivieri.

Nicoletta Gruppi è nata a Milano nel 1958. Nella stessa città si è laureata in Lingua e Letteratura Inglese con una tesi sui polemisti elisabettiani. Negli anni Ottanta ha partecipato a diverse iniziative del Comune di Milano, fra le quali la grande mostra storica a Palazzo Reale del 1983, “Esistere come Donna”. Fra il 1986 e il 1989 ha lavorato come regista-programmista radiofonica presso la sede RAI di Milano, curando una rubrica di spettacolo. Parallelamente ai propri interessi di anglista, che si sono fra l’altro concretizzati nell’ormai esauritissima edizione Einaudi de “Le ballate di Robin Hood”, coltiva da sempre una forte passione per il cinema popolare indiano. Dopo un lungo periodo d’insegnamento si sta dedicando a un progetto di ricerca sulle (dis)avventure dei cineasti italiani in India durante gli anni Venti. È membro attivo della Bronte Society. Fra le sue pubblicazioni ricordiamo: ”Lo specchio danzante – Guida ragionata a Bollywood” (Città del Sole, 2011); “Emily Bronte – Ipotesi per un ritratto a colori” (Archinto, 2000); “Le ballate di Robin Hood” (Einaudi, 1991: traduzione, introduzione e cura).

Buona lettura.

A cura della redazione