CRISTIANO ROCCHIO FRA UMANESIMO E AVANGUARDIE

E’ online per Asino Rosso eBook il libro digitale UMANESIMO E AVANGUARDIE… CONFERENZE E MANIFESTI di Cristiano Rocchio. Abbiamo intervistato l’autore.

ROCCHIO, LE AVANGUARDIE DEL NOVECENTO COME CHIAVE DI LETTURA PER IL NOSTRO TEMPO DEBOLE, ERANO UMANESIMI TECNOLOGICI MISCONOSCIUTI E PENSIERO ANCORA SOLIDO?

La critica delle Avanguardie novecentesche nacque secondo me anche dalla consapevolezza che l’uomo nella civiltà industriale non aveva possibilità di sviluppare appieno le sue potenzialità. Pensiamo per esempio a Boccioni, alla sua esaltazione del movimento come nuova concezione della realtà e della vita, per rappresentare la quale egli stesso ha consapevolmente escogitato nuovi nuovi codici di espressione. Sembra che la sua ricerca si svolga intorno alla nuova condizione dell’uomo nella sua epoca, nella quale baluginavano per i futuristi e per i dadaisti nuove modalità di vita e sconfinate possibilità di espressione creativa. Sembra che il secolo breve, che ha migliorato enormemente le condizioni di vita nel mondo occidentale, non abbia attuato queste esaltanti possibilità, né per il mondo occidentale, né per il resto del mondo. Perciò il pensiero avanguardistico è senza dubbio attuale, molto probabilmente umanistico – anche nel senso chiarito da Oscar Nuccio nel suo Pensiero economico italiano – e certo, anche rigoroso, almeno in quanto adatta i concetti filosofici antichi alla condizione del nascente uomo tecnologico. Probabilmente, se smettiamo di considerarle solo fenomeni transitori verso la stabilizzazione di scuole artistiche, abbiamo molto da imparare dalle Avanguardie novecentesche, come minimo una purezza di sguardo sulla realtà e il coraggio di interpretarla e di spiegarla così com’è.

SONO PRONTI I NATIVI DIGITALI AD ESSERE I PROTAGONISTI DELLA STORIA PROSSIMA VENTURA?

Non sembra che per loro sia così importante competere e primeggiare, per esempio nelle materie scolastiche, quindi forse non sono interessati ad essere protagonisti della storia – e forse proprio per questo lo saranno, e magari realizzeranno l’utopia dei dadaisti tedeschi e quella del Bauhaus. Per aiutarli a identificare e a svolgere adeguatamente il loro compito, è importante secondo me trasmettere l’insegnamento dei predecessori, in particolare di quelli che in qualche modo hanno espresso un atteggiamento critico e razionale, accompagnare gli studenti nella realizzazione delle proprie potenzialità, aiutarli a utilizzare consapevolmente le enormi risorse culturali e informatiche della nostra epoca, ed anche a indagare in quale momento della storia umana si trovano e verso dove stanno andando. È impegnativo, ma con l’aiuto reciproco e un po’ di buona volontà e di fortuna si può fare.

HAI ESPLICITAMENTE DEDICATO L’E-BOOK AL PROFESSOR ACHILLE OLIVIERI, TUO MAESTRO…

Ricordo con molto piacere il Professor Olivieri, la sua curiosità scientifica, il suo argomentare grazioso e disteso, la sua cultura solida e il suo sogno infinito del sapere, che lo accomuna ad Erasmo e ai grandi umanisti del passato. Mi sono avvicinato a lui, grande ed accurato studioso di Erasmo, su consiglio del Professor Baldassarri, all’epoca in cui stavo traducendo il De copia verborum ac rerum di Erasmo. Nonostante fosse un testo ancora inedito in italiano, il Professor Olivieri con squisita delicatezza ha privilegiato il mio primo libro, I binari della persuasione, che è stato edito da Aracne Editrice nella collana da lui curata, Il cannocchiale dello storico, l’anno prima di pubblicare la traduzione di Erasmo.

Il Professor Olivieri applicava i principi dell’educazione umanistica, lasciava grande spazio alla libertà di ricerca, accoglieva molteplici punti di vista e richiedeva accuratezza e rigore filologico. Quando ho cominciato a interessarmi ai manifesti delle Avanguardie, nel periodo che considero il mio tirocinio, mi ha accompagnato volentieri in questa insolita incursione con la sua maggiore esperienza e con la sicurezza del filologo navigato e, con le parole di Nietzsche, degli spiriti liberi. Non credo possa esserci insegnamento migliore.

Roberto Guerra