VOLARE D’AMORE – UNA RACCOLTA ONIRICA

Presentiamo un e-book targato Asino Rosso che è stato fatto apposta per San Valentino, contenente ottima poesia, particolarmente intensa, che sa andare al di là della realtà: si tratta di VOLARE D’ AMORE – UNA RACCOLTA ONIRICA di Stefania Romito e Arjan Kallço.

San Valentino, 14 febbraio,  fuori dalla retorica e magari Sanremo? E’ il caso di questo splendido romanticismo contemporaneo, poesie d’amore doc per gli autori, per un mondo più evoluto e battiti del cuore degni di Solinas e Keats, Katerine Mansfield e Sibilla Aleramo: l’amore è poesia e la poesia è sogno. Questa l’anima intrinseca della raccolta onirica scritta da Stefania Romito e Arjan Kallço, da oggi disponibile nelle principali piattaforme di vendita di libri on line. “Lirica” e “onirica” perché il lirismo non è altro che la trasfigurazione poetica del sogno. Affascinanti e intensi i temi affrontati dai due poeti in questo primo lavoro letterario che li vede delineare i tratti intimi di un sentimento che si nutre di grazia e bellezza. La donna angelus di Arjan Kallço assume la connotazione di una dea “figlia della terra degli Dei” che si erge tra le rovine dell’antica Grecia immersa in un paesaggio metafisico in cui a dominare è l’essenza d’amore. Oniriche visioni a cui si intrecciano i sapori di un Oriente che si riflette nell’Occidente. Il motivo costante dell’attesa emerge con impetuosa delicatezza nelle liriche di Stefania Romito per mostrare il suo volto estasiante e struggente, nella piena consapevolezza della immensità di un sentimento d’amore di fronte al quale la propria esistenza appare nulla: “darei il mio tutto per un tuo niente che per me è infinito”. Un amato che diviene lente immanente mediante la quale si osserva lo scorrere dell’esistenza. Il desiderio di vivere nel perenne ricordo dei momenti felici si va a intrecciare alla cognizione di una realtà contraria che incombe nell’oniricità del presente, ma che nulla può contro l’invincibilità dell’amore.

Siamo petali di sogno tra nuvole di cielo… (Ophelia’s Friends Cultura Project).

Facciamo alcune domande ai due autori.

LA MIGLIOR “TRADIZIONE” ROMANTICA EUROPEA MI SEMBRA PECULIARE NEL VOSTRO ESPERIMENTO POETICO, LO STESSO SOLINAS… LO STESSO KEATS…

Stefania Romito: Chi ama la poesia non può non guardare ai grandi modelli lirici del passato, come appunto Pedro Solinas e John Keats che adoro profondamente. È probabile che qualche suggestione di entrambi sia presente nelle mie liriche. Di John Keats si può forse percepire il romantico appellarsi a una Bellezza insita nel verso che diviene strumento di rappresentazione di un sentimento assoluto espresso mediante una forte passionalità e sensualità. Mentre di Solinas si può respirare la medesima volontà di concepire la realtà come sogno o il sogno come realtà. La stessa magia dell’amore vissuta con incanto e, al contempo, come dolce agonia. La verità è che quando si vive intensamente un’emozione, l’anima del poeta non può rimanere indifferente. É cantando le sfumature, i tormenti, le sublimità di un sentimento che il poeta ne attribuisce il carattere di immortalità e di universalità. Quella stessa universalità che lega i versi di tutti i poeti in un unico e infinito canto d’amore.

Arjan Kallço: Innanzitutto un grazie di cuore dall’Albania. La tradizione è quella strada percorsa sulla quale ci sono passati tutti, o almeno l’hanno seguita da lontano. Il romanticismo è nato con l’uomo e scomparirà con lui. Un poeta non può non essere che romantico, perché tale è la vita, i rapporti fra persone che condividono attimi pur sempre fuggenti. Tali sono i sentimenti che lo spingono a scrivere, immaginando l’universalità della letteratura.

IN ARJAN SORPRENDENTE L’EVOCAZIONE INNOVATRICE NEO ARCHETIPICA “ATENIESE”, IN STEFANIA… UN RINASCIMENTO APPUNTO NEOROMANTICO…

Stefania Romito: Hai colto perfettamente i caratteri della nostra lirica. Gli archetipi mitologici che si vivono nei versi di Arjan donano immagini di una sensualità estrema che si vanno a fondere alle movenze stilnovistiche di una donna angelus raffigurata come dea greca. Fusioni innovative che arricchiscono una lirica già di per sé originale contribuendo a donargli un alone di passionale mistero che stimola i sensi infiammandoli. Nella mia poesia a risvegliare i sensi sono gli echi struggenti e sublimi di un cantico d’amore che sfida le leggi del tempo e dello spazio rivendicando il diritto alla felicità. Due stili differenti che si integrano e, a mio avviso, si completano.

Arjan Kallço: Il poeta che amo molto è Kavafis, di origini greche, che ė rimasto pur sempre visitatore in Grecia, completandola dall’esterno. Io non sono mai vissuto a lungo in Grecia, solo di passaggio. La culla della cultura mondiale mi è rimasta mai esplorata in profondità. Forse è meglio così, perché altrimenti avrei percorso altri sentieri, mi sarei innamorato di Elytis, Ritsos ecc. Stefania Romito invece è discepola che esalta l’eco della poesia scritta dalle autrici italiane neoliriche, fra cui la Cavalli, la Valduga, ecc.

PIU’ APPARENTEMENTE IN CERTA CRONACA PUNTUALE O CARPE DIEM, LA STESSA PERIODICA FESTA DEGLI INNAMORATI UNA VOLTA TANTO NASCE DALLA POESIA DOC, CI AVETE PENSATO?

Stefania Romito: Sarebbe meraviglioso riuscire a contrastare il “relativismo” dilagante e le tattiche speculative di carattere economico per donare a questa festa, che rappresenta l’appuntamento annuale per tutti gli innamorati, un contributo genuino, distante dalle strumentalizzazioni, che impieghi gli strumenti più nobili del pensiero per celebrare il più puro dei sentimenti. Sarebbe davvero stupendo. Io e Arjan lavoriamo in questa direzione, affinché l’amore venga vissuto esclusivamente per quello che è e non per ciò che si vorrebbe che fosse.

Arjan Kallço: La poesia e l’amore sono inseparabili: l’amore fa nascere la poesia e la poesia è a volte il guscio caldo che lo coccola, a volte l’ispirazione che apre la strofa all’amore. Comunque sia, la poesia è amore, così come l’amore ė poesia: la prima inizia per A, la seconda finisce in A, dalla A alla Z, in un cerchio che dona anima e forza reciproca nel bene e nel male. Poi se la poesia festeggia ogni istante dell’amore, l’amore ė il festeggiato, e quest’ultimo per godere la sua sublimità pretende sempre ali oniriche e liriche. In albanese l’amore (dashuria, n. f) è una bella donna elegante, delicata e capricciosa.

Roberto Guerra