FANTASCIENZA STORY 201

LUCI LONTANE (1992) – PARTE 02

BAGLIORI NEL BUIO (Fire in the Sky)

Il 5 novembre del 1975 Travis Walton (D.B. Sweeney, già apprezzato nel telefilm Una maledetta fortuna), boscaiolo, sta tornando a casa con i suoi compagni di lavoro a bordo di un furgone.

Sta calando la sera e il suo migliore amico, Mike Rogers (Robert Patrick), sta guidando lungo il sentiero boscoso delle White Mountains, in Arizona. Stanno dirigendosi tutti verso il loro paese, Snowflake, per poi riprendere il lavoro il giorno dopo, un incarico dato loro in concessione dal servizio forestale degli Stati Uniti; loro compito è disboscare un’area di 24 chilometri nella Foresta Nazionale Apache.

Quello che accadde dopo viene riferito dai ragazzi prima allo sceriffo del luogo, Blake Davis (Noble Willingham), e poi a uno scettico Tenente di polizia, famoso per non aver mai lasciato in sospeso un caso, Frank Walters (James Garner).

Mentre tornavano verso casa Alan Dallis (Craig Sheffer), a bordo del camioncino, vide un violento bagliore rossastro attraverso la boscaglia. Il loro primo pensiero fu che potesse trattarsi di un incendio e si avvicinarono con il furgone verso la luce per poter eventualmente dare l’allarme in paese. La loro sorpresa fu enorme quando videro uno strano oggetto sospeso nell’aria a circa una decina di metri dal suolo, un oggetto descritto come un disco volante. Travis chiese a Mike di fermare il furgone e, ignorando le proteste degli amici, scese dal mezzo e si diresse verso lo strano oggetto. All’improvviso una luce verde bluastra lo investì e lo scaraventò in aria facendolo poi cadere al suolo poco distante. Preso dal panico Mike avviò il furgone e fuggì di corsa dalla zona per poi fermarsi pochi chilometri dopo con l’intento di tornare indietro ad aiutare l’amico lasciando gli altri ad aspettarlo nel buio della boscaglia. La ricerca fu vana, nessuna traccia di Travis.

Il racconto non convince affatto né lo sceriffo né il tenente che, il giorno dopo, organizzano una vasta battuta lungo tutta la boscaglia per cercare Travis senza alcun risultato.

I sospetti si addensano su Mike Rogers e i suoi amici e soprattutto su Alan Dallis, non solo per i suoi precedenti penali, ma anche perché era in continuo disaccordo con Travis. Lo sceriffo propone loro di sottoporsi alla macchina della verità ma inizialmente i ragazzi rifiutano.

La situazione si sta facendo insostenibile: il piccolo paese viene assediato da giornalisti, curiosi, ufologi, telereporter e gli stessi abitanti cominciano a dubitare della realtà della vicenda e a pensare a un omicidio. Mike Rogers entra nella chiesa nello stesso momento in cui Blake e Frank stanno tenendo una riunione e dai commenti che sente capisce perfettamente quello che i suoi concittadini stanno pensando.

Mike: “…Io piango per Travis proprio come voi… io… mi manca moltissimo… ma io non… no… non posso cambiare i fatti, io non… non posso cambiare ciò che ho detto, magari potessi farlo. Io… io vorrei, vorrei che tornasse tra noi. Io vorrei essere… vorrei essere sicuro che sta bene, ma non dipende dalla mia volontà… Così è questo che pensate di me. Vi abbiamo detto tutta la verità fin dall’inizio e ora siamo costretti a provarlo. Ci sottoporremo alla vostra dannata macchina della verità. Organizzi tutto, ci stiamo, d’accordo, e se qualcuno di voi ha ancora qualcosa da dire su di me o sulla mia squadra lo dica adesso, subito, e soprattutto me lo dica in faccia!

La prova viene compiuta da un esperto, Cyrus Gibson (Wayne Grace), e i sei, prima di accettarla, vogliono essere sicuri che l’esperimento non sarà un trucco per incastrarli.

Gibson: “Francamente, non m’importa che siate d’accordo o no, se mentite la mia macchina lo dimostrerà. Se siete puliti dimostrerà anche questo.

Alan: “E noi come facciamo a sapere che non l’hanno comprato?

Frank: “Cyrus Gibson è il migliore in assoluto, ragazzi, è una fortuna avere lui.

Alan: “Bene, se lo dice lei, Signore, a me basta e avanza.

Blake: “La verità è che potete fidarvi di lui.

Mike: “Sì, ma io mi fido solo di lei, Blake, ci dà la sua parola che l’esame sarà corretto?

Blake: “Senz’altro, figliolo, hai la mia parola.

Mike: “D’accordo, andiamo.

I risultati sembrano dimostrare che nessuno di loro avrebbe mentito ma le risposte di Alan, già per carattere suo un ribelle, renderebbe necessario il rifacimento della prova, ma Mike e gli altri rifiutano.

Verso la mezzanotte del dieci novembre Mike riceve una telefonata a proprio carico: è Travis che con voce rotta gli dice di andare a prenderlo presso una pompa di benzina fuori dal paese. Piove a dirotto ma Mark trova l’amico in uno stato confusionale e completamente nudo, pallido e smagrito.

Mentre sta lentamente guarendo e l’ospedale prima e la famiglia dopo cercano di assisterlo nel migliore dei modi, Travis rivive la sua avventura a bordo dello strano mezzo. Ricorda come si sia svegliato rinchiuso in una specie di bozzolo scavato lungo un pozzo profondo e privo della forza di gravità, ricorda come abbia visto un corpo umano in decomposizione dentro un altro rientro scavato nel pozzo, ricorda anche come sia risalito, quasi levitando, dal pozzo e abbia visto delle tute dalla strana forma e poi ricorda anche gli alieni che lo hanno preso e trascinato su un tavolo, esseri dalle braccia e dalle gambe magre con grandi occhi e un viso grinzoso. Ricorda la strana pelle di cui lo hanno ricoperto e la macchina che, scesa dall’alto soffitto, conteneva una specie di ago che si dirigeva verso il suo occhio destro. Ricorda la schifosa gelatina che gli hanno infilato in bocca e l’apparecchio che gli hanno introdotto per non farlo urlare…

Sono passati due anni e mezzo dall’accaduto, Travis si è rimesso e si è sposato mentre, al contrario, Mike si è separato ed è andato da vivere da solo in una baracca in mezzo alla foresta. I due tornano sul luogo dell’accaduto e, parlando, trovano il modo di capirsi e di comprendere che ciò che è accaduto non è stato in realtà colpa di nessuno. Il film finisce con delle didascalie.

Mike e Katie Rogers hanno divorziato nel 1976.

Mike ha lavorato come falegname, muratore e imbianchino fino al 1992 prima di accettare di nuovo un lavoro di disboscamento a Mogollon Rim.

Travis e Dana Walton vivono con i loro quattro figli a Snowflake, in Arizona, dove Travis è caposquadra in una fabbrica del luogo.

Nel febbraio 1993 Cyrus Gibson ha nuovamente sottoposto all’esame della macchina della verità Travis Walton, Mike Rogers ed Alan Dallis.

Questa volta la prova è stata superata da tutti.

Il Caso Travis è uno dei più famosi nel campo della ufologia, uno degli episodi di abduction (rapimento) tra i più documentati. Il film non racconta però la vera esperienza a cui è stato sottoposto Travis nel suo rapimento, tanto è vero che Walton desidererebbe portare sullo schermo ciò che lui dichiara di aver veramente vissuto e che ha scritto in un libro, The Walton Experience. Non è stato il solo testo che ha scritto ed è stato ospite e relatore a parecchie conferenze in tutto il mondo potendo così abbandonare presto il suo lavoro di boscaiolo.

Quanto di questo può essere vero e quanto di questo sia stato poi da lui sfruttato per camparci su, nessuno può saperlo. Quello che sappiamo è che la sua esperienza lo vede all’improvviso sveglio su un tavolo in una stanza dal soffitto basso. Appoggiato sul torace aveva un apparecchio di forma ovale che gli causava dolore. La descrizione che lui fa degli alieni sembra abbastanza simile a quella realizzata nel film. Travis balzò dal letto e prese in mano un oggetto per cercare di difendersi, disse che non aveva paura in quanto era cintura nera di Tae Kwon Do. I tre esseri che lo stavano guardando abbandonarono la stanza senza nemmeno considerarlo dirigendosi verso destra. Travis imboccò la direzione opposta trovandosi di fronte a un lungo corridoio e non certamente così sporco e untuoso come appare nel film, ed entrò in una stanza con una poltrona sulla quale vi erano dei pulsanti e delle leve.

Travis ne azionò alcuni provocando sul soffitto, come un grande planetario, il movimento dei pianeti e delle stelle. Poi nella stanza entrò un essere dalla forma umana con i capelli castani, alto all’incirca un metro e ottanta con indosso una tuta azzurra e un casco trasparente, aveva gli occhi dorati. Senza una parola l’alieno afferrò il giovane e lo condusse, attraverso un lungo corridoio, in un’altra stanza dove c’erano degli oggetti apparentemente metallici di forma ovale poi, attraverso una stanza successiva, incontrò altre due creature, due uomini e una donna esattamente simili al primo, ma questi erano senza casco. I tre lo stesero su un tavolo e, forse con un anestetico, lo fecero addormentare. Si svegliò in campagna mentre il disco volante si allontanava.

Le immagini apparse nel film sono quindi molto simili a una scena da film horror e completamente inventate rispetto a quelle che Travis avrebbe vissuto. Esse sono state realizzate in quel modo alla faccia della verosimiglianza ma tenendo vergognosamente conto solo delle esigenze di cassetta, il che rende il film, da questo lato, assolutamente inattendibile. L’esperienza che Travis avrebbe vissuto non sarebbe stata ricostruita completamente in quanto le sedute di ipnosi regressiva cominciarono a rivelarsi pericolose per la sua incolumità mentale ed è stata ricostruita, specie nella parte centrale, solo parzialmente ma non sembrerebbe così traumatica e soprattutto sadico-dolorosa come sarebbe stata presentata nel film, più simile a un antro di un nido da regina Alien che ad un’astronave tecnologicamente appartenente a una razza avanzata.

(2 – continua)

Giovanni Mongini