FANTASCIENZA STORY 187

ABBIAMO DEI NUOVI AMICI LA’ SOTTO (1989) – PARTE 01

«Potete scegliere: unirvi a noi e vivere in pace o

seguitare sulla strada in cui siete e venire annullati.

Aspetteremo una risposta. La decisione spetta a voi.»

(Ultimatum alla Terra di Robert Wise)

THE ABYSS (The Abyss) 

Il sommergibile atomico Montana in immersione nel Mar dei Caraibi avvista con il radar uno strano e misterioso oggetto che naviga alla velocità di ottanta nodi l’ora in rotta di collisione. Per evitarlo e per colpa del colossale spostamento d’acqua il sommergibile urta il fondale marino e si inabissa nella fossa di Cayman. Per soccorrerli le autorità militari chiedono l’aiuto e l’appoggio di una stazione sottomarina impegnata in ricerche petrolifere e che si trova a sole 22 miglia dal luogo del disastro.

Una spedizione composta da militari comandata dal Luogotenente Coffey (Michael Biehn) e dalla progettista della stazione, Lindsey Brigman (Mary Elizabeth Mastrantonio) si immerge per raggiungere il fondale sottomarino e quindi la stazione che è comandata da Virgil Bud Brigman (Ed Harris). Lui ed Elizabeth sono marito e moglie ma sono in attesa di divorzio.

Purtroppo non esistono superstiti sul Montana ma si verifica comunque un fatto misterioso: un uomo dell’equipaggio di Brigman resta shocckato da qualcosa di strano che ha visto. Viene ricoverato in coma nella infermeria della stazione.

Frattanto, in superficie, l’uragano Fred colpisce violentemente la nave madre alla quale è ancorata la base sottomarina e la forza dei mari e la violenza del vento fanno cadere una gigantesca torre che si inabissa sfiorando solamente e fortunosamente la stazione sommersa. Ma il cavo di connessione si è arrotolato attorno al traliccio che cade nel profondo sperone roccioso avvinghiandosi alla stazione e trascinandola vicino all’orlo dell’abisso. Nel frattempo, come da ordini dalla superficie, Coffey ha recuperato una testata atomica per usarla contro eventuali nemici, ma l’uomo sta cominciando a mostrare preoccupanti sintomi di psicosi da alta pressione, le mani gli tremano e crede di vedere nemici dappertutto.

Lo spostamento della stazione ha causato dei guasti piuttosto gravi e Lindsey cerca di porvi rimedio.

Bud la incontra mentre sta trascinando un cavo in mezzo ai corridoi della base.

Bud: «Allora, che ne pensi?»

Lindsey: «Beh, vorrei tentare di dare corrente almeno a questo settore, soltanto che per farlo dovrei prima riattivare questa linea ed è proprio un bel casino. Per il riscaldamento comunque non sarà sufficiente. Fra poche ore questo posto assomiglierà ad un congelatore.»

Bud: «Non c’è da stare allegri.»

Lindsey: «Già… No, direi proprio di no. Se escludiamo i settori che non usiamo, potremo resistere ancora dodici ore!»

Bud: «Il ciclone durerà un po’ più di dodici ore.»

Lindsey: «Sì, lo so. C’è una sola possibilità, forse: i serbatoi di stoccaggio di fuori vicino al modulo rotto. Andrò li e tenterò di collegarli.»

Bud: «Lindsey…»

Lindsey: «Che c’è?»

Bud: «È bello che tu sia qui.»

Mentre la ragazza sta eseguendo il suo lavoro all’esterno ecco che accade qualcosa di incredibile. L’acqua è illuminata da una luce violetta e uno strano oggetto luminoso le si avvicina. Pare una specie di grande medusa trasparente con all’interno una specie di motore che lo fa muovere. Lindsey, sorridendo e per nulla spaventata, lo tocca. Poi si ricorda di avere anche una macchina fotografica subacquea accanto a sé, ma quando comincia a scattare, lo strano oggetto è diventato un piccolo punto nel buio dell’abisso.

Quando Lindsey fa vedere ai membri della stazione le foto che ha scattato nessuno le crede e lei si irrita notevolmente.

Bud la prende da parte.

Bud: «Sei la donna più testarda che abbia mai conosciuto!»

Lindsey: «Sì, lo ammetto. Ma ho davvero bisogno che tu mi creda adesso! Guardami, avanti! Guardami! Ti sembro alterata? Ho qualche squilibrio da alta pressione tipo tremori o balbettio?»

Bud: «No.…»

Lindsey: «No. Ma sono tua moglie Lindsey, non è vero? Tu mi conosci meglio di chiunque altro. Adesso guardami negli occhi! È vero quello che ti sto raccontando! Io l’ho toccato con le mie mani e… e non era come un oggetto che avremmo potuto costruire noi! Scivolava… era la cosa più bella che avessi mai visto! Vorrei che ci fossi stato anche tu. Era una macchina sì, era una macchina ma era viva… Era come una danza di luce. Ti prego, devi credermi Bud, non ci vogliono fare del male, lo so, non chiedermi come ma adesso lo so…»

Bud: «Gesù…»

Lindsey: «Bud…»

Bud: «Questa è una tua sensazione! Se stiamo dietro alle sensazioni, Coffey ne ha avuta un’altra!»

Lindsey: «Ognuno vede ciò che vuol vedere! Coffey guarda e vede i Russi. Vede solo paura e odio. Forse noi abbiamo occhi migliori, ecco tutto… Ti prego…»

Bud: «Non posso…»

Lindsey: «No?»

Bud: «Mi dispiace…»

Ma sia Bud che gli altri si devono ricredere quando un lungo serpente d’acqua uscito dalla grande vasca che comunica con l’esterno, si inoltra lungo i corridoi della stazione ed entra in contatto con Lindsey, alla presenza di tutti.

La ragazza tocca il viso che riproduce le sue fattezze e i suoi gesti. È composto d’acqua di mare. L’arrivo di Coffey che chiude la paratia e spezza il serpente interrompe bruscamente il contatto. Ma è questo che scatena definitivamente la follia di Coffey. Convinto di avere a che fare con i Russi e con le loro armi misteriose, il Luogotenente attiva la bomba e rinchiude gli altri che vengono poi finalmente liberati dal membro della spedizione misteriosamente uscito dal suo coma.

Bud e Lindsey inseguono Coffey con uno scafo e, dopo una lotta furiosa, fanno precipitare il mezzo del militare all’interno della fossa. La pressione distrugge sia lui che lo scafo ma la bomba è caduta nel fondo del burrone. Anche Lindsey e Bud si salvano a fatica anzi, poiché il loro mezzo si sta riempiendo d’acqua e i due hanno una sola muta; la ragazza si lascia affogare entrando in ipotermia, dato che a quella profondità l’acqua è molto fredda e Bud la riporta velocemente alla stazione riuscendo in extremis a rianimarla.

Bud si offre di andare a disinnescare l’ordigno indossando uno speciale scafandro che lo fa respirare attraverso un liquido ossigenato e che gli permette quindi di scendere ad enormi profondità. Non potrà parlare ma comunicherà con la base attraverso una tastiera posta sul braccio sinistro del suo scafandro.

Bud inizia la sua discesa gettandosi nel baratro.

Monk: «Milleseicento metri, è ufficiale!»

Lindsey: «Bud, secondo Monk hai appena battuto il record di discesa con la muta! Non ci avevi mai pensato in tanti anni vero?»

La risposta è sul televisore nella sala di controllo. Fra parentesi ci sono le risposte date in lingua italiana, ovviamente Bud è soggetto alla pressione e le parole da lui digitate non sono esatte; abbiamo optato per una traduzione nella forma corretta, in modo da non causare stress epilettici ai lettori.

CALL GUINNESS (Chiama il Guinness)

Lindsey: «Duemilaottocento metri, Bud, va tutto bene?»

Monk: «Chiedigli se ha disturbi di pressione, tremori, problemi di vista od altro…»

Lindsey: «Il Sottotenente Monk chiede come stai.»

HN HANDDS SHAKING (Mi tremano le mani)

Monk: «Il primo ad essere colpito è il sistema nervoso!»

Lindsey: «Okay, Bud, la tua profondità è di duemilanovecento metri, stai scendendo bene… Bud, ascoltami, c’è una cosa che ti vorrei dire… È duro per me, lo sai… non è facile essere una rigida professionista, ci vuole disciplina e molti anni di studio, molta gente a questo non ci pensa e mi dispiace di non poterti guardare negli occhi, in questo momento sei nel buio da solo… Oh, Dio, sei tanto lontano da me… La tua profondità è di tremilacinquecento metri, il fondo ormai dovrebbe essere vicino… Bud che succede?»

SLF JAQ SDFJS

I messaggi successivi furono tagliati nella versione italiana, non sono le sole sequenze tolte.

Lindsey: «Bud? »

YU LWAYS DID   (Hai sempre

TALKK TO MUC         parlato troppo)

Lindsey: «Come stai? »

YR GOING A WAY        (Stai continuando)

Ritorniamo ora alla versione ufficiale. Bud scivola lungo il costone roccioso.

FEL BETTER SOM LITE BELOW      (Va meglio, ci sono delle luci qua sotto

LITE EVYWHERE                 luci dappertutto)

Lindsey: «Vedi una luce? Che tipo di luce, Bud?»

Monk: «Sono tutte allucinazioni!»

TOUCHDOWN     (Contatto)

Lindsey: «Oh, mio Dio…»

Monk: «Okay, Bud, procediamo un passo alla volta, togli il detonatore dall’alloggio svitandolo in senso antiorario…»

UNSCREWD                (Svitato)

Monk: «Molto bene, Bud. Ora devi tagliare il filo di terra, non quello sotto carico, ossia quello blu con le righe bianche e non, ti ripeto non, quello nero con le righe gialle…»

Sotto la luce verde della torcia subacquea Bud non vede affatto la differenza di colore e quindi procede per tentativi. Taglia un filo a caso…

CUTING     (Tagliato)

Per fortuna il filo era quello giusto…

Monk: «Bud, leggimi sul manometro il consumo di ossigeno!»

5 MINUTS WORTH              (Ben 5 minuti)

Alla base sono disperati. Ci vorrebbe almeno mezz’ora per risalire.

Lindsey supplica Bud di cominciare la risalita.

GOING TO STAY A WHILE    (Resterò un po’ qua)

La ragazza piange, Bud sente la sua disperazione e le risponde.

DONT CRY BABY                         (Non piangere bambina

KNEW THIS WAS ONE WAY TICKET        sapevo che era un viaggio di sola

BUT YOU KNOW I HAD TO COME          andata, ma sai che ci sarò)

LOVE YOU WIFE         (Ti amo moglie mia)

Come abbiamo anticipato la versionecinematografica edita nel nostro paese consta un taglio degno di una sarta molto abile, quello che però vogliamo sottolineare è che è proprio questa parte tagliata che svela il significato della nostra sopravvivenza e coesistenza con una razza aliena. Non pensate che sia il solito messaggio alieno che ci ricorda quanto siamo brutti e cattivi (anche se è vero!!) che ci minaccia con violenza, tutt’altro. Loro ci indicano la strada che percorreremo se continueremo con il nostro modo di vivere scellerato, sconsiderato e guerrafondaio, limitandosi ad una considerazione che deve far riflettere tutti: noi potremmo essere distrutti da una superiore entità aliena ed essere cancellati per sempre dalla faccia della Terra, le tracce del nostro passato e della nostra memoria svaniranno per sempre, ma loro ci saranno per sempre, loro esisteranno ancora.

Passiamo adesso alla versione originale: Bud è accasciato sulla roccia, sa che per lui è la fine e aspetta solo di non sentire più l’aria nei polmoni. Ad un tratto una luce violacea gli si avvicina, incredulo spalanca gli occhi e vede una forma di vita aliena, simile a una grande farfalla, trasparente, con due occhi grandi che lo guardano amichevolmente. Guardateli bene questi alieni, perché un loro emulo (molto più grigio e cattivo) lo ritroveremo in Independence Day di Roland Emmerich.

L’alieno prende per mano Bud e lo trasporta in “volo” verso un qualcosa di grandioso: una nave spaziale adagiata sul fondo degli abissi. Bud si ritrova in una stanza semisvenuto, le acque si dividono come per magia lasciando all’umano un varco; si toglie il casco e sputa il liquido che gli era rimasto dentro, riuscendo a respirare a pieni polmoni. Dinanzi a lui, dietro allo schermo d’acqua, alcuni alieni lo osservano.

Bud: «Salve! …Come va la vita?»

La risposta che ottiene si manifesta dietro di lui: sulla parete opposta cominciano a scorrere le immagini di alcuni telegiornali, gli annunciatori parlano delle catastrofi causate dagli uomini.

Bud: «Oh, merda!»

Adesso i telegiornali stanno incalzando, parlando di disastri.

Bud: «Guardate la tv anche voi allora? È questo che cercate di dirmi? Sapete quello che succede là fuori?»

Scene di panico generale dallo schermo, specialmente su di una spiaggia. Si vede un’intervista a una persona che parla di un qualcosa di tragico, una gigantesca onda formatasi da chissà dove si abbatterà in 15 minuti sulla terra ferma; Virgil Brigman è attonito.

Bud: «Voi potete farlo! Voi potete farlo, vero?! Voi controllate l’acqua con la vostra tecnologia! Ma perché volete farlo?»

E di nuovo sullo schermo: funghi atomici e olocausti nucleari.

Bud: «Ok… Ok! È sufficiente! Adesso basta! …Come sapete che lo faremo davvero? Come potete giudicarci se non potete essere sicuri di quello che faremo? Come lo sapete?»

Appaiono immagini atroci: persecuzioni, massacri, genocidi, Hiroshima, Nagasaki.

All’esterno, sulla terraferma la gente sta scappando e l’onda si fa sempre più minacciosa. Ma ad un tratto arresta la sua corsa, resta immobile al suo apice per qualche istante e poi si ritira, scompare nel nulla dal quale è venuta; la gente applaude e ride, felice di aver scampato la tragedia.

Bud: «Avreste potuto farlo… Perché no?»

Ritorniamo alla nostra versione. Gli alieni utilizzano una comunicazione a Bud nota:

KNEW THIS WAS

ONE WAY TICKET

BUT YOU KNOW

I HAD TO COME

Questo messaggio, riciclato dagli alieni, non necessita della traduzione letterale, ma merita una considerazione particolare, in quanto gli alieni stessi hanno voluto far capire a Bud, al genere umano che se continuerete su questa strada, la vostra distruzione sarà un viaggio di sola andata, Noi sopravviveremo e ci saremo ancora… non voi!

Bud è stupito, li guarda in maniera interrogativa.

LOVE YOU WIFE

E anche qui interpretiamo liberamente il pensiero di queste creature, un messaggio d’amore cosmico: noi vi amiamo.

E Bud sorride, congedandosi da loro con un saluto militare.

All’esterno un sole caldo e bello irradia la terra; il capitano della nave di soccorso chiama ripetutamente il Deep Core, la navetta base, confortandoli a proposito del loro recupero. Si stanno preparando tutti, quando sul monitor appare una luce:

VIRGIL BRIGMAN BACK

ON AIR

Gioiscono e comunicano alla nave di recupero che stanno ricevendo altri messaggi da Virgil.

Capitano: «Che cosa dice?»

Lindsey: «Dice… che Virgil Brigman sta trasmettendo!»

HAVE SOME NEW

FRIENDS

Lindsey (leggendo sul monitor): «Ha alcuni nuovi amici… laggiù.»

E qui altro taglio da sartina! Ecco cosa trasmette Bud:

GUESS THEYVE BEEN

HERE A WHILE

Lindsey (leggendo sul monitor): «Credo che siano qui da molto tempo…»

THEY LEFT US ALONE  (Ci hanno lasciati soli, ma…) messaggio incompleto

BUT HURTING

GETTING OUT OF HAND       (Non sento più le mani)

THEY SENT A MESSAGE

HOPE YOU GOT IT

Lindsey (leggendo sul monitor): «Hanno mandato un messaggio, spero lo abbiate ricevuto.»

THEY WANTED TO GROW UP AND

PUT AWAY CHILDISH THINGS

Lindsey (leggendo sul monitor): «Vogliono che cresciamo e ci lasciamo alle spalle quelle idiozie da bambini! …Naturalmente è solo un suggerimento!»

E torniamo alla versione italiana:

KEEP PANTYHOSE ON  (Tieniti i pantaloni addosso)

YOURE GONNA LOVE   (Ti piacerà)

THIS

Il Deep Core viene investito dall’onda d’urto generata dalla nave aliena in rapida emersione e i sonar delle navi in superficie captano un oggetto di dimensioni mostruosamente grandi…

Ed ecco che il Deep Core emerge dall’abisso, sospinto dalla nave aliena ormai emersa: tutto quello che stava “sopra” il livello del mare viene a poggiarsi sulla superficie dell’astronave; Lindsey e gli altri scendono dal Deep Core e, da un’apertura in fondo alla nave aliena, esce Bud.

Lindsey: «Ciao Brigman.»

Bud: «Ciao Signora Brigman..»

La tecnica utilizzata per l’aspetto dell’alieno è piuttosto complicata e l’Oscar per gli SFX se lo è proprio meritato. I tecnici della DreamQuest e George Joblove della ILM hanno lavorato per giorni su di un computer per creare la figura del serpente d’acqua, ribattezzato Pseudopode, facendo in modo che sembrasse acqua ammassata insieme e che non sembrasse un guscio di plastica trasparente con dell’acqua colorata; per questo motivo ogni riflesso di luce, ogni movimento è stato elaborato al computer momento per momento. Sono state prese delle Scan photo (fotografie passate allo scanner) degli attori di cui Pseudopode avrebbe dovuto riprodurre i lineamenti e sono state elaborate e processate con lo stesso trattamento, indi sono state integrate in fase di montaggio con la live action. Il risultato è veramente sbalorditivo!

Ed Harris quando si cala nelle profondità marine non è immerso nel liquido (anche se l’effetto è splendidamente riuscito), ma indossa un casco a doppio fondo; avete mai visto il trucco del bicchiere che i bambini fanno a carnevale? Il concetto è quello: fra il volto di Harris e l’involucro esterno c’è una cavità, un vuoto, entro il quale è stato inserito un liquido rosato molto fluido; l’effetto bollicine è dato da una piccola pompa alla base del casco che di tanto in tanto fa uscire un po’ d’ossigeno. Per rendere meglio l’idea il secondo strato di vetro, anzi di plexiglas, è stato inserito tutto intorno al casco, non solo davanti, in modo che da tutte le angolazioni risultasse vero.

Mentre Bud e l’alieno stanno percorrendo i corridoi dell’astronave si vedono tutte quelle luci, ricreate al computer ed inserite in live action, così come il riflesso sul casco di Bud. Una delle scene più belle dentro l’astronave stessa è proprio il dividersi delle acque, l’effetto è bello e ben riuscito! Basta pensare che in realtà Harris non sta sdraiato sul suolo, bensì con la testa all’ingiù, attaccato con dei fili alla parete di una piscina che lentamente viene svuotata; le pareti di acqua sono quindi riprese effettuate sul bordo della vasca ed interpolate con l’ambiente esterno tramite il Blue Screen.

L’astronave è però un modellino e, quando emerge, ce ne rendiamo conto! Peccato, perché in fondo al mare sembrava qualcosa di grandioso: tutto illuminato da lampadine e fili fosforescenti.

La versione in DVD possiede, ridoppiate, le scene che sono state tagliate e di cui vi abbiamo parlato, più altre ancora di minore importanza.

(1 – continua)

Giovanni Mongini