LA CASA DELLE CONCHIGLIE

Vi segnaliamo la pubblicazione del nuovo romanzo LA CASA DELLE CONCHIGLIE (424 pagine; 16,90 euro) di Ivo Torello, edito nella collana “Impronte” da Edizioni Hypnos.

Parigi, 1863. Gli affari della Maison des Coquillages, un bordello di lusso situato nella campagna di Montmartre, sono assai floridi, la clientela abbondante e le ragazze che vi lavorano hanno trovato un’isola felice. A differenza della stragrande maggioranza delle case di piacere francesi, alla Maison le prostitute, con un’età che varia dai tredici ai trentun anni, godono di privilegi impensabili per l’epoca. Belle, pulite, raffinate, ottime conversatrici le diciotto ragazze della Maison sono ambite da tutta Parigi, e persino i più incalliti moralisti sembrano celare col disprezzo il puro e semplice desiderio. Assoluta padrona e creatrice della Maison des Coquillages è Madame Dauphine Sabatière, una trentenne volitiva, colta e bellissima, elegante e scaltra come una gatta. Più che una semplice maîtresse, la Sabatière rappresenta una sorta di “condottiera”, la sacerdotessa di un sano peccato contrapposto alle pastoie moraliste del Secondo Impero di Napoleone III.

Dopo il successo di PREDATORI DALL’ABISSO, torna Ivo Torello con un nuovo, appassionante romanzo, un ritratto della Parigi di metà Ottocento, dove arte, eros e mistero convergono, tra sette segrete, creature dell’ombra, filtri magici e libri arcani.

Saldamente ancorato alla realtà storica, LA CASA DELLE CONCHIGLIE è popolato di personaggi realmente esistiti (Courbet, Manet, Dumas, Nadar, Flammarion, Kardec, ecc.) e offre al lettore eventi celebri come quello del Salone dei Rifiutati nel quadro di una narrazione in cui l’arte, l’amore sensuale e la libertà di espressione si contrappongono in una vera e propria guerra contro censori e adoratori della morte. Un romanzo sia storico che weird, che deve molto a Zola, a Maupassant e a Lovecraft, in cui il sense of wonder si manifesta nell’immagine di una vagina dischiusa e dove il pessimismo cosmico viene, spesso e volentieri, seppellito con una dissacrante risata.

Completa il volume una galleria di opere d’arte erotica tra le più affascinanti e sensuali del XIX secolo.

La prefazione è opera di Paolo di Orazio, che così scrive: LA CASA DELLE CONCHIGLIE offre uno specchio sardonico del nostro costume, il bollore represso dal buonismo dilagante. La storia che state per leggere gronda immaginazione e ironia, inventiva e consistenza storica, un impianto in costume dal fascino diabolico. Il bordello di Madame Sabatière, la cui insegna dà il titolo a questo romanzo imperdibile, è uno dei luoghi più straordinari che io abbia conosciuto su carta.

Fabio Larcher ha aggiunto: Il libro più bello che io abbia letto negli ultimi dieci anni almeno è LA CASA DELLE CONCHIGLIE di Ivo Torello. Perché? Perché rappresenta un unicum: non è solo un grande romanzo, scritto come dio comanda, con uno stile e un’eleganza ammirevoli, nei quali si avverte una perizia e una capacità di adesione alla materia incandescente del racconto; ma è anche un piccolo universo tascabile, dove il lettore potrà avventurarsi e scoprire una “millefoglie semantica” e smarrirsi, con lo stesso profitto e diletto, nei suoi abissi e nelle sue “superfici”.

Buona lettura.

A cura della redazione