FANTASCIENZA STORY 170

IL RITORNO DEL DOTTOR K (1986) – PARTE 01

«…questa mia scoperta muterà totalmente la vita dell’umanità.

Pensa alle applicazioni: le merci, tutto,

anche gli uomini viaggeranno con questo sistema.

Non più macchine, né ferrovie, né aeroplani, neanche navi spaziali.

Basterà installare delle stazioni trasmittenti e riceventi

in tutto il mondo e, in seguito, nell’universo.

Non ci sarà più pericolo di carestie.

I viveri potranno essere spediti istantaneamente

quasi senza spesa.

Dovunque l’umanità non dovrà volere o temere nulla…»

(L’Esperimento del Dottor K di Kurt Neumann)

LA MOSCA (The Fly)

Veronica Quaife, più familiarmente chiamata Ronnie (Geena Davis), è una giornalista della rivista scientifica Particle diretta dal suo ex amante Stathis Borans (John Getz) e conosce a un party uno strano tipo, uno scienziato solitario e autonomo, Seth Brundle (Jeff Goldblum), il quale la conduce nel suo laboratorio per mostrarle quello che lui considera una scoperta straordinaria che cambierà il mondo. La ragazza si trova davanti a due curiose cabine (la forma delle stesse è ispirata a un vecchio tipo di motorino Ducati) che, a tutta prima, prende per delle cabine telefoniche di forma avveniristica, ma si ricrede ben presto quando Seth le chiede in prestito un suo oggetto personale, in questo caso una calza, e l’uomo la teletrasporta da una telecapsula all’altra. Ronnie resta allibita.

Ronnie: «Io non credo di arrivarci… Cos’è accaduto? »

Seth: «C’è arrivata sì, ma non lo accetta… ehm… la sua calza è stata teletrasbordata da una capsula all’altra, disintegrata qui e reintegrata là… una specie… E questo cambierà il mondo, vero? »

Mentre i due parlano Ronnie accende il registratore portatile che tiene in borsetta.

Ronnie: «Oh, no… sì… da non credersi… insomma… insomma non è possibile, vero? Ma come ha fatto a tenerlo segreto? »

Seth: «Prego, sieda. »

Ronnie: «Come ha potuto farlo da solo? »

Seth: «Ah, beh, io non lavoro da solo. Là dentro c’è roba che neanche capisco. Io, in realtà sono… un manager di sistemi, commissiono tutto a pezzi e bocconi a gente più preparata di me. Gli dico: fammi un laser così, un analizzatore molecolare cosà… li fanno e io metto tutto insieme ma nessuno conosce lo scopo finale, così. (Le mostra una teiera) »

Ronnie: «E i soldi? La Bartok Industries finanzia questo? »

Seth: «Ah, ah. Ma mi lasciano in pace perché non sperpero e qualunque cosa faccia sarà comunque loro… eh, sì! »

Ronnie: «E non gli ha detto niente? »

Seth: «Quando sarò pronto. »

La nastrocassetta finisce proprio in quel momento e Ronnie aperto il registratore e girata la cassetta dall’altro lato, rimette tutto in borsetta.

Ronnie: «Ah, scusi…»

Seth: «Cos’è, cosa fa? »

Ronnie: «Beh, vorrà che faccia un resoconto preciso…»

Seth: «Cosa? No, no, no, no… è qui in veste privata, non può scrivere di questo!»

Ronnie: «Ehi, ma che sta dicendo, io sono giornalista! »

Seth: «Oh, no, no, no, no, no….»

Ronnie: «Lo sapeva…»

Seth: «Ehm, mi dispiace, chiedo scusa, ho fatto un errore. Non dovevo mostrarle… mi dispiace tanto davvero…»

Ronnie: «Senta, il Particle Magazine, mi ha mandato a quella festa per fare un pezzo e questa è la cosa più straordinaria che abbia mai visto. »

Seth: «No, no, assolutamente no! Anzi, sono costretto a chiederle quel nastro, la prego…»

Ronnie si alza di scatto.

Ronnie: «Non può farlo! »

Seth: «Non si azzardi a fare il pezzo, non avrei mai fatto anticipazioni a un giornalista! »

Ronnie: «Ma ne ha proprio parlato a una giornalista. »

Seth: «Beh, sì… in un certo senso sì, però io non…»

Ronnie: «Salve! »

La donna si alza e si dirige verso la porta.

Seth: «Un momento, un momento, aspetti… rivorrà la sua calza…»

Ronnie (uscendo): «La tenga per ricordo. »

Quando Ronnie riferisce l’entusiasmante esperienza a Stathis questi non crede che la cosa possa essere vera e sospetta che la ragazza sia stata presa in giro con un trucco da illusionisti. La loro conversazione viene interrotta dall’arrivo di Seth e Stathis lascia loro a disposizione il piccolo ufficio ma lo scienziato invita la giornalista ad andare a prendere un cheeseburger. Seduti al tavolo i due conversano sulla situazione.

Seth: «È troppo tempo che lavoro da solo e ho uno stimolo fortissimo a parlare di quello che faccio… però se la cosa viene fuori ora, Ronnie, sono rovinato. Quelli della Bartok, i miei colleghi, mi rovineranno… ancora non è pronto! »

Ronnie: «Sembra che funzioni. »

Seth: «No, manca qualcosa d’importante. »

Ronnie: «Sì? »

Seth: «Sì. »

Ronnie: «Cioè? »

Seth: «Posso solo teletrasbordare cose inanimate! »

Ronnie: «Oh… E che succede se provi con esseri viventi? »

Seth: «Non mentre si mangia. »

Ronnie (indicando il cheeseburger): «Può essere peggio di questo? Senti, non è poi che tu sia molto bravo a convincermi. Il mondo dovrebbe saperlo, ormai, e a dirglielo dovrei essere io…»

Seth: «Tu, certo, sì… però… ancora no! Senti, cos’hai raccolto finora? »

Ronnie: «Abbastanza da innervosirti. »

Seth: «Perché non fai di più? Mettimi al centro dei tuoi progetti! Perché non scrivi un libro e non un pezzo per una rivista? Segui me e il mio lavoro giorno per giorno e in ogni minimo particolare. Non-ho una vita sociale, niente per cui puoi interferire. Documentati al massimo, registra i progressi, la cronaca completa dell’invenzione che scuoterà il mondo, quella che sovvertirà ogni concetto di trasporto, di confini, di frontiere, di tempo e di spazio. E il libro finirà con me che mi teletrasbordo per quattro metri di spazio da una telecapsula all’altra. Questa è la cosa che manca… mi aspetti fino allora? »

Tornata a casa, Ronnie trova sotto la doccia Stathis e lo manda via bruscamente, pretendendo la restituzione della chiave di casa che l’ex amante aveva tenuto fino a quel momento.

Gli esperimenti continuano e Seth, alla presenza di Ronnie e della sua telecamera, compie un esperimento di teletrasporto con un babbuino: quello che vede nella capsula ricevente è un ammasso informe di carne e di ossa, evidente segno del fallimento dell’esperimento. Ronnie lo invita a fare una relazione sull’accaduto, sicura che possa giovare allo scienziato e al mondo intero.

Ronnie: «Lo devo fare, Seth, parla in macchina, abituati! Il mondo vorrà sapere quello che pensi.»

Seth: «Fanculo! E’ quello che penso! »

Ronnie: «Bene, il mondo vorrà saperlo e poi? Perché non ha funzionato? »

Seth: «È successo che ha rovesciato il babbuino come un guanto! »

Ronnie: «Perché? »

Seth: «Non funziona con la carne, funziona solo con cose inanimate, nulla di vivente, forse è colpa mia. »

Ronnie: «Perché? »

Seth: «I computer sanno solo quello che gli dici. Sarò io abbastanza ignorante sulla carne, dovrò imparare. Basta ora, però…»

Il loro rapporto si fa più intimo e, dopo aver fatto l’amore, Ronnie dice a Seth di aver portato delle bistecche.

Lo scienziato ha un’idea. taglia in due una bistecca e teletrasborda una delle due parti e poi le cuoce entrambe reclutando una perplessa Ronnie come cavia.

Il primo pezzo, la carne non teletrasportata, ha un sapore normalissimo, il secondo pezzo, però…

Ronnie: «Mmmt… Mmmt… Strano sapore…»

Seth: «Strano come? »

Ronnie: «Ha un che di… di sintetico…»

Seth: «Ah, ah…»

Ronnie: «Che cosa abbiamo provato? »

Seth: «Beh, il computer ci sta fornendo la sua interpretazione di una bistecca, è come se la traducesse per noi, la ripensasse piuttosto che riprodurla e… e c’è qualcosa che va perduto nella traduzione! »

Ronnie: «Io mi ci perdo. »

Seth: «La carne dovrebbe rendere il computer… pazzo, come le donne che pizzicano le guance ai bambini, ma questo ancora non gli accade. Non ho insegnato al computer né ad impazzire per la… carne né la poesia della bistecca perciò comincerò ad insegnargliela! »

È l’alba quando Ronnie esce dal laboratorio per tornare verso casa ma è stata seguita e sorvegliata da Stathis che la affronta poco dopo in un negozio di abiti facendole una gran scenata.

Le prove in laboratorio continuano e il computer impara finalmente a duplicare la carne perfettamente. Sicuro del fatto suo, Seth prova ancora una volta a teletrasbordare un animale. Questa volta il babbuino esce dalla capsula spaventato ma vivo.

Seth e Ronnie stanno pensando di partire per una vacanza nell’attesa che vengano fatti gli esami sull’animale quando la donna riceve da Stathis la bozza della copertina della rivista che parla di Seth e dei suoi esperimenti. La ragazza si irrita ed esce furiosa per incontrare il suo ex amante, lasciando Seth da solo senza una spiegazione precisa.

Mentre Ronnie riesce a raggiungere un accordo con Stathis che attenderà fino a che i risultati non saranno completi, Seth, da solo e leggermente ubriaco, decide di provare su se stesso il teletrasporto ma non si accorge che, dentro la capsula nella quale lui si è messo, è entrato un moscone.

Il computer avvia la procedura e il risultato è, almeno in apparenza, perfetto. Ronnie ritorna e lui le dice di aver compiuto con successo l’esperimento. Tutto sembra andare bene se non fosse che dei peli, duri e robusti, cominciano a crescere sulla schiena di Seth. Ma non è il solito fenomeno strano, l’uomo si sente in forma perfetta e lo dimostra con una serie di esercizi ginnici di alta levatura, comincia anche a essere agitato e nervoso, prende parecchi cucchiaini di zucchero nel cappuccino e diventa insaziabile nell’amore e quando lei, sfinita, gli chiede di smettere lui si inferocisce ed esce alla ricerca di una donna… donna che trova in un bar malfamato dopo aver spezzato un braccio al suo uomo. Portata la donna a casa sua Seth cerca di convincerla, come aveva fatto prima con Ronnie, a entrare nella telecapsula ma l’arrivo di Ronnie semplifica ogni cosa: la donna se ne va e la giornalista affronta Seth.

Ronnie: «Stai cambiando, Seth. Tutto di te sta cambiando, hai un brutto aspetto, hai un cattivo odore. »

Seth: «Uhm, mai amato l’acqua calda…»

Ronnie: «Quegli strani peli che ti crescono sulla schiena… li ho portati in laboratorio, li ho fatti analizzare…»

Seth: «I peli? I peli… oh, strana iniziativa! »

Ronnie: «Mai tanto strana come i risultati. Al laboratorio non riuscivano ad identificarli, poi sono arrivati alla conclusione che decisamente non erano umani!»

Seth: «Oh… Eh! Eh! Eh! Ottimo! »

Ronnie: «Non sono umani, Seth. Infatti è quasi certo che siano di insetto. »

Seth: «Che sciocchezza! Che ridicolaggine! »

Ronnie: «Seth, c’è dell’altro. Guardati la faccia. Quando lo hai fatto è successo qualcosa, hai bisogno di aiuto perché, forse, sei malato. »

Seth (urlando): «Sei gelosa! Ora sono libero, al settimo cielo, e tu non lo tolleri. Fai di tutto per riportarmi giù! »

Seth caccia via la ragazza che se ne va piangendo. Si reca in bagno per vedersi allo specchio e, con orrore, vede che le unghie gli vengono via e uno strano liquido gli esce dalle dita. Si siede sulla vasca da bagno mormorando:

Seth: «Oh, no… no… Cosa mi succede?! Sto morendo, comincia così… sto morendo…»

Dopo essersi messo dei guanti Seth si siede al computer.

Seth: «Brundle Sette! Dammi invio! E mi serve il primo teletrasbordo A.S. Brundle! »

Computer: «Analisi elemento primario teletrasbordo. Analisi elemento secondario teletrasbordo. »

Seth: «Se l’elemento primario è Brundle, qual è l’elemento secondario? »

Computer: «L’elemento secondario è Non Brundle. »

Seth: «Passami la sequenza! »

Il computer, partendo dal DNA, evidenzia di quale elemento secondario si tratti: una mosca.

Seth: «Se l’elemento secondario è mosca, che ne è stato della mosca? »

Computer: «Fusione. »

Seth: «Assimilazione? Brundle ha assorbito mosca? »

Computer: «Negativo. Fusione Brundle-mosca a livello molecolare genetico. »

È passato un mese e finalmente Ronnie riceve una telefonata da un disperato Seth che, piangendo, chiede di poterla vedere. La ragazza si reca di corsa nella sua casa laboratorio.

Ronnie: «Seth, sono qui! »

Seth: «Ferma! »

L’uomo gli appare all’improvviso, si regge con dei bastoni e ha il viso deturpato.

Ronnie: «Seth! »

Seth: «Avevi ragione, sono malato e… potrei anche essere contagioso. Non vorrei mai contagiarti… È un processo inesorabile e ogni giorno avvengono dei… mutamenti. Ogni volta che mi guardo allo specchio vedo un essere diverso, orrendo, ripugnante. »

Ronnie: «Che è successo? »

Seth: «Tobia una mosca s’inghiottì e ne morì! »

Ronnie: «Seth, ti prego…»

Seth: «Io non ero puro. Il teletrasporto esige la purezza, non ero puro…»

Ronnie: «Io non riesco a capirti! »

Seth: «Una mosca è entrata nella telecapsula con me la prima volta, quando ero solo. Il computer si è confuso, non erano previste due strutture genetiche diverse e ha deciso di… unirci in matrimonio! Ci ha accoppiato, me e la mosca, senza neanche averci prima presentati… Il mio teletrasbordo è diventato una “copula genetica” così perfetta che io non sono più Seth Brundle, io sono il risultato di Brundle e una mosca…. Si sta manifestando come una strana forma di cancro…»

Ronnie: «Che cosa? »

Seth: «Un caos cellulare, una rivoluzione! Io mi… mi manderà al disfacimento in un modo nuovo, non c’è dubbio, ma finirà con la morte… auspicabile fine. »

Ronnie: «No, no, io non lo accetto… ma ci deve essere un rimedio, qualcuno da cui andare, analisi da poter fare. »

Seth: «No… io non sarò uno dei soliti cancerosi opprimenti che parlano solo dei loro linfonodi e dei capelli che perdono! »

Ronnie: «Allora che vuoi che faccia io? Perché mi hai voluta qui? »

In un gesto ormai per lui diventato istintivo, Seth vomita sul cibo, incurante del fatto che un orecchio sta scivolando via dalla sua testa. Chiede aiuto alla ragazza che lo abbraccia piangendo.

Ronnie si reca da Stathis, pretendendo un consiglio in merito; l’uomo le chiede di fare una registrazione sulla condizione di Brundle: per poter trovare una soluzione vuole prima vedere in che stato è ridotto lo scienziato.

Quindi la ragazza torna da Seth e lo trova a camminare sulle pareti, sul soffitto, come una mosca in cerca di spazi. Scende e gli si avvicina.

Ronnie: «Non ce la faccio. Questo è troppo! »

Seth: «Cosa, adesso? Adesso che conosciamo lo scopo del male e sappiamo che non è contagioso? Io so cosa vuole il male! »

Ronnie: «E che cosa vuole il male? »

Seth: «Eh, vuole trasformarmi in qualcos’altro, non è tremendo. Quanti darebbero chissà cosa per cambiare tutto o in parte.»

Ronnie: «In cosa trasformarti? »

Seth: «Tu pensi a una mosca? A una mosca di 75 chili? No, io divento qualcosa che non è mai esistito, io sto diventando una Brundlemosca. Pensi che valga un paio di Nobel? »

Seth le chiede di accendere la telecamera e di cominciare con la registrazione.

Seth: «Com’è che Brundlemosca mangia? Beh, ha scoperto che i suoi pasti sono simili a quelli di una mosca e che i suoi denti non gli servono perché, anche se riesce a masticare cibo solido, non può digerirlo. Il cibo solido gli fa male…»

L’inquadratura passa alla registrazione su nastro. Stathis, in casa dell’assente Ronnie, lo sta visionando.

Seth: «…così, come una mosca, Brundlemosca distrugge i solidi mediante un enzima corrosivo chiamato briosamente goccia di vomito. Egli vomita sul suo cibo e lo liquefà e quindi lo risucchia. Pronti per la dimostrazione, bambini? »

La scena suscita il disgusto di Stathis.

Nel frattempo Ronnie è tornata a casa piangendo, sconvolta confessa di essere stata in ospedale per fare un test di gravidanza: il risultato è positivo. Un incubo durante la notte la fa svegliare di soprassalto, ha sognato di partorire una gigantesca larva di mosca.

Frattanto Seth, sempre più trasformato, sta lavorando al computer.

Computer: «Progetto Brundle-mosca. Problema: raffinare programma fusione. Scopo: diminuire al minimo percentuale di mosca in Brundle. Soluzione: fusione attraverso congiunzione genetica di Brundle-mosca con uno o più soggetti umani puri. »

A Seth, ora, cadono anche i denti e li mette, assieme agli altri pezzi che si sono staccati dal suo corpo decadente, nel suo armadietto in bagno. Arriva Ronnie, il suo scopo è quello di dirgli di essere incinta ma non vi riesce, troppo spaventata all’idea di confessare la verità. Seth è al tempo stesso triste e quasi felice di questo cambiamento che sta avvenendo in lui e in un momento di triste lucidità esclama:

Seth: «Io sto dicendo che sono un insetto che aveva sognato di essere un uomo e gli era piaciuto! Ma adesso il sogno è finito e l’insetto è sveglio…»

Piangendo Ronnie se ne va. Stathis è fuori con la macchina ad aspettarla e le chiede perché non glielo abbia detto. La ragazza non ha proprio avuto il coraggio.

Da sopra il tetto Seth ha seguito la conversazione. Stathis porta quindi Ronnie da un amico ginecologo, il dottor Bryan e, mentre questi sta facendo i preparativi per provocarle un aborto, la vetrata dello studio si sfonda: è Seth che carica la donna sulle spalle portandosela via attraversando i tetti della città fino al laboratorio. Seth la implora di non abortire ma la ragazza è troppo spaventata all’idea di partorire un mostro. Stathis, intanto, armato di fucile, penetra nel laboratorio ma viene assalito da Brundle che gli cola sulla mano sinistra e sul piede destro la goccia di vomito corrosiva. Sta per ucciderlo quando Ronnie lo ferma.

Il laboratorio è cambiato: una terza capsula è stata collegata alle altre due.

Seth: «Aiutami ad essere umano… Vieni… Io vado là e tu… tu vai là. Noi ci separiamo         poi… poi… poi ci riuniamo là… tu, io e il bambino… La più alta espressione di famiglia… di tre membri uniti insieme in un solo corpo, più umani di me da solo…»

Ronnie, urlando, si aggrappa disperatamente a lui ed è in quel momento che avviene l’ultima, penosa trasformazione: il corpo-larva di Seth si apre rivelando la vera natura di un insetto gigantesco che afferra Ronnie e la scaraventa nella capsula poi, a sua volta, si chiude nell’altra capsula. Il processo inizia ma Stathis, con uno sforzo, spara sul cavo di connessione tra la capsula di Ronnie e le altre; Seth riesce a sfondare la capsula e sta per uscirne ma viene teletrasportato assieme alla capsula stessa. La creatura vermiforme che ne esce è un misto del mostro di prima con frammenti della capsula assimilati lungo il corpo strisciante. Con una delle chele (i produttori non sapevano in che modo dotare la creatura di estremità, si era provato con innesti di capsula a mo’ di braccio artificiale e con escrescenze simili a zampette di mosca, ma la soluzione finale adottata è stata giustificata alla stampa e alla critica come un’aberrazione genetica fisica dovuta all’imbrigliamento delle molecole di cui siamo composti) alza il fucile che la ragazza ha in mano e se lo appoggia sulla testa.

Piangendo Ronnie preme il grilletto. È tutto finito… forse.

Meritato oscar per il make-up a Chris Walas e Stephen Dupuis per questo remake tratto dal racconto di George Langelaan che aveva avuto, come ben sanno i cultori del genere, una prima versione stupidamente intitolata in Italia L’esperimento del Dottor K al quale seguiranno altri due film. In questo caso avremo solo un sequel della vicenda.

Comunque, parliamo un po’ del trucco: la testa di Jeff Goldblum è stata sottoposta a un lungo processo di gommage, pulitura e purificazione dei pori della pelle, in modo da eliminare qualsiasi imperfezione; in seguito è stato preso il calco della faccia e costellato di frammenti di gomma pane. I frammenti erano applicati singolarmente in modo da rendere bene l’effetto di pelle che si stacca; i peli (di gomma dura) poi, sono stati inseriti uno a uno dentro i frammenti di gomma. I rigonfiamenti della finta pelle servivano, oltre che per l’effetto estetico, anche per contenere le sacche del liquido giallastro: collegate con una pompetta queste entravano in funzione a una semplice pressione, il più delle volte ad opera di Goldblum. Il liquido in sé non era altro che un miscuglio di acqua, colorante atossico e gelatina liquida da pasticcere e, per renderla più corposa, è stata aggiunta una spolverata di borotalco.

Durante le ore necessarie a fissare il trucco sulla faccia di Goldblum non sono certo mancati quei piccoli incidenti che caratterizzano il backstage dei film. Per togliere i frammenti residui di trucco in genere vengono utilizzati dei solventi atossici, ma comunque fastidiosi, che alla lunga possono dare irritazione; a Goldblum si era arrossato uno zigomo ed evitava di toccarsi per non soffrirne troppo, anche le truccatrici cercavano di stare molto attente, usando un tocco delicato. Al momento di inserire i peli di gomma nell’apposita allocazione qualcuno deve aver calcato troppo la mano nell’inserimento e un peletto in gomma dura è rimasto attaccato al viso dell’attore anche dopo aver tolto il trucco… originalissimo e anticonformista il buon Goldblum ha rifiutato di farselo togliere fino al giorno successivo.

(1 – continua)

Giovanni Mongini