FRANCESCO TROCCOLI… E I MONDI SENZA TEMPO

Dopo averci fatto vivere mille avventure nell’Universo Insonne con una saga fantascientifica di grande forza e impatto e dopo averci fatto visitare mille nuovi strani mondi tutti da esplorare, è tornato Francesco Troccoli con un nuovo romanzo… e naturalmente è tornato anche sulla Zona Morta per raccontarcelo.

CIAO FRANCESCO E BEN RITROVATO SULLE PAGINE DELLA ZONA MORTA. L’ULTIMA VOLTA CHE CI SIAMO SENTITI E’ STATO IN OCCASIONE DELL’USCITA DI “FALSI DEI”, COSA E’ SUCCESSO DA ALLORA?

Dopo il lancio di “Falsi dèi”, e le relative presentazioni, ho cambiato editore. Come sai, i primi due romanzi erano usciti per Armando Curcio, mentre il nuovo libro è stato pubblicato da Delos Books sia in versione digitale che cartacea. A parte questo, direi che in questi due anni e mezzo il mio approccio tanto alla scrittura quanto alla pubblicazione è diventato più “sobrio”, per così dire.

DI COSA TI SEI OCCUPATO NEL FRATTEMPO?

Il nuovo editore ha anche ripubblicato i primi due romanzi in versione digitale, che prima non esisteva. Ho tradotto il romanzo breve “Il giorno dell’incarnazione” di W. J. Williams e alcuni racconti fantastici dallo spagnolo, e ho pubblicato vari racconti, fra cui segnalo “Hypnos”, scritto inizialmente per la raccolta di fanta-economia curata dall’amico G. F. Pizzo, che mi ha spronato in tal senso, e poi pubblicato da Delos Digital come prequel della trilogia.

RECENTEMENTE HAI PUBBLICATO L’ULTIMO CAPITOLO DELLA TUA TRILOGIA DELL’UNIVERSO INSONNE, DAL TITOLO “MONDI SENZA TEMPO”. CE NE VUOI PARLARE?

Si tratta del definitivo epilogo della saga. Tobruk è tornato a casa, a Hobbes City, dove però trova una realtà del tutto diversa da quella che aveva immaginato. Intuisce che quella non è la vera situazione in cui la madrepatria dovrebbe trovarsi, ma non può dubitare della realtà che lo circonda. In preda a una sconfortante crisi d’identità, cerca di capirci qualcosa e arriva a concludere che la sola persona che è in grado di aiutarlo a comprendere cosa sia successo è uno dei suoi nemici, con il quale, forse, dovrà scendere a patti. Rispetto alle precedenti, questa è una storia intrisa di una profonda solitudine. Il libro è stato appena presentato nella mia città, Roma, con la preziosa collaborazione di Alberto Panicucci di RiLL.it.

QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA CREAZIONE DEI PERSONAGGI E DELL’AMBIENTAZIONE?

Era necessario raccontare una storia che al tempo stesso si ponesse in diretta continuità con le precedenti ma contenesse anche una rottura netta in termini di stile e ambientazione. Per questo, stavolta, ci troviamo su un pianeta coperto da un’immensa foresta pluviale, in cui riappaiono alcuni personaggi del primo romanzo, “Ferro Sette”, e ne compaiono altri del tutto nuovi. Trovo molto evocativo in tal senso il Booktrailer, realizzato ancora una volta dal bravissimo Ettore Biondo.

La sfida più bella è stata riprendere i vecchi personaggi, che da ragazzini sono diventati adolescenti o quasi adulti, e che nel frattempo hanno fatto le loro “scelte” di vita e di campo. Ma la difficoltà maggiore, senza dubbio, è stata sostenere in modo credibile un “io narrante” che inizia a raccontare dichiarando platealmente: “Il mio nome è Tobruk Ramarren e oggi morirò.”

COSA SUCCEDERA’ ADESSO AI PROTAGONISTI DELLA TUA SAGA? PENSI DI AVER DETTO TUTTO O POTREMO RITROVARLI ANCORA IN UN PROSSIMO FUTURO?

Immagino che ne ritroveremo qualcuno in brevi spin-off della saga, ma non penso che ci sarà un altro romanzo. Vorrei scrivere racconti che abbiano per protagonisti gli altri personaggi, compresi quelli femminili. Magari anche esplorare il loro punto di vista sulla storia o su alcune sue parti già narrate nei romanzi, passando così dall’io narrante di Tobruk a quello di Alina, Hobbes, Laureel, Samì, Grey o Friar. Chissà cosa pensano davvero costoro di Tobruk…

VUOI PARLARCI DELL’UNIVERSO INSONNE, PROTAGONISTA DEI TUOI ROMANZI: COME E’ NATO E COME SI E’ SVILUPPATO NEL CORSO DELLA TRILOGIA?

Come ricorderai, tutto iniziò da un semplice racconto, allora intitolato “Il cacciatore”, che vinse il “Premio Apuliacon”. Lo prolungai perché mi piaceva l’idea di approfondire la storia e i personaggi, e quasi senza accorgermene divenne così un romanzo. La stesura ha portato con sé la creazione di un intero universo narrativo, che un redattore di Cronache di un Sole Lontano, Stefano Sacchini, ribattezzò “L’Universo Insonne”, espressione che ha avuto molta fortuna. I due romanzi successivi sono stati scritti per esplorare più a fondo quest’universo e descrivere in modo più esaustivo il percorso personale del protagonista, Tobruk Ramarren. Soprattutto andava chiarita la natura del ruolo egemone dei “Nippho” e altri punti interrogativi disseminati nei libri precedenti. E credo che, con l’ultimo, tutti questi obiettivi siano stati raggiunti.

ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO?

Oltre a quanto detto e ad alcuni racconti in uscita in raccolte di AA.VV., molte idee ancora in fase iniziale, nella fantascienza e non. Vedremo…

E NOI STAREMO A VEDERE CON TE!

Davide Longoni