FRANCESCO TROCCOLI… E I “FALSI DEI”

Dopo il grande successo di “Ferro Sette”, come già vi abbiamo detto è tornato Francesco Troccoli con il diretto seguito intitolato “Falsi dèi”… e il nostro amico Francesco, tra i giurati del “VI Trofeo La Centuria e La Zona Morta“, è tornato quindi anche su queste pagine per raccontarci qualcosa di più.

FRANCESCO TROCCOLI, “FALSI DÈI” È USCITO DA POCHI GIORNI. MA DOPO “FERRO SETTE” C’ERA DAVVERO BISOGNO DI UN SEQUEL?

Assolutamente no. “Ferro Sette” è un romanzo autoconclusivo, scritto prima che iniziasse il mio rapporto con l’editore Curcio. Benché “Falsi dèi” sia un sequel, la lettura del primo romanzo, benché consigliabile, non è necessaria. Per rispondere alla tua domanda, penso che scrivere e leggere non siano cose necessarie, ma semplicemente gratificanti. Per questo siamo in tanti a leggere, e tutto sommato anche a scrivere.

UN TITOLO PIUTTOSTO STRANO… CHI SAREBBERO MAI QUESTI “FALSI DÈI”?

Sono misteriose divinità adorate da un popolo oppresso che vive su un pianeta primitivo, scenario di gran parte della storia.  Penso di aver voluto rappresentare in chiave fantastica il potere oppressivo esercitato dalle ideologie, in particolare di quelle collegate all’uso mistificatorio di una religione.  Ma è solo uno degli aspetti della vicenda, e forse nemmeno quello principale.

INSOMMA SEI ATEO? QUANTO C’È DI TE NEL ROMANZO?

Ti rispondo di sì, anche se è una parola che trovo ingannevole. La “a” privativa di questo aggettivo sembra indicare una carenza, una rinuncia. Ma come si può dover fare a meno di qualcosa che, secondo me, non esiste? La vera domanda è semmai “perché si dovrebbe essere religiosi?”, quando la dimensione “immateriale” dell’essere umano è in noi viva e vitale sin dalla nascita (e non prima), senza il bisogno di cercarla in una dimensione trascendente. Nutro comunque il massimo rispetto per chi abbia fatto scelte diverse. In “Falsi dèi” c’è certamente molto della mia personale interpretazione della vita.

ANCHE QUESTO È UN ROMANZO DI FANTASCIENZA? PERCHÉ HAI SCELTO UN GENERE COSÌ PARTICOLARE?

Direi di sì, certamente si tratta di fantascienza, e mi auguro che, come già per “Ferro Sette”, questo romanzo incontri anche il favore dei lettori “mainstream”. Ho scelto questo genere perché mi piace come lettore, soprattutto nelle sue declinazioni più inclini alla critica sociale. E perché come scrittore conferisce un’elevata libertà.

SULLA QUARTA DI COPERTINA LEGGO COMMENTI LUSINGHIERI DI LANFRANCO FABRIANI, DUE VOLTE “PREMIO URANIA”, E DI ROBERTO ARDUINI, DE L’UNITÀ; MA VORREI CHE FOSSI TU A DARMI UNA BUONA RAGIONE PER LEGGERE QUESTO ROMANZO.

Trovo che sia una storia più matura ed evoluta rispetto alla precedente. E poiché la precedente ha avuto un discreto successo, penso che anche “Falsi dèi” potrebbe piacerti. Riparliamone fra qualche tempo, che ne pensi?

TRE PAROLE PER CARATTERIZZARE LA STORIA IN BREVE?

Te ne dico cinque, me lo concedi? Sopruso, ribellione; poi: affetti, separazione. E infine: coraggio… di essere se stessi, fino in fondo.

Gordiano Lupi