EROTISMO, ORRORE E PORNOGRAFIA SECONDO JOE D’AMATO 07

Tra erotismo e hard

Tra i film hard girati da Massaccesi nei primi anni Ottanta, firmati Alexandre Borsky, citiamo Blue erotic climax (1980), da alcuni attribuito a Claudio Bernabei. D’Amato è accreditato alla supervisione ma in ogni caso pare almeno una co-direzione. Il film si ricorda soprattutto per il debutto di Laura Levi (pseudonimo di Gabriella Tricca) nel cinema hardcore. Partner maschile Mark Shanon (pseudonimo di Manlio Cersosimo), colonna portante del porno massaccesiano, ma non solo… Sono i tempi eroici e pionieristici dell’hard italiano, questa è in assoluto una delle prime pellicole. Abbiamo già detto che Joe D’Amato può essere considerato l’ideatore di una via italiana al porno e che ha sempre frequentato questo tipo di cinema senza trascurare sceneggiature e ambientazioni. Cosa che adesso non accade più. Il cinema hard di D’Amato e Luca Damiano va definito – senza infingimenti – di qualità, perché curato nei minimi particolari.

Super Climax (1980) è sempre girato da Bernabei e D’Amato, firmato Alexandre Borsky. Laura Levi e Mark Shanon immancabili attori. D’Amato giudicava la Levi un portento dell’hard, un’attrice preziosa, perché “era l’unica capace di far funzionare tre maschi contemporaneamente”. Ricordiamo anche Labbra bagnate (1980) con la bella Françoise Perrot protagonista, e Labbra vogliose (1981), dove oltre alla Perrot c’è anche Laura Levi. L’interprete maschile è sempre Mark Shanon. Si tratta di hard puri e semplici piuttosto trasgressivi per il periodo storico in cui uscirono. Laura Levi (Gabriella Tricca), laureata in architettura, è una delle attrici più sensuali del primo porno italiano. Aveva un’aria sempre triste che la rendeva ancor più affascinante ma che denunciava gravi problemi personali. Suo marito era molto malato ed era ridotto su una carrozzella. Doveva lavorare per pure ragioni alimentari. Girò decine di film con D’Amato. In seguito ha fatto altro, occupandosi di architettura del paesaggio, in Toscana.

Merita di essere ricordato anche Paradiso blu (1981) girato da Massaccesi con lo pseudonimo di Anna Bergman e fotografato come Peter Newton. La sceneggiatura è di Luigi Cozzi, Mimmo Cattarinich e Garcia Castro de la Vega, il montaggio di Juan Velasquez e le musiche di Stelvio Cipriani. Il film venne coprodotto da Santo Domingo Universal e Cinema 80 di Roma. Interpreti: Dan Monahan (Perter), Anna Bergman (Karen), Lucia Ramirez (Ines) e John Richardson.

La pellicola si ispira sfacciatamente a Laguna Blu (1980) di Randal Kleiser che in quel periodo ebbe diversi cloni (Paradise e seguenti). Non sarà la prima volta che vedremo Massaccesi all’opera per rifare un film di successo mettendoci del suo. Girato a Santo Domingo, location prediletta dal regista e particolarmente indicata per il film, viene attribuito ad Anna Bergman. In realtà la Bergman è l’attrice principale (veniva dal cinema porno) e non è neppure così bella per il ruolo che deve interpretare. La storia è quella di una hostess e di un ragazzo di sedici anni che scampano a un disastro aereo e approdano in un’isola deserta dove tra mille pericoli scoprono le gioie del sesso. La differenza sostanziale con Laguna Blu sta nel fatto che qui i protagonisti sono già grandicelli. A sottolineare la componente avventurosa (scarsa) resta il titolo per il mercato sudamericano: Vuelo n.2. Desastre en la noche.

Orgasmo nero (noto anche come Voodoo Baby) per alcuni critici è databile 1978, ma la filmografia ufficiale dice 1980. Restiamo nell’incertezza. Di sicuro è stato girato a Santo Domingo nel 1978 ma la data di uscita nelle sale è successiva. La pellicola è una via di mezzo tra il soft e l’hard. Sceneggiata e montata da Haidi Morras (Aristide Massaccesi, Luigi Montefiori e in sede di revisione pure Luigi Cozzi), il trucco è di Pietro Tenoglio, mentre le musiche sono di Stelvio Cipriani. Coproduzione tra Santo Domingo e Italia. Interpreti: Nieves Navarro (con il consueto pseudonimo di Susan Scott), Richard Harrison e Lucia Ramirez. Da citare una breve apparizione di Luigi Cozzi come figurante. Si tratta di un film erotico molto spinto che però non travalica mai i confini del soft. Si comincia con un rito tribale in un’isola di Santo Domingo dove il padre della bella Haini sta morendo perché azzannato da uno squalo. I familiari lo devono uccidere per porre fine alle sue sofferenze e la figlia sta mangiando il suo cuore per portarlo sempre con sé e dargli pace. A questo punto entra in scena la coppia in crisi composta da Paul (uno scrittore che sta studiando le tradizioni dei popoli caraibici) ed Helen (una donna sessualmente insoddisfatta). Il rapporto tra i due è molto freddo e Paul rimprovera la moglie di non essere capace di dargli un figlio. Haini (la dominicana Lucia Ramirez) diventa molto amica di Helene (Nieves Navarro) e la invita alla cerimonia funebre per dare pace all’anima di suo padre. Helene teme di farsi stregare dalla bellezza del posto dove l’amica vive, deve tornare alla civiltà e alla frenesia del mondo occidentale. Il marito deve continuare i suoi studi sull’isola ma permette alla moglie di partire e le consiglia di portare con sé Haini. La dominicana è combattuta tra il desiderio di seguire l’amica e la voglia di restare al villaggio. Alla fine sceglie la civiltà e si fa ripudiare dalla madre che la frustra sulla soglia della capanna. Si tratta di un rito al quale chiunque voglia andarsene deve sottostare e che comporta la cacciata definitiva dal villaggio. Quando le due donne arrivano in città l’amicizia diventa qualcosa di più morboso e quella che doveva essere una figlia adottiva diventa l’amante. Helene è gelosa delle amiche che le fanno gli occhi dolci. La relazione con la giovane dominicana fa perdere la testa a Helene che tradisce il marito ripetutamente, prima con un comune amico e poi con un dominicano rimorchiato in un bar. Quest’ultimo rischia di fare una brutta fine quando Haini, accecata dalla gelosia, cerca di ucciderlo con un machete. Non ci riesce solo per l’intervento di Helene che se ne accorge in tempo. Quando il marito torna a casa si accorge che le due donne hanno intessuto una torbida relazione e chiede alla moglie di rispedire Haini al villaggio. Helene rifiuta dicendosi innamorata. Paul è disperato, si ubriaca e va dall’amico che è stato a letto con la moglie per trovare conforto. L’amico per tutta risposta confessa il tradimento e gli dice che Helene è una puttana che se la fa con tutti. Paul è sconvolto e picchia selvaggiamente l’amico. A casa le due donne stanno amoreggiando, lui entra nel gioco erotico violentando Haini, la moglie pare contenta e partecipa alla nuova esperienza. Questa mossa fa riconquistare a Paul l’amore di Helene e la coppia pare di nuovo unita. Tra l’altro scoprono che potranno avere un figlio e si pongono il problema di cosa fare di Haini. Decidono di riportarla al villaggio. Haini medita la vendetta e compie riti vudù con bambolotti, candele e spilloni. Quando arrivano sull’isola Helene saluta Haini con dolcezza e la lascia nelle mani di Paul. Il marito la accompagna al villaggio mentre la moglie attende in barca. Haini viene accolta da uno strano rito vudù con uomini in maschera, balli e suoni di tamburi. A Paul viene offerta una bevanda che lo stordisce e lo consegna nelle mani degli indigeni. Paul viene fatto sdraiare sopra un altare sacrificale composto da foglie di palma dove Haini lo uccide con una coltellata al petto. Subito dopo mangia parte del suo cuore e ne offre pure a Helene, che nel frattempo li ha raggiunti, preoccupata per la sorte del marito. “Ora lui è parte di noi”, dice Haini. Helene comprende tutto quando vede il marito morto sull’altare. Un grido di terrore chiude la pellicola.

Non condivido il giudizio di Marco Giusti che su Stracult definisce Orgasmo nero “uno dei migliori porno di D’Amato”. Prima di tutto perché non è un porno e non è vero che ci sono tra gli attori Mark Shanon e Annj Goren. Lo confonde con Sesso nero, di sicuro. Poi perché la pellicola è una delle peggiori tra quelle girate a Santo Domingo. Indecisa tra il soft e l’hard, mal recitata da Richard Harrison, sempre a disagio nelle scene erotiche, e da Lucia Ramirez (scoperta a Santo Domingo) inespressiva quanto bella. La Navarro è brava ma da sola non basta. Poi il film scorre a ritmi lenti e la trama è davvero un pretesto per mostrare ripetitivi accoppiamenti saffici. Le cose buone le troviamo in un’ambientazione curata e nella descrizione di usi e costumi dominicani, soprattutto nelle tradizioni vudù. Per gli amanti delle contaminazioni horror da ricordare i macabri banchetti di stampo cannibalico in testa e in coda al film.

Bocca golosa (1981) è un hard classico questa volta co-diretto da Massaccesi e Bernabei. Interpretato dal solito cast dove spiccano Laura Levi, Mark Shanon e Françoise Perrot. Laura Levi è sposata con un uomo troppo vecchio e lo psicanalista le consiglia come soddisfare da sola le proprie voglie. Il marito è più pratico del dottore e le presenta uno stallone che la fa godere nei modi più disparati. Caldo profumo di vergine (1981) è soltanto di D’Amato ed è un buon hard. Musica di Nico Fidenco (come in altri film di Massaccesi), addirittura uno sceneggiatore: Giuseppe Pellegrini. Non usuale per i film porno. Interpreti nuovi o quasi: Marjorie Blin (protagonista), Nadine Roussial, Regine Mellot, Claudine Renard, Mark Shanon (immancabile) e Paolo Gramignano. Un cast nutrito di ragazzine francesi, una novità per Massaccesi, e il risultato come film di genere è ottimo.

Stretta e bagnata (1981) è ancora una codirezione D’Amato - Bernabei girata come Alexandre Borsky. Il film è noto anche come I pornoimbrogli. Da segnalare le musiche di Pino Donaggio e Massaccesi che firma la fotografia come Bernard Brel. Tra gli attori di nuovo Marjorie Blin insieme a Regine Mellot, Manlio Cersosimo e Paolo Gramignano. Girato a Venezia (altra location gradita al regista) con un gruppo di professioniste dell’hard francese insieme a maschi nostrani.

Le ereditiere superporno (1981) è un hard puro della coppia D’Amato-Bernabei che si avvale delle belle musiche di Nico Fidenco, oltre al solito cast di attori nel quale spiccano Laura Levi e Mark Shanon. Un vecchio muore e nomina erede un giovane nipote. I tre figli del vecchio vogliono mettere le mani sull’eredità e per farlo ricorrono alle loro belle mogli che spediscono a letto con il ragazzo. Alla fine si scoprirà che l’eredità è fatta soltanto di debiti da pagare.

Le porno investigatrici (1981) è un hard D’Amato – Bernabei firmato Alexandre Borsky. Produce Mad Cinematografica. Girato con poche lire e tre protagoniste femminili: Laura Levi, Pauline Teutscher e Françoise Perrot. Tra gli uomini Mark Shanon nella parte del Marsigliese. Una storia piuttosto debole vede Laura Levi e Pauline Teutscher nelle vesti di due improbabili investigatrici che risolvono i casi affidati ricorrendo al letto. Il film è girato quasi tutto in una casa alla periferia di Roma dove le due investigatrici sono chiamate a proteggere Mark Shanon da possibili attentati.

Un discorso a parte tra i film di questo periodo lo merita Le notti erotiche dei morti viventi (1980). Scritto e sceneggiato da Luigi Montefiori (che si firma Tom Salina ed è anche attore principale) mentre le musiche sono di Marcello Giombini (si firma Pluto Kennedy). Il cast è composto da: Laura Gemser, George Eastman, Dirce Funari, Mark Shanon e Lucia Ramirez.

Condividiamo Antonio Tentori quando afferma che “il film è una variazione in chiave erotica sul tema degli zombi”. In quel periodo erano uscite pellicole come Zombi (1978) di George Romero e Zombi 2 (1979) di Lucio Fulci. Le notti erotiche si pone sui questa scia, ma presenta una sua originalità perché realizza una sorta di horror-hard. Il primo film erotico della storia che ha per protagonisti degli zombi. Si può dire di tutto su questo lavoro: che è un pasticcio, un’opera informe, che il regista non sa dove andare a parare, che resta in bilico tra l’erotico e l’orrore. Ma non si può negare l’assoluta originalità e la contaminazione di due generi così distanti tra loro. Se tutto è avvenuto solo per caso (come hanno spesso sostenuto Massaccesi e Montefiori) i due sono stati davvero fortunati. Il film è girato nei Caraibi (tanto per cambiare) ed è una storia che mescola sesso e riti vudù (un po’ come Orgasmo nero), alternando con abilità scene di sesso spinto a momenti di horror soprannaturale. Ricordiamo tra le scene erotiche migliori il rapporto saffico Gemser – Funari e tra quelle splatter un’evirazione a morsi (stile Papaya dei caraibi). La trama si sviluppa come un lungo flashback di una coppia internata in un ospedale psichiatrico dopo la folle avventura. I due volevano costruire un centro turistico su un’isola dei Caraibi ma non ci sono riusciti per l’intervento di una strega (Laura Gemser) che proteggeva il luogo. La donna aveva il potere di far resuscitare i cadaveri e comandava un orribile esercito di morti viventi. I due non hanno ascoltato le parole di un vecchio e di un’indigena che li invitavano ad andarsene e ne hanno subito le conseguenze. Sono riusciti a  fuggire dall’isola grazie a un talismano donato dall’indigena ma non sono scampati alla pazzia.

Un horror curioso, ma proprio per questo interessante, ricco di effetti splatter e caratterizzato da un’ambientazione curata e affascinante. Ne circolano due versioni. Sconsigliata quella tagliata che non presenta alcuna sequenza erotica completa.

(7 – continua)

Gordiano Lupi