ALBERTO COLA

Alberto Cola è scrittore di fantascienza e fantasy, ma anche curatore di antologie, oltre che vincitore di numerosi premi di genere… Alberto Cola è un personaggio che nel fantastico sguazza a proprio agio come un pesce dentro l’acqua… Alberto Cola adesso è qua, pronto a raccontarsi e raccontarci la sua vita… e non solo!

COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È ALBERTO COLA?

Un tizio che anni fa decise in modo avventato che gli sarebbe piaciuto raccontare storie. E che non si è fermato più.

COME HAI COMINCIATO A SCRIVERE?

Ne ho un ricordo preciso. Lessi “Cosmolinea B2” di Fredric Brown, il meglio delle sue storie brevi, e mi dissi che potevo provare anch’io dato che una pagina a storia sarebbe stata poco impegnativa. Poi hanno iniziato ad allungarsi.

VUOI PARLARCI DELLE TUE PRODUZIONI PRECEDENTI, IN PARTICOLAR MODO DI QUELLE A CUI SEI PIU’ LEGATO?

Per un motivo o per l’altro sono legato a tutte, credo sia normale. Rappresentano delle tappe di crescita, o almeno mi piace pensarlo. Dai primi racconti pubblicati da Lino Aldani su “Futuro Europa”, al primo romanzo con la Solid, embrione della Delos Books, fino all’Urania, al cambio di genere con “La notte apparente” e ora la narrativa per ragazzi. C’è parecchio di me là in mezzo

RECENTEMENTE HAI PUBBLICATO PER PIEMME EDIZIONI IL ROMANZO PER RAGAZZI “ASAD E IL SEGRETO DELL’ACQUA”. CE NE VUOI PARLARE?

Una bellissima esperienza. Quasi il mio primo tentativo per ragazzi, storia che nasce dal romanzo “Ultima pelle” come ambientazione, e che mai nella mia testa avevo accantonato perché mi piaceva troppo. Insomma, il deserto del Sahara, i tuareg, avventura, magia… e tre protagonisti che dovranno superare non poche difficoltà per risolvere un mistero millenario. I buoni ingredienti ci sono tutti, quanto al risultato finale diranno i lettori.

QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA CREAZIONE DEI PERSONAGGI E DELL’AMBIENTAZIONE?

In realtà una parte difficile vera e propria non c’è stata. Cioè, mi sono documentato, ovviamente, ma è stato un vero piacere perché il popolo tuareg è affascinante e il resto è venuto da sé.

VISTO CHE CI SI MUOVE IN UN’AMBIENTAZIONE MOLTO PARTICOLARE E DIFFERENTE DALLA NOSTRA (LA VITA DEI TUAREG E IL DESERTO, LORO HABITAT NATURALE), QUANTO DI REALE E DI DOCUMENTATO C’E’ IN QUESTO TUO LAVORO E QUANTO INVECE DI INVENTATO?

Be’, la parte avventurosa, con mitologie tuareg, magia e quant’altro, è inventata. L’ambientazione vera e propria che riguarda il deserto, gli accampamenti e parte della vita tuareg, no. Chiaro, le descrizioni sono limitate all’essenziale per comprensibili motivi, ma i riferimenti sono reali.

QUALI, E QUANTE, SARANNO LE PROSSIME MOSSE DI ASAD E DEI SUOI AMICI, SE GIA’ HAI IN MENTE UN PIANO BEN PRECISO E SE CREDI DI AVERE ANCORA QUALCOSA DA DIRE SULLA VICENDA?

Come sempre capita in questi casi, saranno i risultati di vendita del libro a decidere della sorte di Asad, Kalim e Nouala. Di mio sono fiducioso e in testa almeno un altro paio di avventure ci sono già. Spero di avere la possibilità di metterle su carta.

VISTO CHE ULTIMAMENTE CAPITA SEMPRE PIU’ SPESSO DI LEGGERE MOLTI AUTORI, SIA EMERGENTI SIA AFFERMATI, ANCHE IN FORMATO DIGITALE, SECONDO TE QUALE SARA’ IL FUTURO DELL’EDITORIA? VEDREMO PIAN PIANO SCOMPARIRE IL CARTACEO A FAVORE DEGLI E-BOOK O PENSI CHE QUESTE DUE REALTA’ POSSANO CONVIVERE ANCORA PER LUNGO TEMPO?

Siamo in Italia, i cambiamenti hanno bisogno di più tempo che altrove. Tuttavia credo che il digitale sarà il futuro, è inevitabile, ma con calma perché ritengo che la vita della carta sia ben lontana dal terminare entro poco tempo. Il discorso del selfpublishing poi è tutt’altra cosa.

IN QUESTI ANNI DI ATTIVITÀ HAI SEMPRE AVUTO UNA PREDILEZIONE PER IL GENERE FANTASTICO. CHE SIGNIFICATO HA PER TE QUESTA TEMATICA?

Semplicemente mi piace poter esprimere una certa visionarietà che mi è sempre appartenuta. Il fantastico in generale, e la fantascienza, l’horror e il fantasy in particolare, offrono grandi spunti e grande libertà. Va bene, siamo il Belpaese, viviamo ancora su quel ramo del lago di Como e alieni, elfi e vampiri proprio non ci appartengono, ma alla lunga vinceremo noi, è inevitabile.

HAI SCRITTO SIA RACCONTI CHE ROMANZI: IN QUALE FORMA DI ESPRESSIONE TI TROVI PIU’ A TUO AGIO E PERCHE’?

Ho iniziato a scrivere nella forma racconto, e mai mi sono pentito di questa scelta. Ancora oggi scrivere narrativa breve penso sia la palestra migliore perché ti insegna a costruire una storia in poco spazio, ti dà i tempi, capire il respiro del narrato e gestire tutti quegli elementi che ne costituiscono l’ossatura. Poi il romanzo è un passaggio naturale, ma a quel punto hai già le basi. Ma si sa, da noi il racconto è visto come roba di scarsa importanza, molto meglio i romanzi improvvisati.

DURANTE LA TUA CARRIERA DI SCRITTORE HAI ANCHE VINTO NUMEROSI E PRESTIGIOSI PREMI. CE NE VUOI PARLARE?

Non credo sia un argomento particolarmente importante. I premi sono una fase. Sei giovane, scrivi e ti vuoi confrontare. Poi passa. Certo, capita di farne se il gioco vale la candela, come l’Urania, il Tedeschi o il premio del Battello a Vapore (solo per citarne alcuni, non me ne vogliano gli altri), ma alla fine è bello anche trovare altre strade che non siano la competizione. Comunque da noi è complicato e spesso vincere un premio è la sola via per arrivare da qualche parte. Restarci, poi è tutt’altro discorso.

VENIAMO A UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER TUTTE LE TUE STORIE?

L’ispirazione esiste? Cioè, ci sono storie là fuori, c’è solo da trovarle, lavorarci e sudare. Nessuna delle storie che ho scritto, romanzi o racconti non fa differenza, mi sono piovute dal cielo o dall’ispirazione. Il resto è costituito solo da input che arrivano da interessi personali e una buona dose di curiosità.

QUALI SONO I TUOI SCRITTORI PREFERITI?

Pesco a caso fra i generi: Ballard, King, Mishima, Reverte, Le Carré, Barker, Izzo… Le liste rendono sempre ingiustizia a qualcuno.

E PER QUANTO RIGUARDA I FILM CHE PIU’ TI PIACCIONO, CHE CI DICI?

Guardo tutti i generi, nello stesso modo in cui leggo tutti i generi. Anche in questo caso, una lista sarebbe impresa ardua.

ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?

Ai sogni non credo, preferisco affidarmi al lavoro. I progetti sono molti, ne ho l’hard disk pieno, e lo scopo futuro è far sì che a qualcuno piacciano.

RESTIAMO IN ATTESA ALLORA, COME SI SUOL DIRE, DEI PROSSIMI SVILUPPI!

Davide Longoni