VALERIA ORNANO

Autrice della saga di “Alchidion”, per ora giunta al primo volume, Valeria Ornano si presenta come una delle nuove promesse femminili fantasy italiane. Conosciamola meglio.

COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È VALERIA ORNANO?

Questa forse è una domanda più difficile di quanto possa sembrare. Posso dire di essere una ragazza normale, che ama istruirsi, a volte un pochino saccente, che purtroppo non ha ancora un lavoro fisso e che ha sempre sfruttato il tempo libero che questa mancanza lascia per dedicarsi a ciò che ama fare sin da piccola, e cioè scrivere. Credo di essere piuttosto sensibile, a volte anche troppo, e amante delle cose semplici e del quieto vivere. In compenso, da buona sarda, sono molto, molto testarda.

VUOI PARLARCI DELLE TUE PRODUZIONI PRECEDENTI?

Le mie sperimentazioni precedenti comprendono romanzetti rosa, che sono il primo contatto col mondo della letteratura per una ragazzina di 13 anni, abbandonati poi per una sorta di romanzi brevi di genere avventuroso, i quali seguivano un personaggio in stile Indiana Jones lungo i suoi viaggi alla scoperta di tesori archeologici. In periodo un pochino più recente, diciamo circa un lustro fa, ho scritto molte cosiddette fan-fiction utilizzando personaggi di Joanne Rowling e Terry Brooks. Infine mi sono dedicata per breve tempo ad alcuni componimenti in rima baciata, una sorta di raccolta di canzoni dal tono leggermente gothic, una delle quali ho deciso di inserire anche in “Alchidìon”.

RECENTEMENTE È USCITO IL TUO ULTIMO ROMANZO INTITOLATO “ALCHIDION – L’ANIMA DEL DRAGO”. VUOI PARLARCENE?

Sarebbe meglio dire che “Alchidìon” è il mio primo romanzo vero e proprio. È nato anch’esso come una sperimentazione, questa volta più seria, un tentativo di scrivere qualcosa di più lungo e impegnativo, un vero e proprio libro. Ho scarabocchiato una trama principale, poi ho disegnato una cartina che rappresentava il mondo nel quale i personaggi si sarebbero mossi, e via via, scrivendo, è nato tutto il resto. Ho riversato dentro questo romanzo tutti i miei interessi sul fantastico e tante idee lasciate da parte, le quali si sono inaspettatamente coniugate bene con la trama. Ho scritto una storia che avrei amato leggere, finalmente avevo il potere di far andare le cose come volevo davvero. “Alchidìon” è la storia di sei personaggi che seguono un itinerario atto a raggiungere una entità benigna, la quale può forgiare per loro un’arma che possa uccidere il drago Inferno, manifestazione dell’entità maligna. Visto che il Regno di Alchidìon è governato dall’equilibrio fra queste due entità, il drago, con la sua sola presenza, fa pendere la bilancia dalla parte del male, costituendo un pericolo tangibile per tutti. Il pellegrinaggio darà modo a personaggi dai caratteri molto diversi di entrare in relazione, e costituisce, simbolicamente, il percorso dell’anima di ognuno di loro. Ho cercato di rendere questo libro una continua avventura, condita però di numerosi enigmi, in modo che il lettore possa appassionarsi e cercare di risolvere gli interrogativi che gli stessi personaggi si pongono.

COME È NATA L’IDEA DI PARTIRE DA UN TEMA FANTASY COSÌ PARTICOLARE PER GIUNGERE POI VERSO TRAGUARDI DI PIÙ RESPIRO?

Ho deciso di scrivere un fantasy perché è un genere che mi piace leggere. Inoltre lo trovo semplice, nel senso che non devo mettermi particolari problemi quando creo delle situazioni o dei luoghi, posso lasciar correre la fantasia, appunto; se scrivo che a un certo punto dal terreno spunta un albero di banane, chi legge può trovarlo perfettamente plausibile! Inoltre amo la magia, e visto che per me scrivere è una sorta di evasione, tanto vale portare questa evasione al massimo, fino a descrivere situazioni inesistenti. Inserire simbolismi, nozioni alchemiche, temi sociali è stato automatico quanto divertente, in un certo senso il romanzo si è scritto da solo attraverso il vissuto dei personaggi.

QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA CREAZIONE DEI PERSONAGGI?

Devo dire che la creazione dei personaggi è la parte più facile per me. Li creo sempre per primi, tutto parte dall’idea di uno o più personaggi e dalla relazione che intercorre fra loro. Se proprio devo trovare una difficoltà, forse consiste nel rendere coerenti le loro reazioni nei confronti l’uno dell’altro senza farli risultare dei flat characters, per questo solitamente dedico molto tempo alla revisione generale.

COSA DOVREMO ASPETTARCI IN FUTURO?

Io spero di poter continuare a scrivere. Voglio finire il secondo e ultimo libro di “Alchidìon” per dirmi veramente soddisfatta del lavoro svolto, inoltre ho in programma altri romanzi, già cominciati, di genere fantascientifico e storico; spero di riuscire a renderli interessanti e avvincenti come dall’idea originale.

IN QUESTI ANNI DI ATTIVITÀ HAI SEMPRE AVUTO UNA PREDILEZIONE PER IL FANTASTICO. CHE SIGNIFICATO HA PER TE QUESTA TEMATICA?

Il fantasy, come ho detto sopra, è un genere che trovo semplice da scrivere. Posso decidere di descrivere cose inesistenti, senza preoccuparmi di coerenze storiche o geografiche. Inoltre amo lasciar vagare la mente in mondi che non esistono né sono mai esistiti, inventare, creare razze, paesaggi, situazioni surreali. E’ una vera e propria evasione dalla realtà che a volte è noiosa o stressante.

VENIAMO A UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER TUTTE LE TUE STORIE?

L’ispirazione per me è una cosa molto variabile.Generalmente la traggo dai miei interessi, dal fascino dello stile di vita medievale con cui il fantasy si sposa molto bene, dal floklore, dalla storia antica. Raramente traggo ispirazione invece da situazioni reali, da ciò che mi capita nella vita di tutti i giorni; sono due mondi separati, uno è quello dei sogni, l’altro quello della veglia.

QUALI SONO I TUOI SCRITTORI PREFERITI?

Il mio scrittore preferito è Christian Jacq. Trovo che sia un mago con la penna, è schietto, semplice, lineare, inequivocabile e con poche parole riesce a suscitare in me emozioni indescrivibili. E’ un vero e proprio artigiano della parola scritta che produce solo opere d’arte. Ho amato particolarmente anche Raymond Feist, anch’egli un ottimo evocatore, sebbene abbia letto pochi suoi libri.

E PER QUANTO RIGUARDA I FILM, CHE CI DICI?

Mi piacciono i film divertenti, leggeri, ma non demenziali. Prediligo la comicità sarcastica, che è poi anche la mia personale, l’humor intellettuale piuttosto che quello spiccio. Woody Allen in questo senso mi aggrada molto come regista. Ovviamente mi piacciono i film fantasy e quelli in costume/storici, e ho una passione per i Disney, sia i classici che quelli in animazione digitale. Non amo l’horror, perché sono facilmente impressionabile.

ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?

In questo momento sento di essere abbastanza soddisfatta. Ho realizzato nello stesso periodo due dei miei sogni più grandi, riuscire a pubblicare un libro e visitare l’Egitto, per il quale ho una fortissima passione. Sono molto felice. Chissà quale sarà il prossimo sogno che si nasconderà nel mio cassetto dei desideri, per ora è tutto perfetto così, e non so se cambierà. Sono una persona che sa accontentarsi, ma in un certo senso ho una forte ambizione, la quale potrebbe portarmi a desiderare qualcosa di ancora più elevato. Per ora non saprei. Forse fra poco potrei anche cominciare a sognare una famiglia…

IN BOCCA AL LUPO ALLORA!

Davide Longoni