GIANLUCA PURGATORIO

Autore emergente dell’ultima ondata letteraria horror italiana, Gianluca Purgatorio si è recentemente fatto conoscere al pubblico italiano con l’antologia “Solo quattro mura”. Ora è giunto il momento di conoscerlo meglio anche noi.

COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È GIANLUCA PURGATORIO?

Sono un ragazzo di 24 anni di Matera e sto concludendo il ciclo di studi in Lettere. Amo, o meglio dipendo dalla scrittura, come è giusto che sia per ogni aspirante scrittore. Non ho ancora la presunzione di definirmi scrittore, non per falsa modestia quanto piuttosto perché credo che per sentirsi tale si debba aver fatto un certo percorso. Aver concluso qualcosa d’importante, avere dietro una schiera di proseliti che ti consideri scrittore, una sorta di consacrazione o entrata in società. Io sono solo alla prima pubblicazione!

VUOI PARLARCI DELLE TUE PRODUZIONI PRECEDENTI?

Come detto prima, le mie produzioni precedenti non sono altro che cumuli di scartoffie raffazzonate alla bene e meglio che racchiudono alcune idee lasciate incompiute. Non è escluso che un domani possa tornare a lavorarci.

RECENTEMENTE È USCITO IL TUO PRIMO LAVORO, L’ANTOLOGIA INTITOLATA “SOLO QUATTRO MURA”. VUOI PARLARCENE?

E’ una raccolta di sei racconti che hanno come denominatore comune il tema della morte, analizzato da tante angolature quante il prisma dei miei occhi riusciva a contenere. Avevo l’esigenza di scrivere e di tenere le storie tutte sotto mano, in modo che non mi sfuggissero troppo. Per questo motivo la scelta dei racconti piuttosto che di un romanzo, troppo dispendioso per uno studente che tentava di stare al passo con gli esami della triennale.

COME È NATA L’IDEA DI USARE DEI RACCONTI LEGATI DA UN UNICO UN FILO CONDUTTORE?

L’idea è nata un po’ per caso. E’ stato solo alla fine che mi sono reso conto che tutti assieme potevano rappresentare un progetto comune, un’unica direzione. Sembra strano ma in ognuno ritrovavo frammenti di me e ogni personaggio era ossessionato dalla paura della morte. Ho deciso, pertanto, di unirli, limarli e farli combaciare come pezzi di un puzzle, di un mosaico che pian piano si era delineato quasi a mia insaputa.

IN QUESTI ANNI DI ATTIVITÀ HAI SEMPRE AVUTO UNA PREDILEZIONE PER L’HORROR. CHE SIGNIFICATO HA PER TE QUESTA TEMATICA?

Mi diverto a dire che il mio animo è stato deflorato da un film cult degli anni ’90, ossia “IT” tratto dal romanzo di King che ho guardato quando avevo appena cinque anni. Da allora non ho trovato nessuna storia che mi facesse così paura o che spiccasse per originalità. Ogni volta che scrivo quindi è una sorta di sfida con me stesso. Tento sempre di lasciare spiazzato il lettore, cercando un finale che sia originale e non il classico trito e ritrito. Per questo motivo le mie trame si basano soprattutto sul non detto, sull’accennato, sul mistero. Non amo troppo lo splatter o il sanguinolento messo lì senza un fine o uno scopo preciso; tutto deve essere studiato. Bisogna lasciare al lettore tanti sassolini, tante piccole tracce che solo alla fine metterà assieme. Anche la più piccola goccia di sangue deve essere calcolata.

VENIAMO A UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER TUTTE LE TUE STORIE?

E’ una domanda a cui non so davvero rispondere. Non sono uno di quelli che legge la cronaca nera dei giornali nella speranza di fucinare idee da mettere su carta. E nemmeno prendo spunto dalla mia vita, ci mancherebbe, viste le storie che racconto. Mi limito semplicemente a mantenere alto il mio livello di curiosità, tentando di approfondire, conoscere e informarmi su qualsiasi cosa. Poi è l’inconscio che elabora le relazioni più impensabili che mi colpiscono sottoforma di trame quando meno me lo aspetto, in qualsiasi momento.

QUALI SONO I TUOI SCRITTORI PREFERITI?

Sicuramente Stephen King, Allan Poe ma anche Kafka che possiede più elementi inquietanti e “orrorifici” di quanto si possa pensare. Tra gli italiani adoro Gadda.

E PER QUANTO RIGUARDA I FILM, CHE CI DICI?

Sono un cultore di film. Amo il cinema in maniera viscerale, proprio perché lo considero molto vicino alla letteratura; per alcuni aspetti hanno lo stesso linguaggio. Ovviamente non sono un tecnico e non ho assolutamente competenze tali da poter girare una pellicola o montare dei filmati, ma non è escluso che in futuro possa avvicinarmi al mondo della sceneggiatura.

ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?

Ho iniziato un romanzo dai risvolti apocalittici e dalle atmosfere Kinghiane che sto tentando di portare avanti nonostante gli impegni universitari. Un sogno? Sicuramente un connubio tra letteratura e cinema: scrivere qualcosa che un domani potrei vedere sul grande schermo!

IN BOCCA AL LUPO, ALLORA!

Davide Longoni