REGINA D’AMBRA

Torna “Future Fiction” con un nuovo racconto lungo tradotto da Alda Teodorani e curato da Francesco Verso, due nomi che sono garanzia del fantastico di qualità nel nostro paese: si tratta di “Regina d’Ambra” di Olivier Paquet (26 pagine; 1,99 euro), con copertina di Mattia De Iulis, e-book disponibile su Amazon e nei principali e-store.

Delicato e irripetibile come le annate del vino di cui parla, “Regina d’Ambra” è un racconto a diverse chiavi di lettura, complesso come un buon vino ma allo stesso tempo facile e gustoso da bere.

Ambientato tra le vigne che circondano un antico maniero e nelle cantine dove si conservano le botti e i vini posti lì a invecchiare, questo splendido racconto di Olivier Paquet ha per protagonista la figlia di una delle migliori sommelier del mondo, Noriko Higuchi, la quale, insieme a una prodigiosa Intelligenza Artificiale di nome Adelaide, custodisce un segreto in grado di salvare le vendemmie future della “Regina d’Ambra”.

Nato nel 1973 a Compiègne (Francia), Olivier Paquet è affascinato dalle stelle, dalle scienze politiche e dai manga. Ha pubblicato il suo primo testo nel 1999, sulla rivista “Galaxies” e ha ricevuto il “Grand Prix de l’Imaginaire” nel 2003 con “Synesthesie”, un racconto breve sugli odori e la comunicazione. La sua trilogia space opera “Le Melkine” ha vinto il premio “Julia-Verlanger” nel 2014. Il suo romanzo “Structura Maxima” (pubblicato nel 2003) e ristampato da Edizioni L’Atalante nel giugno 2015, mescola il Futurismo italiano con influenze manga.

In proposito la traduttrice Alda Teodorani ha commentato: “Non mi è capitato spesso di tradurre narrativa: per la casa editrice Mediterranee, con la quale festeggio in questo 2015 il ventennale della mia attività di traduttrice, ho tradotto soprattutto saggi, una buona palestra che tuttora mi diverte per le difficoltà da superare e mi affascina per il rigore che richiede e per questo non mi stancherò mai di ringraziare chi ha offerto una possibilità a una ragazza che amava il francese in modo viscerale ma era assai inesperta di traduzioni.

Non è capitato spesso, dicevo: in realtà la giusta definizione sarebbe “quasi mai”, poi è arrivato Francesco Verso, la “Future Fiction” – progetto ambizioso contenente tutte le caratteristiche che mi piacciono, compresa la possibilità concreta di migliorare il mondo, condividere idee, interlacciare culture diverse – è entrata nella mia vita in un periodo assai triste e difficile, ha portato aria fresca alla mia lettura e alla mia scrittura, alla mia capacità che pareva sopita di giocare con le parole, attribuendo loro il senso “calzante”. Questa lunga premessa era necessaria per farvi capire cosa ha significato per me tradurre “Regina d’Ambra” di Olivier Paquet. Intanto c’era la sfida del vino: in un racconto apparentemente semplice, con una prosa musicale ma piana, senza la complicata fraseologia che contraddistingue i saggi coi quali ho a che fare solitamente, le viti e il vino (che – lo ricordo – sono uno dei motivi d’orgoglio della Francia) con la loro terminologia e gli incastri narrativi presenti nel racconto hanno reso estremamente stimolante sia la prima lettura che la mia opera di traduzione, poi c’era una scrittura sapiente, matura, quasi distillata (chi mi legge sa quanto amo questa parola per quel che rappresenta) pervasa da una musica, colori, odori, gusti e suoni che si corrispondono. E infine, ma non meno importante, il genere, la confortevole gabbia del genere, in questo caso la fantascienza speculativa, o per meglio dire, future fiction”.

Non abbiamo altro da aggiungere, tranne che augurarvi buona lettura.

A cura della redazione