ADDIO A WES CRAVEN, MAESTRO DELL’INCUBO

Ha parlato nei suoi film di orrori indicibili, nascosti nella realtà di tutti i giorni, prima che un orrore vero, un male incurabile, mettesse fine alla sua vita: se ne è andato a 76 anni Wes Craven, regista di culto horror, con una carriera quarantennale alle spalle, conclusa solo con la sua dipartita.

Cresciuto in una famiglia molto religiosa e conservatrice negli Stati Uniti tra guerra del Vietnam e lotte per i diritti civili, Wes Craven segue studi umanistici per debuttare nel 1972 con il film ultra splatter L’ultima casa a sinistra, liberamente ispirato a La fontana della vergine di Ingmar Bergman.

Negli anni successivi dirige svariate pellicole dello stesso stile, come Le colline hanno gli occhi, ma la consacrazione presso il grande pubblico arriva nel 1984 con il primo Nightmare, che crea il personaggio iconico di Freddy Krueger, assassino di bambini linciato dai genitori di un quartiere e tornato in vita negli incubi delle sue vittime potenziali una volta diventate adolescenti.

L’horror continua ad essere un suo grande punto di interesse, con film come Il serpente e l’arcobaleno (1988), che tra le righe racconta la vergogna della dittatura di Duvalier ad Haiti, appoggiata dagli States, i tv movie Sonno di ghiaccio, divagazione sul tema dell’ibernazione, e Dovevi essere morta, rilettura dell’archetipo di Frankenstein, Sotto shock del 1989 su un giustiziato che diventa tutt’uno con l’energia elettrica, Vampiro a Brooklyn del 1995 con un cast tutto di afroamericani.

Wes non dimentica Freddy Krueger, che vive altre avventure dirette da altri, ma poi torna a dirigerlo in una specie di seguito, Nightmare nuovo incubo, in cui si costruisce una sorta di metarealtà tra film e universi paralleli, con risultati davvero interessanti.

Il suo altro grande successo è la serie di Scream, che debutta nel 1996, più vicina al thriller, con tanto di omaggi a vari generi. Nel suo curriculum figurano poi anche due film non horror, La musica nel cuore del 1999 e Paris je t’aime del 2006, film collettivo sull’amore nella capitale francese in cui lui dirige il pezzo al cimitero di Père Lachaise. Nel nuovo millennio Wes Craven ha seguito i remake de Le colline hanno gli occhi e L’ultima casa a sinistra, la serie tv di Scream, e ha diretto pellicole come il thriller Red Eye e gli horror Cursed e My soul to take.

Eccessivo, politicamente scorretto, ma capace di riflettere su quanto orrore c’è nella realtà, Wes Craven mancherà senz’altro agli appassionati e a tutte le persone che hanno avuto la fortuna di lavorare con lui. Le frasi migliori le ha scritte Robert Englund: “RIP Wes Craven, il mio regista e il mio amico. Un uomo brillante, adorabile, gentile e molto divertente. Questo è un giorno triste in Elm St. e ovunque. Mi mancherà.  Hollywood ha perso una persona rara con Wes Craven, un vero gentiluomo”.

Elena Romanello