OVERSIGHT

Nella Londra di metà Ottocento, la società segreta Oversight deve proteggere gli esseri umani dalle scorribande delle creature fatate, tutt’altro che benevole nei loro riguardi, ma anche dai rischi di un progresso incalzante. Purtroppo, per una serie di problemi, i membri della Oversight sono rimasti solo cinque, e i problemi sono continui, soprattutto perché scopo di un gruppo eterogeneo è quello di proteggere la Chiave, oggetto magico che mantiene l’equilibrio tra i mondi e tra i tempi diversi, passato, presente e futuro.

Charlie Fletcher, già autore di diversi romanzi fantasy per ragazzi, con “Oversight” (18 euro; Fanucci Editore) traccia una storia ricca di reminescenze e di richiami, all’ieri e all’oggi, tra l’altro nel primo volume di una serie, visto che altri seguiranno e sono già annunciati in lavorazione.

Innanzitutto, dietro alle pagine di un libro voluminoso ma che scorre, c’è tutta la grande tradizione dell’Ottocento inglese, Charles Dickens, Elizabeth Gaskell, Thomas Hardy, Willie Collins, ovviamente un po’ modernizzata, ma la Londra è quella cupa, spietata ma terribilmente affascinante di quei romanzi là, con echi anche della stagione di narrativa fantastica e gotica, da James a Wilde con Il ritratto di Dorian Gray.

Poi, i richiami alla cultura irlandese e celtica sono evidenti, solo una sorta di moralizzazione degli ultimi decenni ha fatto dimenticare che il cosiddetto Piccolo Popolo è maligno e temibile, come emerge in queste pagine, un tema non nuovo nella letteratura e nel fumetto degli ultimi anni ma qui molto efficace.

I fan di Neil Gaiman, Philip Pullman e Susanna Clarke troveranno pane per i loro denti, così come chi adora la serie Penny Dreadful, spesso in italiano, ma anche per chi apprezzerà un X-Files o un Torchwood ambientato in epoca vittoriana, con colpi di scena, suspense, paranormale e spavento a ogni pagina. Un urban fantasy originale, in tempi in cui questo nome è diventato sinonimo spesso purtroppo di improbabili storielle d’amore per ragazzine con vampirotti, lupetti mannari e altre amenità: qui non c’è spazio per questo, c’è una lotta tra bene e male temibile e arcaica, che non si esaurisce nello spazio delle 600 pagine, ma andrà ancora avanti con nuovi titoli, che alla fine del libro non si possono non aspettare in maniera spasmodica.

Interessante comunque questa ennesima prova di un genere fantastico che mescola passato e presente, che guarda ai classici senza dimenticare l’innovazione, che rievoca luoghi e tempi ormai leggendari come può essere la Londra vittoriana, che pesca da varie suggestioni per costruire romanzi originali, capaci di innovare e indicare nuove, possibili strade al mondo della fantasia narrata.

Elena Romanello