FANTASCIENZA STORY 02

I PRIMORDI IN EUROPA E IN AMERICA

Il primo film di fantascienza della storia di un cinema nascente sembra comunque essere Charcuterie Méchanique (Tit. Usa: The Mechanical Butcher) per la regia di Louis e Auguste Lumière. Logicamente una pellicola muta del 1895 della durata di un minuto e imperniata su uno strano macchinario nel quale viene introdotto un maiale vivo e, subito dopo, il potente macchinario, fa uscire, dalla parte opposta, prosciutti, salsicce e salami già confezionati. Questo tipo di fantascientifica apparecchiatura sarà alla base, come vedremo, di altri soggetti similari.

Risulta invece perduto per sempre quello che doveva essere il primo film di fantascienza imperniato su un automa, si tratta di Le Clown et L’automation conosciuto anche come Gugusse et l’Automate (Tit. Usa: Gugusse and the Automation) un film francese datato 1897 della durata di 2 minuti dove un clown ride ed imita i movimenti di un pupazzo meccanico.

La prima pellicola inglese del genere sembra invece essere Making Sausages, conosciuto negli Stati Uniti come The End of all Things di George A. Smith. Ovviamente sempre muto e anche lui del 1897. Il soggetto si rifà al film dei fratelli Lumière in quanto ci racconta, in un minuto, di un gruppo di cuochi che ha inventato una macchina in grado di trasformare cani e gatti in salsicce. Quando, per errore, nella macchina finiscono un’oca ed un vecchio scarpone, scoprono che il prodotto finale è ancora più succulento.

Nemmeno gli americani rinunciano a una storia del genere e la Biograph produce The Sausage Machine, sempre di un minuto e sempre nello stesso anno e anche qui un povero cane ancora vivo viene introdotto dentro una macchina dalla quale ne escono dei salsicciotti già pronti.

All’epoca invenzioni e scoperte come i raggi X e l’elettricità possedevano degli elementi misteriosi e affascinanti che oggi non hanno più, essendo diventati di uso comune, ma verso la fine del XIX secolo e l’inizio del XX, con i limitati mezzi di divulgazione e la precaria conoscenza scientifica sembravano veramente fantastiche e possedevano un che di minaccioso dovuto solo, come abbiamo detto, all’estraneità e all’apparenza quasi miracolosa e incredibile che avevano sul pubblico ed è questa la ragione per la quale elettricità e raggi X saranno alla base di molte storie generalmente buffe che però quasi vogliono sottintendere la minaccia insita in queste nuove applicazioni della scienza, un senso di timore che, dagli anni ’50 in poi, verrà sostituito dalla cosiddetta “paura dell’atomica”.

Continuiamo con il film inglese del 1897 X – Rays, conosciuto anche come The X – Ray Fiend, un altro minuto diretto da George A. Smith, che ne è anche il produttore. Qui uno scienziato inventa una macchina a raggi X e la punta su una coppia di innamorati ferma in giardino. Si vedono così due scheletri abbracciati.

Arriviamo così al 1898 quando la famosa casa di produzione francese Pathè mette alla prova la metodologia effettistica di Méliès con The Artist’s Dream (ne conosciamo solo il titolo americano) nel quale, in ben cinque minuti, assistiamo alle apparizioni e sparizioni di una fanciulla che suona l’arpa.

Un pubblico diverso, più maturo ed esigente, era alla base dei primi tentativi del cinema fantastico americano che esordì anch’esso con alcuni adattamenti letterari di famose opere dell’orrore.

Nel 1908 la Chicago Company produsse Il Dottor Jekyll e il Signor Hyde, la prima delle molte versioni del romanzo di Robert L. Stevenson (1886); seguirono altri film del genere thrilling come Sherlock Holmes e il grande mistero dell’assassinio e Il sistema del professor Catrame e del dottor Piuma, tratto dall’omonimo racconto di Edgar Allan Poe.

Già nel 1902, tuttavia, la American Mutoscope aveva prodotto un breve film dal titolo Frankenstein’s Trestle, prima versione cinematografica del celebre romanzo di Mary Shelley (1818).

La tecnica americana si rivelò ben presto più viva e dotata di un maggiore potere drammatico della produzione di Méliès, che cominciò a passare poco alla volta in secondo piano, in quanto giudicata troppo artificiosa e teatrale.

Sta adesso per affacciarsi alla ribalta dell’ancora giovane cinema un grande e prolifico autore che molto darà alla fantascienza: Fritz Lang.

Giovanni Mongini