IL FANTASY SECONDO JOANNE HARRIS

Molti conoscono Joanne Harris, autrice inglese di alcuni dei più riusciti best-seller degli ultimi quindici anni, con all’attivo titoli come Chocolat del 1999 e i suoi seguiti Le scarpe rosse e Il giardino delle pesche e delle rose, e varie altre storie dai toni più diversi ma sempre intriganti e riuscite, spaziando tra romanzo storico, thriller, saga familiare, ritratto d’ambiente.

Nessuno però pensa alla Harris come a un’autrice di fantastico, ma nel suo curriculum trovano spazio anche storie di questo genere. Senza contare tutti gli elementi messi nella trilogia di Chocolat, a cominciare dal personaggio di Vianne, strega moderna, non si può non ricordare che il libro di debutto dell’autrice è stato Il seme del male, nel 1987, storia di vampiri liberamente ispirata a Carmilla di Le Fanu, rieditata anni dopo sull’onda del successo del genere.

Tornando su una produzione più recente, va detto che Joanne Harris sta lavorando a una saga fantasy, sia pure intervallandola con altri libri, detta la serie di Runemarks, composta finora da due libri, Le parole segrete del 2007 e Le parole di luce del 2013, che si distingue per originalità e innovazione. La serie dovrebbe contare almeno su un altro titolo.

Anche in queste storie al centro ci sono due personaggi femminili, Maddy nel primo e Maggie nel secondo, due adolescenti dai poteri magici che vivono in un mondo tra distopia e fantasy che ha rinnegato la magia, anzi questa è proibita, ed è basato sulla mitologia norrena e vichinga, con gli dei che si trovano a camminare in mezzo agli esseri umani e dove si da grande importanza alle rune: ci troviamo cinquecento anni dopo il momento in cui l’apocalissi secondo i nordici, la famosa Ragnarok, ha devastato tutto dando vita a un nuovo mondo.

Si tratta di storie affascinanti e complesse, che giocano su archetipi come il tema della prescelta, il tabù da infrangere, la persecuzione del diverso (e quale diverso migliore di colui o colei che pratica la magia?), mescolate con tematiche più moderne, come il recupero del ruolo femminile e la rilettura degli dei in un contesto diverso, come ha già fatto a suo tempo Neil Gaiman.

Due titoli quindi con ambientazione un po’ diversa rispetto agli ormai luoghi comuni del fantasy e del fantastico degli ultimi anni, che permettono innanzitutto di scoprire uno degli universi cardine a cui si è ispirato il fantasy moderno, quello dei miti del Nord Europa, non solo quelli celtici e britannici, ma anche quelli scandinavi. Dalle pagine dei libri emerge inoltre l’amore e la conoscenza di Joanne Harris per questo universo arcano e affascinante, che in definitiva ha ispirato anche un fumetto come Thor e non solo, da lei ben conosciuto essendo laureata in letteratura medievale nordica.

Elena Romanello