THE ORIGINS

Kipple Officina Libraria prosegue la nuova stagione editoriale con “The Origins” (198 pagine; € 1.99; disponibile nei formati ePub e Mobi), lavoro in e-book a otto mani pubblicato nella collana “Avatar”, in cui si ripercorre la parabola del Connettivismo a partire dai suoi esordi. Sandro Battisti, Giovanni De Matteo, Marco Milani, con la partecipazione speciale di Lukha B. Kremo, ci portano alle origini del viaggio, lì dove tutto ha avuto inizio. Il volume è una rassegna di diciassette racconti, alcuni ancora inediti, a cura di Marco Milani e introdotta da un testo di Lukha B. Kremo.

Come si può descrivere un ologramma? L’unica possibile soluzione è osservarlo, attraversarlo, entrarvi dentro, fino a divenire parte integrante di quel caleidoscopio – di visioni e connessioni – in grado di mettere a fuoco ogni singola parte e presentare, infine, la visione totale.

Con orgoglio Kipple ci presenta il Connettivismo.

Ma cosa c’era prima del Connettivismo? Allacciate le cinture e preparatevi a scoprirlo: questo è un viaggio nel mondo della fantascienza attraverso l’arco del fantastico, che apre una panoramica sugli approcci e le tematiche di Sandro Battisti, Giovanni De Matteo, Marco Milani e Lukha B. Kremo, prima che l’unione di intenti e forze creative generasse l’avventura connettivista. Come dicevamo, “The Origins” contiene diciassette racconti, in una selezione di testi editi e inediti, che tracciano una traiettoria verso l’oltre e i territori non ancora cartografati del fantastico e che delineano il senso del meraviglioso attraverso le penne degli iniziatori del Connettivismo, mostrandoci il percorso avventuroso che li condusse, la notte del 22 dicembre 2004, a creare il Movimento e contemporaneamente – in un altro luogo – la N/Azione Oscura, humus generativo su cui è cresciuta e si è sviluppata questa avanguardia SciFi.

Leggiamo alcuni estratti:

“Lady Abigail Valencia de la Cruz si svegliò dal criosonno con la sensazione di essere riemersa da un viaggio agli Inferi. Il suo corpo era pervaso da una stanchezza innaturale, l’effetto residuo dell’animazione sospesa. In quello stato, sospesa in un limbo fuori dallo spazio e dal tempo, aveva affrontato l’Abisso di Hakenarm.

Cercò di muovere un braccio e lo sforzo le strappò un gemito. Era come se il suo corpo preservasse un ricordo vivo degli ottantacinque anni-luce della tratta, una distanza che il motore a curvatura aveva condensato in appena due mesi di transito. Mentre aspettava con pazienza che il torpore venisse ricacciato indietro dai neurostimolanti messi in circolo dall’innesto, il suo primo pensiero cosciente, come sempre, andò a Valentine”.

(Giovanni De Matteo – Sandro Battisti, “L’occhio delle stelle”)

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“I movimenti nascevano spontanei da uno iato spazio-temporale esistente da qualche parte, nell’Impero Connettivo. Sillax era opalescente e discontinuo nel suo apparire, problemi di rendering olografico che dovevano attraversare i dettami del tempo erano sempre difficili da risolvere, per questo il potente funzionario imperiale giocava con gli equivoci. In realtà scrutava nella maglia spazio-temporale, ci provava alla maniera degli antichi negromanti.

Le visioni che aveva erano febbrili e controverse. I mondi che gli apparivano per alcuni picosecondi, espansi con l’aiuto della genetica cerebrale – gli sembrava di godere di una spettacolare proiezione filmica proprio dentro la sua testa – avevano il germe del meraviglioso. Lui, abituato a una catena di comando che si muoveva agilmente tra epoche diverse, era silenzioso e pieno di angosce mal regolate che gli ispiravano, dentro, stille di gelo catartico”.

(Giovanni De Matteo – Sandro Battisti, “L’occhio delle stelle”)

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“Prima di essere distratto dall’arrivo dell’inferno mi stavo giusto chiedendo in che luogo malsano ero finito. Era la seconda domanda che mi rivolgevo poiché alla prima non avevo trovato risposta: ‘Chi sono’…

Dal cielo sgorgano lampi infuocati come lapilli da un vulcano rovesciato e il frastuono è immane.

Sono a ridosso di una baracca di legno, una delle poche ancora salubri al confronto di stamberghe fatiscenti e capanne malfatte che formano questo villaggio fantasma da terzo mondo. Che altro può essere se non quello che sembra? Un villaggio fantasma da terzo mondo.

Tutto questo mi sta frastornando, e mi gocciola il naso. Prima di tamponare la perdita con il palmo della mano una lacrima di sangue riesce a fuggire e finisce nella sabbia. Sangue… ne ero sicuro, anche se non so da dove giunga questa mia certezza”.

(Marco Milani, “Operazione Bruciatutto”)

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“Scivolammo giù lungo il condotto scavato nelle viscere del ghiacciaio del Grand Fjord, emisfero australe di Titania. Le pareti erano periodicamente illuminate da lampade al neon. Gli aloni luminosi erano scolpiti su un ghiaccio rossiccio a causa di impurità geologiche. Il Trasbordatore scorreva veloce lungo i binari come una funicolare. Le rare vibrazioni increspavano per un istante il monotono ronzio dei motori a elio.

Il sito di rilevazione si trovava dodici chilometri sotto il suolo. Lavoravo nel laboratorio di analisi geofisiche da più di cinque anni terrestri, percorrendo bisettimanalmente quel tragitto. Un viaggio lungo, noioso, ma durante il quale lo sguardo rimaneva incollato all’oblò. Da cinque anni facevo il pendolare sul Trasbordatore e da cinque anni non chiudevo occhio durante il viaggio.

La discesa terminava, il ronzio si attutiva, le vibrazioni aumentavano sommessamente. Wabox-T ci accoglieva a bordo dell’overboat grazie al quale raggiungevamo il laboratorio. Era la serie Wabox che si curava del nostro vitto, della sistemazione nei nostri Loculi, degli spostamenti, del servizio sanitario e di tutta la logistica. Una serie di automazioni intelligenti e interattive, concepite per tutti i nostri bisogni”.

(Lukha B. Kremo, “Nostalgico Urano”)

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Sandro Battisti, Giovanni De Matteo, Marco Milani e Lukha B. Kremo sono coinvolti da più di dieci anni nella grande avventura della fantascienza italiana. Autori, sperimentatori, curatori ed editori, hanno vinto “Premi Urania” e “Premi Italia” e attraversato la cultura SciFi e del Fantastico con un approccio innovativo, senza stancarsi di spingere avanti la loro visione sulle nuove frontiere del genere.

La collana “Avatar” è la collana di Kipple Officina Libraria dedicata ai romanzi e grandi capolavori prettamente italiani del Fantastico e della SF, opere contraddistinte dalla cura meticolosa dei testi e dalle ampie visioni autoriali. Il logo della collana sintetizza perfettamente il circolo del tempo, delle conoscenze, degli eventi nascosti; l’iperbole del Fantastico per spiccare il volo nella fantasia più sfrenata e meravigliosa.

Buona lettura.

A cura della redazione