SANDY ECKER

Complici gli amici di “Altrisogni”, grazie all’uscita dell’antologia “Ore nere – Otto racconti del terrore”, abbiamo avuto la possibilità di incontrare e conoscere meglio gli autori di questo volume. Tra questi troviamo Sandy Ecker.

COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È SANDY ECKER?

La definirei brevemente una curiosa scrutatrice del mondo esteriore, e un’appassionata narratrice del proprio mondo interiore.

COME HAI COMINCIATO A SCRIVERE?

Con la mano sinistra, a cinque anni. La mia maestra era anziana e apparteneva alla vecchia scuola di pensiero secondo cui bisognava in tutti i modi scoraggiare i bambini mancini dall’usare “la mano sbagliata” per scrivere, così inventava ogni giorno una nuova maniera per torturarmi. Malgrado i suoi sforzi però, ho continuato irremovibile per la mia strada e sono riuscita a incanalare la mia fervida immaginazione nella costruzione di un universo parallelo che ha trovato sbocco nella narrativa.

VUOI PARLARCI DELLE TUE PRODUZIONI PASSATE, IN PARTICOLAR MODO DI QUELLE A CUI SEI PIU’ LEGATA?

Ricordo con affetto più di un racconto già pubblicato, ma il lavoro che in assoluto mi ha coinvolta di più e che occuperà sempre un posto speciale nel mio cuore è il mio primo romanzo, attualmente in fase di post-revisione. È ambientato all’interno di un campo di concentramento, durante gli ultimi due anni della Seconda Guerra Mondiale. La mia ricerca è stata minuziosa e attenta, mi sono servita anche di episodi realmente accaduti ai miei antenati tedeschi, ma non sempre analisi storica e immaginazione sono sufficienti. Talvolta per rendere in modo vivido e realistico una sensazione devi averla prima provata in prima persona, perché la nostra fantasia per quanto immensa e potente possa essere non raggiungerà mai la limpida precisione dell’esperienza; così ho cercato per quanto possibile di avvicinarmi alle condizioni di vita del mio protagonista, perdendo già dodici chili dopo sole due settimane.

I nostri racconti e romanzi finiscono con il venir considerati un po’ come dei figli: li vediamo prendere forma sotto le nostre mani giorno dopo giorno, crescono, diventano “adulti”. Ci emozionano, ci commuovono, ci riportano con la mente alle sensazioni che suscitavano in noi mentre mettevamo per iscritto quei vagoni carichi di lettere. È un processo incredibilmente affascinante e speciale.

RECENTEMENTE HAI PUBBLICATO ALL’INTERNO DELL’ANTOLOGIA “ALTRISOGNI PRESENTA: ORE NERE” IL TUO RACCONTO INTITOLATO “CHRISTMAS KILLER”. CE NE VUOI PARLARE?

Christmas killer ruota intorno ai sogni infranti di un aspirante scrittore, convinto che il motivo per cui non ha ancora esordito stia nel rifiuto del suo manoscritto da parte di un editore a suo parere indisponente e superficiale. Naturalmente non lascerà che la passi liscia, e attuerà una vendetta davvero particolare. Mi piaceva l’idea di dedicare un racconto a un folle megalomane privo di filtri e di una pur minima capacità di giudizio. Molti editori e agenti letterari ci hanno avuto a che fare, mi auguro solo non si lascino suggestionare dal finale.

QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA CREAZIONE DEI PERSONAGGI E DELL’AMBIENTAZIONE?

Non è stato affatto difficile, perché grazie ai siti e ai forum che frequento ormai da tempo (tra cui il noto writersdream) sono entrata in contatto con la realtà editoriale, facendo tesoro delle esperienze personali raccontateci dai vari esponenti ed empatizzando con alcuni di loro.

VISTO CHE ULTIMAMENTE CAPITA SEMPRE PIU’ SPESSO, COME IN QUESTO CASO, DI LEGGERE MOLTI GIOVANI AUTORI, E NON SOLO QUELLI, ANCHE IN FORMATO DIGITALE, SECONDO TE QUALE SARA’ IL FUTURO DELL’EDITORIA? VEDREMO PIAN PIANO SCOMPARIRE IL CARTACEO A FAVORE DEGLI E-BOOK O PENSI CHE QUESTE DUE REALTA’ POSSANO CONVIVERE ANCORA PER LUNGO TEMPO?

In casi come questo, la mia parte ecologista si scontra con quella più romantica e sentimentale. Gli e-book sono un’invenzione economica, ambientalista, estremamente comoda e utile. Ci consente di tenere in borsetta tutti i libri che vogliamo senza per forza doverci portar dietro un container. Ma il libro cartaceo, quel fruscio che richiama alla memoria ricordi vecchi di decenni, quell’odore buono e familiare dei fogli appena stampati, la sensazione di stringere le pagine tra le dita come fogliame secco, è qualcosa che un e-book reader non potrà mai rendere allo stesso modo. Mi auguro che sempre più editori passino alla carta riciclata per i loro libri, così da poter continuare ad assaporare il piacere del cartaceo senza incidere sul disboscamento ambientale.

CI PARE DI CAPIRE CHE IN QUESTI ANNI DI ATTIVITÀ HAI SEMPRE AVUTO UNA PREDILEZIONE PER IL FANTASTICO. CHE SIGNIFICATO HA PER TE QUESTA TEMATICA?

Leggo di tutto senza pregiudizi e prediligo la narrativa non di genere, che può venir considerata mainstream, quella horror, fantascientifica e la letteratura classica. Il genere fantastico ci offre la possibilità di visitare mondi che se restassimo strettamente ancorati alla realtà non potremmo mai conoscere, ci spalanca porte che danno verso l’ignoto e il soprannaturale, aggiunge alla nostra vita un tocco di magia e mistero che ci aiuta ad andare avanti e a sopportare la monotonia quotidiana.

VENIAMO A UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER TUTTE LE TUE STORIE?

Nei miei sogni e incubi notturni, nelle conversazioni ascoltate per caso, nelle notizie di cronaca che mi colpiscono di più, nei fatti storici di maggiore rilevanza, nelle vicissitudini delle persone vicine a noi. Molte storie meritano di essere scritte e divulgate,  sono assolutamente certa che la fonte da cui attingo non correrà mai il rischio di prosciugarsi.

QUALI SONO I TUOI SCRITTORI PREFERITI?

Tra gli scrittori che sono solita rileggere più e più volte, i primi che mi vengono in mente sono Stephen King, del quale adoro quasi tutti i romanzi, Herman Hesse, Alberto Moravia, Pier Paolo Pasolini, Marcel Proust, Italo Calvino, Albert Camus, Truman Capote, Haruki Murakami, Agatha Christie. Ce ne sarebbero tanti altri da aggiungere alla lista, ma questi sono quelli di cui conosco a memoria ogni libro.

E PER QUANTO RIGUARDA I FILM CHE PIU’ TI PIACCIONO, CHE CI DICI?

Vado matta per i vecchi film italiani, soprattutto se girati da De Sica, Fellini, Pasolini, Bertolucci, Monicelli, Rossellini. La mia videoteca comprende anche decine di titoli horror, sia italiani che stranieri, l’intera produzione di Kubrick, Hitchcock, Argento. Mi sarebbe impossibile elencare i miei film preferiti,  sono troppi per poterli citare tutti.

ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?

Mi auguro che le mie idee migliori riescano a vedere la luce sotto forma di libri, raccolte di racconti e romanzi. Ho tanti sogni nel cassetto. Durante il liceo ho preso parte a più rappresentazione teatrali organizzate dall’istituto, e l’esperienza mi ha galvanizzato a tal punto da voler fare l’attrice. Non ci ho mai provato davvero, e mi piacerebbe in futuro ripetere quelle emozioni entrando a far parte di una compagnia teatrale amatoriale. Impegni permettendo, vorrei anche frequentare un corso di fotografia per migliorare le mie conoscenze tecniche e stilistiche di quest’appassionante hobby.

Il mio sogno più grande e costoso però resta quello di aprire un rifugio per cani e gatti che non possono essere ospitati nei canili finanziati dai comuni. Il randagismo è una vera e propria piaga in Sicilia, ha bisogno di essere combattuto attraverso l’istruzione e l’educazione di coloro che ancora oggi si rifiutano di sterilizzare i propri animali perché considerano l’intervento innaturale e crudele. Non c’è niente di naturale in un cucciolo morto di stenti per strada o in un gattino spalmato sull’asfalto. Le risorse dei volontari sono limitate e assolutamente non sufficienti a far fronte all’emergenza, per questo motivo sogno di apportare un contributo significativo e sostanziale alla causa in un futuro spero non troppo lontano.

E, ANCHE SE SOLO VIRTUALMENTE, CI UNIAMO A TE IN QUESTA LOTTA E PER PORTARE A QUANTE PIU’ PERSONE QUESTO IMPORTANTE MESSAGGIO. GRAZIE.

Davide Longoni