LIA TOMASICH

Complici gli amici di “Altrisogni”, grazie all’uscita dell’antologia “Ore nere – Otto racconti del terrore”, abbiamo avuto la possibilità di incontrare e conoscere meglio gli autori di questo volume. Tra questi troviamo Lia Tomasich.

COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È LIA TOMASICH?

Se vuoi sapere che lavoro faccio, sono traduttrice in ambito tecnico, un settore in cui non c’è molto posto per la creatività, a parte nei testi di marketing (copywriting), ma quello è tutto un altro settore. La scrittura è un misto di espressività soggettiva ed elementi oggettivi. Individuale e universale al tempo stesso. È questo che mi ha attirato. La traduzione mi ha avvicinato a numerosi campi della conoscenza umana che altrimenti non avrei mai toccato. La scrittura mi permette di dare sfogo alla creatività e anche questo è uno stimolo intellettuale molto potente verso nuove conoscenze.

COME HAI COMINCIATO A SCRIVERE?

Per curiosità. Per capire i meccanismi della scrittura, che poi si riflettono ribaltati nella lettura. È un bel gioco.

VUOI PARLARCI DELLE TUE PRODUZIONI PASSATE, IN PARTICOLAR MODO DI QUELLE A CUI SEI PIU’ LEGATA?

La mia produzione è abbastanza scarna, per il momento. Non sono legata a nessun racconto in particolare, li considero tutti esperimenti. Il mio racconto preferito lo devo ancora scrivere.

RECENTEMENTE HAI PUBBLICATO ALL’INTERNO DELL’ANTOLOGIA “ALTRISOGNI PRESENTA: ORE NERE” IL TUO RACCONTO INTITOLATO “L’OCCHIO DELL’ABISSO”. CE NE VUOI PARLARE?

Il mio racconto, finalista al “Premio F. M. Crawford” e poi inserito nell’antologia “Ore nere”, è un gotico marino, un genere che mi attira molto. Il mare, con le sue insondabili profondità, rappresenta le paure ataviche dell’uomo, il terrore del mistero, dell’imponderabile. Sono tanti i misteri e le maledizioni che hanno accompagnato le vicende dei velieri fantasma e anche intorno alle polene si sono sviluppate molte leggende. Tutto questo mi attira e mi terrorizza al tempo stesso. Nei secoli si sono tramandati miti, storie di creature mostruose, di isole sommerse, di morti misteriose, di derive e naufragi inspiegabili. Non affascina tutto questo?

QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA CREAZIONE DEI PERSONAGGI E DELL’AMBIENTAZIONE?

Non so, per me ogni racconto è difficile. Forse l’ambientazione d’epoca. Conosco la terminologia marina, ma ho dovuto fare una ricerca particolare per i termini antichi.

VISTO CHE ULTIMAMENTE CAPITA SEMPRE PIU’ SPESSO, COME IN QUESTO CASO, DI LEGGERE MOLTI GIOVANI AUTORI, E NON SOLO QUELLI, ANCHE IN FORMATO DIGITALE, SECONDO TE QUALE SARA’ IL FUTURO DELL’EDITORIA? VEDREMO PIAN PIANO SCOMPARIRE IL CARTACEO A FAVORE DEGLI E-BOOK O PENSI CHE QUESTE DUE REALTA’ POSSANO CONVIVERE ANCORA PER LUNGO TEMPO?

Secondo me, sono due media destinati a convivere. Soddisfano due necessità diverse. L’e-book è un database infinito di libri digitali. Il libro cartaceo ha il vantaggio che ne puoi tenere aperti due o più contemporaneamente, l’e-book dà il supporto per un solo libro digitale, a meno che non se ne voglia comprare più di uno. E poi visualizza solo una pagina alla volta, e non due come il cartaceo. Ha però un grande vantaggio rispetto alla carta: in un secondo ti trova tutte le parole che vuoi, in un attimo arrivi al punto che cerchi. E questo è importante, se usi i libri anche per studio e non solo per diletto. Un altro grande vantaggio dell’e-book è che ha costi più contenuti e che favorisce gli esordienti, che altrimenti non avrebbero trovato la via della pubblicazione.

CI PARE DI CAPIRE CHE IN QUESTI ANNI DI ATTIVITÀ HAI SEMPRE AVUTO UNA PREDILEZIONE PER IL FANTASTICO. CHE SIGNIFICATO HA PER TE QUESTA TEMATICA?

Il termine “fantastico” comprende molti generi, è quasi sinonimo di creatività. “Fantastico” per me vuol dire anche il solo fatto di creare un personaggio, non significa necessariamente inventarsi cose da pazzi.

VENIAMO A UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER TUTTE LE TUE STORIE?

Non saprei dire esattamente. È un processo profondo della mente e anche dell’inconscio, credo. Una selezione continua tra le innumerevoli immagini e idee create dal pensiero, che vengono poi assemblate in storie verosimili e coinvolgenti da una sensibilità personale. Una storia può nascere anche da una battuta sentita per strada, da una scena a cui si assiste per caso, da un’associazione di idee, dal semplice ribaltamento della realtà.

QUALI SONO I TUOI SCRITTORI PREFERITI?

Qui si apre un mondo infinito, perché di scrittori preferiti non ce ne sono solo alcuni. Comincio con Ray Bradbury, Isaac Asimov, Igino Ugo Tarchetti, Edgar Allan Poe, Jostein Gaarder, Fredric Brown, Baricco. Sono tanti, e non nella produzione integrale, s’intende. Alcune cose mi piacciono di più, altre per nulla. Ora leggo molto gli italiani, i miei contemporanei.

E PER QUANTO RIGUARDA I FILM CHE PIU’ TI PIACCIONO, CHE CI DICI?

Blade Runner”, “Harold and Maude” (un film del 1971, per la regia di Hal Ashby. Magari questo non se lo ricorda nessuno). Mi fermo qui.

ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?

Progetti di scrittura ce ne sono tanti. Un po’ alla volta li porterò a termine. Se poi avranno successo, chi lo sa. No, nel cassetto non ho lasciato nulla. Grazie.

ASPETTIAMO ALLORA CHE I PROGETTI SI CONCRETIZZINO PER RITROVARTI NUOVAMENTE FRA NOI.

Davide Longoni