L’ACQUATERRA DEGLI EMIAN PAGANFOLK

Tra Irpinia e Scandinavia, Salento e Irlanda, debutta il quartetto di folk pagano, ispirato all’incontro tra Mediterraneo e culture celtiche e sciamaniche Emian PaganFolk con “AcquaTerra”, il loro disco d’esordio, un concept album sul potere del femminile per una formazione attivissima dal vivo.

Il lavoro si compone di 8 brani per un totale di 41 minuti da ascoltare tutti d’un soffio, senza interruzioni.

“Il termine pagano, ci raccontano gli Emian PaganFolk, è nato come dispregiativo verso coloro che vivevano al di fuori delle città civilizzate. In un certo senso pagane erano le persone che non si mischiavano alla frenesia e al caos cittadino, che si tenevano lontane dal potere, che mantenevano un rapporto sincero con la Natura e i suoi cicli, curandosi con le erbe, ritualizzando le fasi importanti dell’anno, danzando e suonando per il proprio villaggio. Il nostro Pagan Folk è vicino a questa scelta di vita”.

Gli Emian PaganFolk sono una formazione campana nata il 21 dicembre 2011, che utilizza il folk per esprimere un’adesione a scelte di vita ancestrali, lontane dalla frenesia contemporanea e vicine a valori antichi e naturalistici. La loro formazione comprende: Aianna Egan: arpa irlandese, voce; Emain Druma: percussioni, violino, flauti, voce; Rohan: basso, bouzouki irlandese, cori; Máirtín Killian: batteria e percussioni, chitarra, cori.

Il disco d’esordio “AcquaTerra” è una suggestiva e ammaliante sequenza di brani tradizionali rivisitati dal quartetto: attraverso l’omaggio alla propria terra e alle proprie acque, Emian opera una sintesi tra linguaggi folk nordeuropei e mediterranei. Tre musicisti campani e un salentino che guardano all’Europa del Nord immaginando un percorso comune: “Nella scala musicale delle aree celtiche ritroviamo la pentatonica dell’Oriente, in quella del Nord Europa c’è il sentore della scala musicale del Sud Italia. I tempi ritmici si somigliano… Abbiamo in comune il mare, questo grande e antico mezzo di comunicazione che porta novità, vita ma anche guerre e morte. In Salento ci sono scogliere e piane che evocano il paesaggio irlandese, in Irpinia ci sono fiumi, cascate, boschi di conifere che evocano i paesaggi tipici del Nord. Di mediterraneo c’è la luce, il sole, il magma sanguigno che ci scorre dentro e che è tipico della gente del Sud”, continuano a raccontarci i quattro musicisti.

I principi femminili che reggono l’universo, storie di terra e di mare, suoni di fiumi e invocazioni pagane, racconti di grandi re e danze in cerchio: “AcquaTerra” non è un semplice album, è un viaggio nel passato guidato da strumenti inconsueti, da flauti overtone siberiani al doppio flauto campano, dal jouhikko della tradizione scandinava al bodhràn irlandese suonato con un battente, dalla pandereta galiziana al bouzouki. Un album autoprodotto che i ragazzi venderanno durante i concerti, che si preannunciano come sempre numerosi: in soli due anni di attività, gli Emian hanno collezionato una notevole mole di live, compresa la vittoria nel 2013 del Ferrara Buskers Festival nella categoria “artisti accreditati”.

Ascoltare gli Emian PaganFolk è come intraprendere un viaggio: dalla cultura dell’area celtica a quella del Nord Europa passando per ballate medievali e canti sciamanici. L’arpa e la voce di Aianna Egan, le percussioni e il violino di Emain Druma e le corde di Rohan rapiscono lo spettatore, anche il più disattento, come le sirene facevano con i marinai, accompagnandolo su cime innevate, in boschi incantati e lungo fiordi scandinavi, per ritrovare, infine, nell’io più profondo, un sentore arcaico e selvaggio che l’uomo ormai ha perso da tempo, il tutto in perfetta sintonia col Cosmo. Nonostante il progetto esista da soli 2 anni, gli Emian PaganFolk vantano la media di 60 concerti l’anno tra festival e locali di tutta Italia. Recentemente si è unito alla band il batterista Máirtín Killian, nuovo membro del gruppo, arricchendo l’impatto live delle loro performance.

A cura della redazione