Negli anni Settanta, Renzo Barbieri & C. hanno prodotto, oltre alle porno eroine horror, altri quindicinali brutali e cinici conosciuti sotto nomi diretti e per nulla allusivi.
Per chi voglia entrare in questo mondo perverso è necessaria l’indulgenza plenaria verso chi impala bambine e una diabolica insensibilità di fronte alle situazioni sociali più grette.
Analizziamo alcuni lacerti osceni, puzzle moderni, hybris in cui il fantasma fallico è incarnato in tombeur de femmes minchioluti, disegnati in fretta dentro epigrammi marziali da 500 £.
Una delle collane più celeberrime (e quindi infami) è STORIE NERE, un collage brutale della cronaca nera (e populista) del periodo: violenze domestiche, ignoranza, incesti, zoofilia, coprofagia, pissing, tanta emigrazione povera dal Sud Italia verso le regioni industriali del Nord, echi della strategia della tensione, scontri di piazza, terrorismo, rapimenti, mafia (temi per nulla conosciuti dal fumetto di massa, penso alla Bonelli, del decennio) e altre brutture umane trattate con una dose di cinismo, cattivo gusto morboso.
Riprendere oggi quegli albetti consumati dalle tante letture, dal sole delle bancarelle dell’usato, dalla muffa o dall’onanismo dei vecchi (e nuovi) proprietari, significa rendersi conto dell’enorme scarto esistente tra questi tempi (culturalmente mediocri) e la grande libertà formale conosciuta quarant’anni fa.
Prendo alcuni volumi a caso dalla mia collezione.
STORIE NERE n. 98, LA CILECCA, copertina chiarificatrice del titolo, con una bellissima ragazza avvolta tra le lenzuola del letto (ci pare di sentire l’afrore del suo corpo) e un piede bellissimo in primo piano che sembra voler uscire dalla cornice della copertina. La trama tratta, con la consueta mancanza di tatto, la storia di un giovane borgataro pasoliniano impotente che finisce in un giro di rapine a mano armata; il finale poi è splendido e disarmante, col cadavere del giovane circondato dalla pula che commenta sconsolata. Un poliziotto dice “Che gioventù!”, un secondo “Sono i nostri prodotti!” e il terzo conclude “Dobbiamo aver sbagliato parecchio!”.
Altro albo, altro giro sul luna park dell’orrido cruento del bel paese post-boom economico; NEGLIGENZA CRIMINALE, uno STORIE NERE n. 29, la copertina indirizza verso una storia fosca di errori (e indifferenze) ospedaliere.
Il n. 99 è NON C’E’ PIU’ LIMITE e si vede un fighetto sulla sua bella spider rossa, con tanto di bella bionda al fianco, tirato giù dal bolide da una truppa di teppisti armati.
La copertina del n.25, IL MOSTRO, è disarmante: due bambini, o nani macrocefali, stesi su un lenzuolino e gli inquirenti chinati sopra, roba quasi ricalcata da una delle tante foto criminali dai set del mostro di Firenze. L’albo, dopotutto, tratta di un maniaco sessuale pedofilo uso a massacrare e stuprare delle bambine in fiore!
Il n. 115, VITE DISPERATE, ci sbatte in faccia la puzza, la sporcizia e la disperazione di un ambiente che di borghese non ha nulla: un poveraccio che si è squarciato le vene di un braccio e aspetta la morte con la maglietta della salute. L’interno dell’albo disegna una storia possibile di indegna povertà.
Il n. 109, VOGLIA DI UCCIDERE, ha una copertina che riassume parecchia della commedia all’italiana più zozza; vediamo un vecchio in carrozzina e una bella madama che si alza la gonna e mostra giarrettiere e mutandine immacolate. A completare il quadro le scarpe e il vestito rosso fuoco della dama galante.
Il n. 9, PASSIONE PROIBITA, ci illustra l’impossibile e proibita passione tra un bel pretino andaluso e una bella figliola (una delle pecorelle del gregge di Dio, perbacco!). Prima di cedere alle lusinghe della bonazza, il nostro proietta filmini danesi porno a un bambino; il fattaccio porterà a una denuncia e all’accusa del bel parroco, al quale non resterà altro che impiccarsi a un fico come Giuda. La ragazza, trovandone il corpo ormai rigido, strapperà la tonaca dell’uomo e si avventerà sul sesso turgido per un’ultima sacrilega profanazione!
Il n. 2, UN TRAGICO DROGA PARTY, ha una copertina che dice tutto.
Altra meraviglia pittorica è il n. 15, UN RAGAZZO DI VITA. Lo STORIE NERE n. 27 si concentra sul tema (ritornante) dello stupro di gruppo ad opera di un gruppo di bifolchi ignoranti, i quali, dopo essersela spassata, deridono la poveretta mentre si allontana col passo barcollante.
Splendido l’albo a caldo sul 1977, IN PIAZZA SI MUORE, tutto basato su scontri di piazza, cariche della polizia e terrorismo.
Il n.22, SORELLA OMICIDI, narra di una bella suora impiegata in un ospedale, la quale, costretta abitualmente a pulire il sedere a dei vecchi moribondi, decide di alleviarsi le sofferenze (e lo schifo) procurando delle belle iniezioni mortali ai poveracci. La suora, inoltre, è chiamata nell’ambiente degli spacciatori, suora Junkie, in quanto è pure eroinomane, spesso costretta a forzate prestazioni anali per avere l’ero.
Ma nei Settanta si poteva non parlare dei rapimenti a scopo di estorsione? Certo che no e il n. 5 ci soddisfa con L’EREDITIERA.
Il tema delle minori sfruttate, rapite, abusate o delinquenti ritorna nel classico n. 1 dal titolo LA MINORENNE, tragedia di una giovane deviata lombrosiana con finale senza redenzione. Consigliata anche la copertina dello STORIE NERE GIGANTE n. 9, KILLERS IN EREZIONE, o l’opera iper-reale del numero 88 gigante, PECORINO INSANGUINATO.
Altra testata classica è ATTUALITA’ NERA. Un numero su tutti del 1983, I MERCANTI DI SPERMA, su cui, credo, sia inutile dettagliarvi.
ATTUALITA’ NERA n.11, LE MALADOLESCENTI, tratta di fanciulle in fiore bruciate sull’altare del vizio.
Il n. 103, IL CASTELLO DELLA DROGA, vede una organizzazione di trafficanti operare in un castello del Monferrato!
Il n. 40 tratta il tema della droga nelle scuole.
Il n. 22 è un capolavoro di cinismo: il tema è quello della speculazione sui morti nel campo delle pompe funebri; la copertina poi è una di quelle da appendersi in camera.
Il n. 139, BAMBINI VENDUTI, ci spiega perché abortire quando i figli si possono anche vendere a coppie facoltose.
ATTUALITA’ NERA 102 si concentra su un altro grande tema di nera, ossia l’incesto osceno tra un fratello e una sorella.
I ricchi, cinici e perversi pariolini dei ’70 salgono sulla scena nel n. 3 dal titolo IL DELITTO DEI RAGAZZI BENE, rilettura brutale dei fatti del circeo.
L’ATTUALITA’ NERA EXTRA n. 58 è un capolavoro fin dalla copertina. Il titolo, LATTE DI MASCHIO, mantiene quel che promette e ci narra di una bella e viziosa che usa il seme di giovani ragazzi per bagni e massaggi e le pag. 70 e 71 raggiungono un acme di gang bang e cumshot inarrivabili!
L’ADESCATRICE inscena la vicenda laida di una vecchietta in cerca di clienti per la bella nipote. Buona parte della trama è ricalcata da un episodio del film di Carlo Lizzani, Storie di vita e malavita, con alcune scene spinte all’inverosimile, com’è abitudine del porno fumetto nostrano. A pag. 32, la vecchina, spiando gli amplessi della porno nipote, si tocca tra le gambe e rimembra i tempi andati, infine decide di accontentarsi con una bella candela!
Il tema dell’incesto viene riproposto svariate volte (anticipando così gli abusi tematici di certi porno film del 2000, penso soprattutto al successo riscosso da Andy Casanova coi suoi famigerati Stupri italiani prodotti da Silvio Bandinelli) e il numero 17 di ATTUALITA’ PROIBITA ne è un esempio tragico e pecoreccio.
Naturalmente trovano posto anche impotenti torturatori nel n. 50 di ATTUALITA’ NERA, numero quanto mai curioso; qui mi è parso di ravvedere alcuni snodi tematici anticipatori del mostro di Firenze. Ora, l’albo è del 1979, quindi precedente alla nascita effettiva della figura del maniaco fiorentino, tuttavia non è da escludere che questi albi, causa lo squallore morale abilmente riprodotto da sceneggiatori e disegnatori, abbia costituito una lettura (probabilmente l’unica) per alcuni protagonisti di quella vicenda criminale.
ATTUALITA’ NERA n. 152, MORTE DI UN BANCHIERE, si spinge dentro la vicenda Calvi.
ATTUALITA’ PROIBITA n. 15, LA BAMBOLA EROTICA, è un albo feticistico sulla smodata passione di un freak per una bambola gonfiabile di cui diverrà patologicamente geloso, al punto di uccidere alcuni sventurati.
Segnalo inoltre (e ho l’orgoglio di essere il primo ad averlo scoperto, regalando un grosso scoop alla ZONA e al mio boss. Longoni) l’albo di ATTUALITA’ NERA EXTRA n. 36, IL NANO MALEFICO dell’Agosto 1990. Alcune ascendenze, il nano iperdotato, vengono probabilmente da due porno di Baron Corvo degli anni ’80, tuttavia lo scoop è che il buon vecchio Matteo Garrone (celebratissimo e sopravvalutato assieme al collega soporifero Sorrentino) ha copiato da quest’albetto porno da stazione il suo film L’IMBALSAMATORE. Dite di no? A voi controllare. La trama è la stessa, col nano frocio che fa il tassidermista e si innamora di un bel giovane, convincendolo a diventare un suo assistente; come nel film le cose precipitano quando il ragazzone si innamora di una bella ragazza e il nano sbarella. Garrone ci ha aggiunto il sotto plot della mafia, ma per il resto il seme del film viene tutto da qui. Credevi Garrons di essere il solo a leggere questi capolavori? Beh, ti ho beccato, intellettuale!
Comunque, ritornare a questi oggetti culturali vuol dire ragionare sulla valenza del fumetto pornografico, semanticamente differente rispetto ai porno film. Questi fumetti nascono nei Settanta, tuttavia non presentano ancora esplicite scene di penetrazione o cumshot. L’atto appare in tutta la sua brutale bellezza con gli anni ’80, quando ormai i cinema a luci rosse dilagano e tengono in piedi l’economia della celluloide. I fumetti rappresentano un oggetto sincretico che unisce i film e le prime riviste hard italiane (penso a LE ORE e CABALLERO soprattutto). Le scene oltre censura disegnate sono evidentemente ricalcate, per posizioni, spesso facce (prendiamo anche solo le copertine di SCANDALI n. 11, MISTER 35 CENTIMETRI, che riprende una posa da un film del mitico John Holmes, oppure I CASI DELLA VITA n. 93, UN VIZIO INCALLITO, col faccione da satiro del grande Ron Jeremy ad abbellire la copertina) dalle foto delle riviste o dalle fotobuste dei film esposte nei cinema a luci rosse.
Nonostante ciò il fumetto hard si presenta come un oggetto duplice rispetto alle pellicole o alle riviste fotografiche. Film e foto riproducono iper-realisticamente facce e posizioni, lasciando ben poco all’immaginazione. Il fumetto è un linguaccia più elaborato, che, attraverso il dialogo ellittico delle vignette, ci regala un percorso associativo costellato di buchi da riempire. Una scena, una sequenza, è sempre incompleta e spetta al nostro cervello collegare i quadri, riempiendo le parti mancanti e donando movimento alla staticità del tratto.
Inoltre il porno a fumetti è sempre inserito in un contesto narrativo, in una storia che ne sviluppa, ne anticipa e rallenta il deflagrare onanistico, aumentando la capacità di immedesimazione del lettore (lo stesso avveniva nel porno film dei Settanta, quasi sempre narrativo e ben strutturato, penso soprattutto all’opera di un Gerard Damiano).
Rileggere oggi un fumetto porno vuol dire salire sopra una macchia del tempo, vuol dire faticare per uscire dallo schematismo appiattente di un YouPorn, contenitore illimitato di perversioni ed eccessi feticistici senza più storie; nell’era di YouPorn il godimento è immediato, senza la mediazione di un processo identificativo tra l’onanista e la materia dell’onanismo. Il porno fumetto ci appare come un oggetto superato e concettuale, un residuo insoddisfacente; tuttavia consiglio di recuperare il piacere masturbatorio attraverso un porno fumetto, proprio per riattivare la nostra fantasia sessuale (ormai semi-spenta dallo standard omogeneizzante di internet) attraverso l’ausilio delle vignette e del testo, capace di enfatizzare attraverso procedimenti retorici ricorrenti (anafora, metafora, sineddoche, climax, paradosso) il nostro coito solitario.
Torniamo a un’altra testata famigerata ed eccessiva del periodo. Penso al mitico A PORTE CHIUSE, quindicinale creato per alzare il tono del degrado. Il n. 52 si butta a pesce sul tema della CASA SQUILLO per minorenni.
Il n. 75, FOSCHE OMBRE DI DESIDERIO, ha un titolo che pare una poesia surrealista. La copertina è immensa, come quasi tutte quelle della testata. Segnalo anche quella del n. 78 e quella zoofila del n. 92, DOBERMANN, con una ragazzina violentata dal cagnaccio.
In ordine sparso comunico anche altre testate per sporcaccioni incalliti come il sottoscritto.
VIZI PRIVATI n. 14, UNA NINFOMANE CASALINGA, presenta la classica trama della brava donna di casa, ninfomane all’insaputa del marito onorato, che, seguendo le pulsioni della sua malattia, diviene una sublime artista del vetriolo bernardo (come l’avrebbe chiamato l’Aretino nei Ragionamenti).
MALIZIA n. 14 ha un titolo sublime, VIOLENZA ONIRICA, e una copertina meno allusiva, con un bel sedere sculacciato da una manona iper-reale.
Altra serie oscena è quella di PROVINCIA SEGRETA. Nel n. 2, ADOLESCENZA BAGNATA, ci porta nello squallido mondo di provincia popolato da guardoni, ragazzine che si prostituiscono per due soldi (tema attualissimo!) e professori che ne approfittano.
Altro quindicinale è PROSTITUTE, dedicato alla figura delle meretrici. Interessante l’albo n. 38, LA SVERGOGNATA, in cui una bella ragazza meridionale emigra al Nord in cerca di una vita migliore e dei soldi. Per velocizzare la scalata, la giovane risponde a un’inserzione sul giornale ed entra nel giro delle squillo di lusso e poi nel mondo dell’hard, finché i manifesti delle sue fatiche invadono il piccolo paesino d’origine coi ragazzini che sciamano fuori dal cine e vanno in visibilio per l’ennesima porno eroina.
Un porno fumetto completo dello Squalo è IL TRANSEX PUTTANO, rigorosamente anonimo, come tutti i porno fumetti e come buona parte della letteratura erotica (in letteratura la differenza tra erotismo e pornografia è superflua).
Interessante l’ATTUALITA’ VIOLENTA (variante esasperata di quella nera e flash) n. 14, IL CUORE SI FERMA, del 1988, fortemente indebitato coi film Sotto il vestito niente e, soprattutto, Murderock di Fulci, da cui viene ripreso lo stiletto che l’assassino infila nel cuore delle vittime.
Chiudo con un ultima serie, SBARRE, coacervo di violenze primitive, pre-culturali e in odore di analfabetismo regressivo. Quasi sempre le vicende si incentrano sullo stato delle carceri italiane degli anni ’80, luoghi avvinti da una deriva parallelamente proporzionale a quella dell’ultimo porno fumetto (ormai reso obsoleto dal porno in vhs), costretto a rincorrere le modernità del nastro esasperando ancora di più i toni e le perversioni. Lo SBARRE N. 3, LA BELLISSIMA FUGA, ci regala la versione grafica di Renato Vallanzasca, qui Dedè Pallantasca, super criminale in perenne fuga dalle carceri e mosso da un satirismo copulatorio degno di questo meraviglioso carme priapeo del I a.C.: “Questo è il più grosso vantaggio che ha il mio cazzo: non c’è femmina che per me sia troppo aperta”.