L’INCUBATRICE

Se amate l’horror splatter italiano, solo un nome vi verrà in mente, quello di Paolo Di Orazio, un vero e proprio pioniere del genere, nonché la sua punta di diamante: è uscito da poco, per i tipi di Mezzotints Ebook nella collana “Buio”, il volume “L’Incubatrice” (165 pagine; € 2,99) con prefazione di Gianfranco Nerozzi e illustrazione di copertina di Daniele Serra, in formato e-book (epub, mobi), disponibile nelle principali librerie online nei formati e-pub e mobi su tutti gli e-store della piattaforma Stealth e sul sito di Mezzotints Ebook.

Dopo 22 anni si riapre una porta verso una visione sconvolgente che reinterpreta archetipi umani e della letteratura horror. “L’Incubatrice” è la riedizione in digitale, ampiamente rivista e aggiornata, di un’opera storica e pionieristica dell’horror italiano: “Madre Mostro”, sempre di Paolo Di Orazio, pubblicata nel 1991 dalla storica ACME, oggi ormai introvabile. La raccolta contiene sette racconti, tra  quali un inedito: “Il Contratto”, “La Vendemmia”, “Federica, Virginia, la Metempsicosi”, “L’Incubatrice”, “Trasfusioni per Jackleen”, “Faina” e Quattro Mura”, “Il Cubo”. Si tratta di storie oniriche, surrealiste, fiabe oscure, sinfonie sperimentali che offrono una nuova esplorazione del concetto di “Madre”, ancora oggi attualissima. La raccolta è tra l’altro completata dalla prefazione “Son of Anarchy” di Gianfranco Nerozzi.

Il libro. Nel 1991 esce “Madre Mostro”, seminale antologia gore-splatter del pioniere Paolo Di Orazio, che striscia sulle librerie dello Stivale. L’orrore diventa espressionismo, la carne si fa estetica del delirio, della follia. Nessuna possibilità di redenzione o fuga, solo la contemplazione dello sgretolamento psichico che diventa mutazione organica, fisica. È l’Apocalisse dell’animo umano, una discesa iperrealista e nichilista nella frantumazione dei rapporti interpersonali, espressa attraverso sette racconti che gettano le basi dello splatter italico. Sette squarci nella materia oscura, nella carne molle dell’incubo, sette fiabe malate e nere che imprimono cicatrici indelebili nell’immaginario degli appassionati di letteratura fantastica.

Nel 2013 assistiamo al Secondo Avvento. Il Supplizio continua. La Madre mostruosa, “L’incubatrice”, rigenera l’incubo. Mezzotints Ebook ripropone così la raccolta di racconti di Paolo Di Orazio in una versione riveduta e aggiornata, impreziosita da uno sconvolgente racconto inedito. A distanza di 22 anni le porte dell’Inferno creato dall’autore si spalancano ancora, per precipitarci in un nuovo Abisso di paranoia, un dedalo di architetture organiche allucinate da cui è esclusa ogni possibilità di fuga. “L’incubatrice”, la Grande Signora degli Incubi, è di nuovo tra noi. E adorarla è l’unica possibilità.

Leggiamo dalla prefazione “Son of Anarchy” di Gianfranco Nerozzi: “Dentro a Madre Mostro c’erano racconti davvero originali e coinvolgenti. Scritti con uno stile assolutamente visionario e preciso. Ma fra i tanti, ce ne era uno così straziante da colpirmi nel profondo. Riempiendomi di entusiasmo per come si poteva diventare ed essere, usando le parole come coltelli e le visioni da incubo come poesia. Quel racconto era anarchico e coinvolgente. Freddo. Spaventoso. Una donna che partorisce uno dopo l’altro tanti mostri. Gelidi descrizioni di operazioni chirurgiche. Emozioni allo stato brado schizzate di sangue fresco e bollente nello stesso tempo, Una placenta rigurgitata da un folle perverso disegno apocalittico. Che sfocia in un finale assolutamente rivoluzionario. Nel senso stretto della parola. Perché la ribellione era alle porte e persino la “madre”, il suo concetto, diveniva anti edipico senza nulla togliere alla tenerezza che ci salva, giorno per giorno. Per trovare la forza per cercare di cambiare le cose, e assumere l’incubo come promotore, assieme alle paure che ci attanagliano, di speranza per un mondo migliore. La filosofa splatter era semplice, in fondo. Nessun lieto fine liberatorio. Solo mostri che restano e tornano sempre. Per farci sentire minacciati e svegliarci, per tenerci pronti a lottare sempre e comunque. Paolo Di Orazio è stato, ed è, un figlio di questa anarchia stilistico – artistica. Sempre e comunque perfetto e poetico. Adesso che corre l’anno 2013, nulla è cambiato, e tutto è rimasto uguale… L’incubatrice è rimasta attuale e imprescindibile e ci attende al varco. Paolo Di Orazio è sempre lì.  Non se ne è mica andato. Figlio dell’anarchia che non è altro. E con lui: la nostra voglia di sognare e di vincere il male. Un mostro dopo l’altro”.

Paolo Di Orazio (Roma, 1966) è scrittore, disegnatore, sceneggiatore e musicista. Pioniere della letteratura splatter italiana, è stato coordinatore di riviste mensili di horror a fumetti come Splatter e Mostri, ha scritto racconti e storie a fumetti per Cattivik e la rivista americana Heavy Metal. Ha pubblicato romanzi, testi e racconti per Granata Press, Radio Rai, Addictions, Urania, Beccogiallo, Nicola Pesce Editore, Clair de Lune, Ded’A, Delos, Coniglio Editore, Bietti. Tra le sue opere di narrativa: Primi delitti (Acme, 1989/Castelvecchi 1997), Madre Mostro (Acme, 1991), Prigioniero del buio (Granata Press 1992/Res edizioni 2003), Appuntamento a Carfax (radio racconti – Rai 1992), Il dipinto ucciso (romanzo – Granata Press 1993), Fantasmi con la testa (racconto inserito nell’antologia In fondo al Nero a cura di Gianfranco Nerozzi, Urania Mondadori 2003), Che hanno da strillare i maiali? (DEd’A 2009), Vloody Mary (Coniglio Editore 2011), Chiruphènia (Universitalia 2012).

Prima di farvi travolgere dagli incubi, vi suggeriamo di dare un’occhiata al booktrailer… buona lettura, se ci riuscite!

A cura della redazione