GIOVANNI MONGINI… IO E LA FANTASCIENZA

E’ con sommo piacere, grande onore e un pizzico di orgoglio, che vi presentiamo da questo momento in poi una serie di articoli firmati da Giovanni Mongini, uno dei massimi esperti di fantascienza e del fantastico in generale. Scrittore, saggista, soggettista, sceneggiatore, curatore, enciclopedista… Giovanni, Vanni per gli amici, è tutto questo, ma è anche molto di più: è una di quelle persone che puoi avvicinare senza che abbia la puzza sotto il naso, è una di quelle persone che lasceresti parlare per ore senza mai annoiarti, è una di quelle persone che sa trasmetterti qualcosa, è una di quelle persone che sa esattamente cosa sta dicendo e non racconta aria fritta… è soprattutto quello che consideravo un mito quando da ragazzo leggevo tra i cataloghi delle case editrici i titoli dei suoi libri e delle sue enciclopedie… e mai avrei pensato allora che le nostre strade si sarebbero incrociate.

Poi un giorno ho avuto il piacere di conoscerlo, di intervistarlo e di mantenere con lui un’amicizia epistolare che ora si è tramutata negli articoli, inediti tra l’altro, che Vanni (crediamo di poterci fregiare del titolo di chiamarlo “amico”) ha voluto regalare alla Zona Morta. Si tratta in realtà, ci ha raccontato, dei capitoli di “un libro a metà mai uscito e mai pubblicato, l’altra metà doveva farla Franco La Polla che purtroppo è morto”.

Li pubblicheremo tutti, a cadenza settimanale, perché sono uno più bello e interessante dell’altro e perché ognuno ci porterà in una dimensione diversa del fantastico: il volume si sarebbe dovuto intitolare “Uomini e mostri” e già dal titolo avrete capito che Giovanni spazierà praticamente ovunque.

Non ci resta ora che lasciarvi con quello che sarebbe dovuto essere il “Prologo”, in cui Mongini ci racconta il suo rapporto con la fantascienza… il resto a seguire!

Grazie Giovanni.

Davide Longoni

PROLOGO

Mi è accaduto spesso, in questi anni e anche in tempi precedenti, di aver la possibilità di parlare, di scrivere e d’avere scambi d’opinioni sulla fantascienza. Mi considero molto fortunato e non solo per il fatto di aver potuto scrivere di fantascienza, nel mio caso soprattutto di cinema di fantascienza, ma di aver potuto portare avanti, nei limiti delle mie capacità, un mondo nel quale mi sono sempre ritrovato, riconosciuto.

Una dimensione che è consona al mio essere. Non so, non ho mai saputo come in realtà la fantascienza è entrata nel mio mondo,  posso solo dire che una volta lo chiesi a mio padre e la risposta che lui mi diede credo sia l’unica che abbia valore e che spieghi molto semplicemente perchè io sono come sono: “Sei sempre stato così”, mi rispose e da allora smisi di chiedermi il perchè e lasciai che questo mondo fantastico entrasse a far parte dei miei sogni, dei miei momenti e dei miei desideri.

Ho immaginato il duemila quando, bambino, lo vedevo sfrecciare attraverso lo spazio con uomini, mondi, mostri e astronauti alla conquista delle stelle, vedo il duemila oggi e i sogni s’infrangono ma restano in ogni modo come una parte amorevole dei miei ricordi.

Ho sognato e so sognare, ma la fantascienza mi ha insegnato tanto. Mi ha insegnato a capire l’uomo, questa piccola e deleteria cellula pur sempre meravigliosa nella sua capacità di comprendere e d’amare. Mi ha insegnato a osservare il mondo che mi circonda con occhi diversi, con lo sguardo di chi vorrebbe cambiare le cose ma non può  ma anche con la comprensione di chi sa cose che vorrebbe spiegare agli altri, far capire i problemi del mondo attraverso quelle che io chiamo le “trasposizioni della realtà” cercando cioè di raccontare, spiegare, prevedere, far capire i problemi che ci circondano trasformandoli in momenti futuri o mondi dimensionali. La fantascienza non ha limiti come non ne ha la fantasia e attraverso essa io vivo nella realtà di tutti i giorni cercando di capire ogni giorno, ogni momento e ogni istante della mia vita il fulcro di ciò che mi circonda.

A volte la mia piccola natura umana non mi permette di andare molto oltre ma questo non ha nessun’importanza perchè so, almeno, di averci provato.

Questi mondi che io ho visitato attraverso gli schermi e qualche lettura non sono serviti solo come favole fantastiche e ancora oggi mi dispiace vedere com’essi siano snobbati dalla gente che non solo non vuole conoscerli, e questo può anche essere giusto, ma addirittura considerati come una perdita di tempo, una sciocchezza, una cosa senza valore.

Io non sono e non sono mai stato un critico, questo l’ho già detto e giova ripeterlo, temo di non essere in grado di esserlo, le elucubrazioni mi annoiano, le trovo complicate, inutili, incomprensibili. Tutte le volte che mi sono provato a leggere un libro di critica, non sono riuscito a finirlo, né mi ha fornito degli spunti interessanti  per il mio essere, ma esiste un’eccezione, anzi due, e una di esse è La Polla, il quale non è solamente un critico generalmente interessante e comprensibile, ma ha il vantaggio di conoscere perfettamente la materia di cui parla, perciò le sue non sono parole o masturbazioni mentali, ma deduzioni, affermazioni, esposizioni che si basano su un mondo cinematografico conosciuto e, soprattutto, stimato, apprezzato da parte sua, il che, per me, lo rende perfetto per questa collaborazione libraria che abbiamo deciso d’intraprendere e che speriamo possa rendere quest’opera una visione da due punti di vista entrambi basilari e importanti in pari misura. (Tanto per togliervi la curiosità che potrebbe esservi rimasta l’altra eccezione è Danilo Arona).

Oggi la fantascienza è entrata nelle scuole e io sono felice di aver avuto la fortuna di parlarne con dei giovani non per volerla imporre ma solo per farla conoscere in un modo magari diverso da come può essere stata presentata prima. Forse l’unica differenza che divide me e i miei colleghi del “Jurassic Park”, come siamo stati molto amabilmente definiti dalle nuove generazioni, è che noi desideriamo ancora imparare, capire, comprendere e, soprattutto, sappiamo ascoltare. Loro credono di sapere tutto e chi crede di sapere tutto è in realtà colui che ne sa meno di tutti. Avanti, su, diciamocelo chiaro: chi può sapere ogni cosa su un mondo il cui limite è una fantasia senza limiti?

Giovanni Mongini