LA MARCIA SU WHOOK

Continuano le nostre vetrine dedicate alle belle letture per rimpinguare la vostra biblioteca personale del fantastico: stavolta parliamo di un fantasy ed è con immenso piacere che vi presentiamo “La marcia su Whook” di Eva Bassa (358 pagine; 16 euro), pubblicato da Runde Taarn Edizioni.
“La marcia su Whook” del titolo è una competizione che si snoda attraverso un continente inospitale e gelido: Whook, il terzo Regno, un continente desolato e in rovina.
Scopo della marcia: scovare il prezioso Oricalco, un minerale che farà la fortuna di chi riuscirà ad accaparrarselo. I partecipanti dovranno avanzare a colpi di spada e magia, oltre che superare i loro stessi limiti umani, miserie e splendori di ciascuno.
La promessa di un’ingente fortuna economica ha mosso genti di tutte le risme, dai ricchi ai nobili fino ai più miserabili fra i minatori, per non parlare di ladruncoli e briganti. Tutto ha inizio, come previsto, con la leggerezza di un’allegra scampagnata. Ma fin da subito, i partecipanti si accorgono che le cose prendono una piega ben sinistra.
Forze oscure tramano contro i marciatori, forze che dispiegheranno le loro ali nere solo quando saranno certe di avere la Marcia in loro balia.
Un paladino alchimista, un colonnello dalle dubbie origini, una marchesa che nasconde troppi segreti, un bardo di nome Carmen, una hisshin che ha come animale di compagnia un feroce keuma, sono solo alcuni dei personaggi che animano questa storia, dove ai canoni classici del fantasy si unisce l’epopea della conquista di una terra inospitale e sconosciuta.
E’ ragionevole fidarsi dei propri compagni di avventura, quando le avversità rendono le persone pronte a tutto pur di salvarsi?
Come ci racconta la stessa autrice “La marcia su Whook” è “un libro che si è scritto da solo. Non so come, ma dopo soli quattro mesi di lavoro era lì, bello e pronto. All’epoca avevo appena terminato “The Witcher”, un fantastico gioco di ruolo carico di suggestioni (e di esborsi monetari, visto che ho dovuto ultra-potenziare la configurazione del PC per poterlo giocare al massimo dettaglio). Un’idea di quanto quel gioco mi abbia impressionato è riflessa nelle paludi di Esa-Riah e nella foresta di Siskanna. Per quanti riguarda i protagonisti, da principio i personaggi di spicco dovevano essere altri. Al solito, gli esclusi hanno sgomitato finché non li hanno scalzati. Novarius n’è un buon esempio. Arriva tardi, ma non ce lo togliamo più di torno fino alla fine”.
Eva Bassa è nata a Padova il 16 settembre 1974 e cresciuta ad Abano Terme.
Si è diplomata all’Istituto Tecnico Commerciale P.F. Calvi di Padova, dove ha conseguito la maturità come ragioniere – perito programmatore.
Attualmente vive a Bologna.
Ha iniziato da adolescente leggendo romanzi gialli, con una passione per Agatha Christie in particolare, e fumetti umoristici (“Calvin & Hobbes” tuttora i miei preferiti, ci ha confidato… e come darle torto?).
In seguito ha scoperto e apprezzato l’umorismo di Jerome K. Jerome e Cervantes. Ultimamente si è anche appassionata di letteratura ottocentesca inglese e francese (Jane Austen, i Dumas e Flaubert).
Adora i videogiochi, soprattutto quelli di ruolo. Proprio dalla convergenza tra questa passione ludica e le sue letture preferite (“Il Conte di Montecristo” e “I Tre Moschettieri” soprattutto) scaturisce la sua voglia di esprimersi scrivendo fantasy.

Non ci resta che augurarvi buona lettura.

12/11/2009, Davide Longoni