CHIARA GUIDARINI

Autrice del ciclo di Elaine l’arcimaga, giunto al suo secondo capitolo, Chiara Guidarini è una scrittrice emiliana che oltre ad averci regalato delle ottime prove letterarie, si muove nel mondo fantasy a tutto tondo. Andiamo a scoprire come.
COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È CHIARA GUIDARINI?
Una mamma, una moglie, una sognatrice. Sono la classica dirimpettaia della porta accanto, amante della vita e delle cose belle.
VUOI PARLARCI DELLE TUE PRODUZIONI PRECEDENTI?
Prima de “Il canto proibito” è uscita “L’ultima profezia”, volume primo della saga di Ancyria e della sua eroina, Elaine. “L’ultima profezia” tratta le vicissitudini di Elaine, narrando gli eventi che portano ai fatti de “Il canto proibito”.
RECENTEMENTE È USCITO IL TUO ULTIMO ROMANZO INTITOLATO “IL CANTO PROIBITO”. VUOI PARLARCENE?
“Il canto proibito” è, come dicevo, la continuazione naturale de “L’ultima profezia”, ma è anche un libro a sé. Entrambi possono essere letti singolarmente, ma chiaramente per capire l’insieme della vicenda è necessario leggerli entrambi. La storia ricomincia laddove termina “L’ultima profezia” e ancora una volta la strada tracciata per Elaine è tutt’altro che semplice. Adoro mettere in crisi i miei personaggi!
COME È NATA L’IDEA DI QUESTA SAGA?
La saga raccoglie storie che mi porto dentro da quando ero bambina e, anche se ora ho pubblicato solo due scritti, la vicenda di Elaine non è che una goccia nel mare di Ancyria. Ho sempre amato il fantasy e, partendo dalle storie che mi raccontava mia nonna, creavo storie mie: modificandole, tenendo le parti che preferivo, tagliando le cose brutte e lasciando quelle belle, incollando parti di altre storie, ecc… Alla fine nascevano piccoli racconti nuovi, belli o brutti non aveva importanza perché l’importante era creare. E, volendo mettere continuità alle creazioni, è stato necessario collocare tutti i personaggi in un posto “altro”, dare loro una collocazione storica, incasellare tutti i tasselli e dare loro il giusto ordine. Così é nata Ancyria. E l’unico modo per non dimenticare quello che raccontavo era trascriverlo.
QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA CREAZIONE DEI PERSONAGGI?
Riuscire a dare il giusto carattere a ciascuno di loro. Se un personaggio era, per esempio, baldanzoso, dovevo riuscire a trasmetterlo al lettore senza usare l’aggettivo. Dovevo quindi fare in modo che il lettore arrivasse a definire baldanzoso il mio personaggio conoscendolo, sentendo quello che diceva e come lo diceva, sentendo quello che Elaine pensava di lui. A volte è stato facile e a volte un po’ meno, spero solo di esserci riuscita.
IN QUESTI ANNI DI ATTIVITÀ HAI SEMPRE AVUTO UNA PREDILEZIONE PER IL FANTASTICO. CHE SIGNIFICATO HA PER TE QUESTA TEMATICA?
E’ molto importante anche nella vita di tutti i giorni. Non si può vivere senza fantasia, senza sogni, senza un mondo altro in cui rifugiarsi per curarsi le ferite. Io cammino pari passo con le mie storie, che sono l’altra parte di me e contribuiscono a farmi essere quella che sono.
VENIAMO A UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER TUTTE LE TUE STORIE?
Dai libri che leggo, dai film che guardo, dalla vita di tutti i giorni.
DA QUALCHE TEMPO A QUESTA PARTE, NON SOLO TI OCCUPI DI SCRITTURA, MA SEI STATA ANCHE LA PROMOTRICE DEL “FANTABORGO”. VUOI RACCONTARCI QUESTA TUA ESPERIENZA?
Il “FantaBorgo” è stata la mia croce e delizia dell’ultimo periodo, e tribolo ancora un po’ nel mettere a fuoco emozioni contrastanti. E’ stato qualcosa di impegnativo, difficile, non ho dormito per un mese e ho rotto il monitor del pc perché ero tesa e arrabbiata. Ma è stato anche bellissimo perché ho conosciuto persone meravigliose che mi hanno dato un sacco di soddisfazioni, rivisto persone care e potuto cimentarmi come moderatrice proprio a pochi metri da casa mia. Alla fine, l’ago della bilancia punta decisamente verso il positivo.
QUALI SONO I TUOI SCRITTORI PREFERITI?
L’elenco è lungo e complesso, mi limito a citarne qualcuno: Martin, Marion Zimmer Bradley, King, Diane Setterfield e la nostra Francesca Angelinelli.
E PER QUANTO RIGUARDA I FILM, CHE CI DICI?
Mi piacciono i mattoni di ferro tipo “Via col vento”, “Titanic”, “Ben Hur”. Adoro anche i thriller, gli horror se non fanno troppa paura, i noir e gli storici. Guardo un po’ di tutto, in realtà, e tutto contribuisce ad arricchire il mio pozzo dell’immaginazione.
ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?
Ho molti sogni nel cassetto ma spero ancora che il cassetto si apra. Migliorare la mia tecnica di scrittura, diventare una buona autrice. Soprattutto, però, auspico nella riuscita in campo materno perché mia figlia è il tesoro più grande che ho ed è a lei che sono consacrata. Nell’immediato futuro voglio fare la mamma, però quando la piccola dorme, non è detto che non riprenda in mano carta e penna o che non tormenti qualche editore.

IN BOCCA AL LUPO ALLORA!

26/10/2009, Davide Longoni