LA RADICE DEL RUBINO

Ancora una volta Plesio Editore torna a colpire e ci regala “uno splendido gioiello”, se ci consentite il gioco di parole, dando alle stampe il nuovo libro di Gloria Scaioli intitolato “La radice del rubino” (330 pagine; 15 euro), pubblicato nella collana “Aurendor”.

Vediamo la trama. Euno è l’unico che può salvare le Città Millenarie dall’ascesa del regno di Petreia, ma di lui si è persa ogni traccia da diciotto anni per volere di suo padre, il re dell’Ovest, che ha deciso di allontanarlo ancora bambino dalla sua terra. Servirà un uomo fidato per riportarlo a casa, attraverso una foresta senza luce, da Pentapoli l’operosa ad Alchemia la ricca, mentre il nemico è già sulle sue tracce. Quest’uomo è Manfredi, cacciatore di taglie costretto ogni notte a lottare contro una terribile maledizione, che controvoglia conduce con sé Duccio ed Eco, rispettivamente quasimastro e mezzamaga, il tenero micrandro Cino, la battagliera Tamiri e i gemelli Filostrato e Filocolo, che condividono ben più di quanto vorrebbero. E così le vicende di perfetti estranei si trovano legate dai fili invisibili di una profezia e minacciate dai passi silenziosi di un traditore misterioso, in un mondo in cui un rubino ha meno valore della sua radice impura.

Gloria Scaioli nasce a Forlì nel 1983. Dopo gli studi classici consegue la laurea in lettere con specialistica in storia dell’arte. La specializzazione dà inizio all’esperienza di insegnante; l’incontro con Plesio Editore la porta all’avventura nella narrativa. “La radice del rubino” è il suo primo romanzo.

E se volete un piccolo assaggio, ecco qua: “L’indomani avrebbe deciso quanto stretti potessero essere il suo destino e quello delle persone che avevano intrecciato la loro strada con la sua. L’indomani. Ma la notte era territorio franco, momento sospeso. La notte non era fatta per decidere. La notte era di tutti e non era di nessuno”.

Buona lettura.

Davide Longoni