L’HORROR PARLA FRANCESE: ARRIVA FRONTIERS

Dopo svariate anteprime in 18 città diverse sparse per il nostro paese durante la notte di Halloween, una delle quali al “Ravenna Nightmare Film Fest 2008”, arriverà in Italia il 7 novembre il film “Frontiers – Ai confini dell’inferno” di Xavier Gens. Si tratta di una pellicola che il regista francese ha girato lo scorso anno, prima di volare a Hollywood per dirigere “Hitman”, il kolossal tratto dall’omonimo videogame, ma che arriva sui nostri schermi solamente in questo periodo grazie agli sforzi della Moviemax.
Il film è un chiaro omaggio a “Non aprite quella porta” e strizza l’occhio a splatter survival-hardcore di nuova generazione come i due “Hostel”, “Vacancy”, la saga di “Saw – L’enigmista” o “Turistas”: il regista francese punta con questa pellicola a far urlare lo spettatore di paura, strapazzandolo e scioccandolo senza riserbo in maniera originale ed eccessiva, come vuole la tradizione. In proposito lo stesso Xavier ha avuto modo di dire: “Sin dall’inizio, sono stato molto chiaro al riguardo. Volevo fare una sorta di “UN TRANQUILLO WEEKEND DI PAURA” alla francese. E’ estremamente difficile riuscire a far decollare un progetto simile in Francia perchè spesso le persone dicono di sì ma poi rifiutano di accettare le conseguenze delle loro azioni. Non si può fare un film del genere limitandosi alle mezze misure. In questi casi la regola è “tutto o niente”. Questo film è uno schiaffo in faccia ad un certo tipo di cinema francese noioso e accondiscendente. Non si può fare un film del genere se si hanno troppi freni. Aja e Valette sono riusciti brillantemente a tracciare una nuova via con “ALTA TENSIONE” e “MALEFIQUE”, ma poi questi film non hanno avuto alcun seguito. Era arrivato il momento di fare un altro film capace di scuotere gli spettatori nel profondo. “FRONTIERS” è una pellicola che prenderà letteralmente a schiaffi il pubblico per 90 minuti, di modo che risulti chiaro che anche in Francia siamo in grado di fare questo genere di film! Le quaranta persone che hanno lavorato assieme a me sul set ce l’hanno messa davvero tutta, perchè credono in questo tipo di film e perchè era un’opportunità troppo buona per farsela scappare”.
Al fine di giustificare gli eccessi di violenza, Xavier Gens ha ambientato la storia sullo sfondo di un avvenimento politico: “L’idea per il film mi è venuta nel 2002 quando in occasione delle elezioni generali l’estrema destra ha raggiunto dei risultati inconcepibili. Mi sono reso conto dell’estrema gravità della situazione, ed ero preoccupato. Volevo cercare di trasferire quella mia inquietudine in questo film. Essendo un grandissimo fan dei film di genere, come “NON APRITE QUELLA PORTA”, ho pensato che il modo migliore fosse quello di creare una metafora di questa angoscia utilizzando un gruppo di ragazzi, simbolo dei giovani di oggi, sempre in fuga. Ma mentre essi cercano di sfuggire al nuovo regime, cadono nella trappola di un’ideologia assai più incerta”.
Moltissime sono anche le citazioni cinematografiche, alcune chiare e precise, altre molto velate, che Xavier Gens ha voluto fare in questo film: “Durante la mia vita ho assorbito talmente tanti riferimenti cinematografici che dovevo esorcizzare questa cosa inondando lo schermo di citazioni. E’ uno dei modi per sentirsi più sicuri quando si gira il primo film”. Sentiamo dalle sue parole quali sono.
IL PATTO DEI LUPI: “La scena in cui Samuel Le Bihan smembra un coniglio in una cantina fa riferimento al personaggio di Christophe Gans ne Il Patto dei Lupi, dove Le Bihan interpretava un naturalista. Anche se credo che nessuno, fanatici di cinema a parte, se ne renderà conto”.
NON APRITE QUELLA PORTA: “Ovviamente si tratta del riferimento più esplicito di tutto il film. Ero rimasto molto deluso dal remake di Marcus Nispel che non possedeva la stessa atmosfera viscida dell’originale di Tobe Hooper; perciò ho cercato di ricreare quell’atmosfera in Frontiers, soprattutto nella scena di cannibalismo, che dura quattro minuti, mentre quella nel remake di Non Aprite quella Porta è di circa trenta secondi”.
DOCUMENTARIO SU ED GEIN: “Per la scena in cui David Saracino viene appeso a testa in giù a degli uncini, mi sono ispirato ad un documentario sul serial killer Ed Gein (la cui vicenda ha ispirato anche Non Aprite Quella Porta). Si vedono foto di scene del crimine, in cui le sue vittime sono appese a testa in giù con il ventre squarciato. Visto che Tobe Hooper non aveva utilizzato questo elemento nel suo film, ho pensato di usarlo nel mio”.
THE DESCENT – DISCESA NELLE TENEBRE: “La scena in cui Chems Dahmani e David Saracino sono bloccati in un tunnel richiama alla mente The Descent,  ma in realtà, avevo scritto questa scena prima di vedere il film di Neil Marshall. Ho visto The Descent,  solo dopo, in fase di post produzione di Frontier(s). Si tratta, perciò, di un tributo non intenzionale a The Descent, che considero comunque un grande film”.
LA MOSCA: “La scena in cui Chems Dahmani è chiuso in una cisterna di ossigeno è ovviamente ispirata a La Mosca di Cronenberg, soprattutto per l’illuminazione verde e il modo in cui è fatta la cisterna”.
ROBOCOP: “La scena in cui Chems esce dalla cisterna con il viso deformato è un omaggio a Robocop di Paul Verhoeven, più specificatamente alla sequenza in cui Peter Weller si scioglie letteralmente negli ultimi quindici minuti del film”.
MISERY NON DEVE MORIRE: “La scena in cui si vede una vittima a cui vengono lesionati i tendini mi faceva pensare a quella in cui Kathy Bates rompe il piede a James Caan con un martello, nel film Misery Non Deve Morire di Rob Reiner. Volevo riuscire ad ottenere quella stessa violenza nel mio film, nella sequenza in cui uno dei personaggi viene mutilato per aver cercato di fuggire”.
ALIENS: “La scena in cui Chems Dahmani entra in una stanza piena di cadaveri e si trova faccia a faccia con una vittima mutilata che improvvisamente apre gli occhi è un riferimento diretto ad Aliens di James Cameron, dove un soldato trova una donna mezza morta in un nido di alieni e all’improvviso la donna si sveglia”.
TRUE ROMANCE-UNA VITA AL MASSIMO: “La reazione di Karina Testa nella scena in cui viene picchiata da Samuel Le Bihan nel magazzino è ispirata al film di Ridley Scott True Romance, dove James Gandolfini picchia Patricia Arquette e questa reagisce lottando tenacemente”.
GEORGE ROMERO: “Il contesto politico di Frontier(s) è ispirato a George Romero. Non specificatamente a Zombi o a La Notte dei Morti Viventi, ma al modo in cui questo regista inserisce una sorta di commento sociale nei film di genere”.
LA CASA DEL DIAVOLO: “Il personaggio di Estelle Lefébure è simile al personaggio sexy e spietato di Sheri Moon Zombie nel film di Rob Zombie La Casa del Diavolo”.
SALO’ E LE 120 GIORNATE DI SODOMA: “La sordida, malata atmosfera del film di Pasolini è stata di grande ispirazione per questo film, come anche il modo in cui il regista riesce a denunciare apertamente ciò che mostra. Volevo che la violenza in Frontier(s) possedesse la stessa fredda autenticità”.
Con delle premesse come queste, a questo punto non ci resta che attendere il 7 novembre: buona visione a tutti!
04/11/2008, Davide Longoni