COMPENDIUM MALEFICARUM

Sul canale YouTube della Hysteria Production potete godervi il nuovo cortometraggio a zero budget intitolato COMPENDIUM MALEFICARUM, una sorta di horror fatto di brevi episodi deliranti, quattro atti che ritraggono il populismo nel nostro paese dal 1993 a oggi… anche se più che diviso, si potrebbe dire che il film è in realtà destrutturato in 4 segmenti al limite della sanità mentale e onirici al punto giusto che omaggiano in un certo qual modo anche il mondo dei fumetti anni ‘90. “Da lì si parte, ci racconta Davide Rosso, uno dei registi dell’opera, per arrivare a contestualizzare l’horror che si annida nella nostra società, rappresentando tre momenti storici negli ultimi trent’anni in un corpo a corpo coi fantasmi del nostro recente passato e del nostro presente! Oltre a un incipit più intimista!”.

Dedicato a George A. Romero, COMPENDIUM MALEFICARUM è stato realizzato, oltre che dal già citato Davide Rosso, anche da G. Coppola con la collaborazione di Francesca Tacca, Liam e Rossano Bertoloni, Roby Avetta, Michela Ferrara, Norma Pela, Francesca Patisso, Margherita Guccione.

Le  musiche di Egisto Pio fanno da contraltare e al tempo stesso sottolineano immagini sfocate e psichedeliche, tipiche delle produzioni della Hysteria, con l’aggiunta di una parte della colonna sonora del film “Dirai ho ucciso per legittima difesa” composta da Piero Piccioni che ben si incastra nella soundtrack.

COMPENDIUM MALEFICARUM è un manuale di demonologia scritto in latino da Francesco Maria Guaccio, e pubblicato a Milano nel 1608. “Come un antico trattato sulla stregoneria, raccontano i fautori del progetto, abbiamo immaginato di affrontare le paure e gli incubi del nostro presente. Revenants di un recente passato, echi di un populismo feroce e giustizialista, revival nazionalisti. La pandemia ha stimolato nuovi estremismi, antiche cacce alle streghe, ondate di irrazionalità. COMPENDIUM MALEFICARUM è un moloch furioso e senza volto, un frullato degli ultimi trent’anni italiani”.

Tutto comincia con una vecchia cinepresa puntata come fosse una pistola su immagini aberranti di sangue e orrore accompagnate da una musica proveniente da un vecchio film degli anni ’70 (“Dirai ho ucciso per legittima difesa”, appunto).

Una citazione dall’Apocalisse di San Giovanni e inizia il primo atto: 1993. Vecchie immagini di repertorio si mescolano alla storia del trattato, mentre voci distorte e pensieri offuscati resi perfettamente da immagini sfocate e tremolanti ci catapultano subito nell’orrore.

Velocemente, dopo un turbinante incipit, passiamo al secondo atto: lullaby. Le immagini di repertorio lasciano il posto e si sovrappongono a un sacrificio umano nel nome del diavolo… o al sacrificio di una strega nel nome di Dio? Il confine viene lasciato abilmente all’immaginazione, mentre i suggerimenti del manuale di demonologia continuano a dettare legge nel tentativo di un’evocazione del Maligno.

L’atto terzo si intitola: 2001 e ci catapulta nel nuovo Millennio. Le immagini di repertorio ancora si sovrappongono ai sacrifici umani (nulla è cambiato?), passato e presente sembrano dissolversi l’uno nell’altro, mentre il sacrificio si trasforma in autosacrificio e realtà e finzione si fondono perfettamente fino a creare un meta-universo unico e indissolubile.

Charlie Manson diventa il nuovo profeta dell’Apocalisse in chiusura del terzo segmento e ci accompagna al quarto atto: 2022. Introdotti da una citazione di Eric Hoffer, assistiamo alle gioie di una maternità che presto si trasformano in un incubo alla “Rosemary’s baby”: le immagini sfocate e sovrapposte riescono ancora di più a sottolineare l’angoscia della madre e l’orrore che le ruota intorno, ma anche qua il confine fra sogno e realtà viene abilmente lasciato all’interpretazione dell’osservatore, mentre dalla finzione passiamo di nuovo agli orrori della vita quotidiana sottolineati da una frase di Adriano Sofri che va a chiudere il cerchio… intanto torna in scena la vecchia cinepresa per mettere la parola fine all’orrore.

Buona visione.

Davide Longoni